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Rame originale incito nell'anno ISTI por ordino di Emanuela Filiberto da Giovanni Tetta.

L'incitione ricorda l'Ottentione della S. Sindono avvenuta in Torino in occationo del pellegrinaifio di S. Carlo Borromeo.

Il rame è firmato: "Con privilegio di $.A. R. •Giovanni Tetta in Torino», ad è di proprietà dell'Aw. Comm. Edgardo Rodina

ove dimorava il Dura, il .">settembre 1578 e il 14

stesso mese fu trasportata nella Chieda di S. Lo­

renzo iu eittà.

« Awertito della traslazione awenuta. il Borromeo

il

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ottolire di quell‘anno, col seguito di 14 persone

tra cui tre Canonici e alcuni Sacerdoti, si inette\a

iu cammino per la nostra città. A edificazione no­

stra è opportuno richiamare i particolari di quel

singolare viaggio: una lettera del P. Adorno, suo

confessore e compagno di pellegrinaggio, al Papa,

ce ne dà una minuta descrizione. Prima della par­

tenza il Santo raccolse in casa sua quelli che dote­

vano seguirlo e celebrò la S. Messa distribuendo

loro la Comunione; vestiti gli abiti pontificali he-

nedisse e distribuì i bordoni da pellegrino, quindi

cantando salmi attraversarono processionalmente la

città accompagnati da gran folla. Giunti alla porta,

rArcivescovo depose gli abiti pontificali, assunse

sotto il rocchetto una tonaca corta che appena gli

arrivava al ginocchio, e tosto s'incamminarono re­

citando l'itinerario. Il modo di occupare il tempo

era stalo minutamente fissato e rigorosamente os-

servato: la preghiera doveva essere continua. Le

prime due ore erano impiegate nella meditazione:

seguiva la recita del S. Rosario, ma in minio che il

Poter e l 'A re si ripetevano tante Tolte quanti erano

i pellegrini: mentre uno diceva a voce alta il Pater

o l’.-J/t*. gli altri meditavano sul mistero.

« Dopo di aver camminato tutto il mattino, giunti

al luogo di sosta la comitiva si recava prima in

chieda a recitarvi il divino ufficio, e poi prendeva

ristoro. I cibi erano sempre di stretto magro; a ta­

vola >i faceva lettura. Nel pomeriggio si ripren­

deva il cammino: di nuovo le prime due ore erano

impiegate nella meditazione, indi seguiva la recita

dei «almi penitenziali c di altre preci, finché si ar­

rivava al luogo stabilito per passarvi la notte: v i­

sita alla chiesa, recita di compieta, cena, discorsi

spirituali, esame di coscienza e finalmente riposo.

Cosi furono intensamente occupate le quattro gior­

nate di cammino sempre a piedi, interrotte dalle

soste notturne pel riposo a Trecate, \ ercelli e C i­

gliano. Niun disagio valse ad arrestare S. Carlo e

i suoi compagni, neppure la pioggia insistente e vio­

lenta che li accompagnò da Trecate a Novara e ol­

tre: neppure le preghiere insistenti dei cittadini e

delle Autorità di Novara, che vedendoli "m o lli di

pioggia facevano dolce violenza perchè sostassero

ad attendere che il tempo *i rimettesse. La «era del

quarto giorno la comitiva arrivava filialmente a

Torino dopo lauti disagi e preghiere.

« Le accoglienze, inutile dirlo, furono entusiastiche.

La faina di santità già diffusa ovunque, il modo con

cui il Santo aveva compiuto il suo lungo pellegri­

naggio. l'altezza ilei suo casato, tutto contribuì a

suscitare curiosità, ammirazione e devozione. L 'A r ­

civescovo. i Canonici del Duomo, sacerdoti e nume­

rosi cittadini andarono incontro tino ad otto miglia

dalla città. Il Duca Kmanuele Filiberto col Principe

Freditario. il Cardinale Guido Ferrari, Vescovi,

Notabili, la Corte attesero alla porta della città. 11

corteo, tra l'e*ercito schierato, salve di archibugi e

squillar delle campane, sfilò fino alla Cattedrale per

l'adorazione al Sacramento, e di lì a S. Lorenzo

per una visita alla S. Sindone ancora racchiusa

nell'urna.

« Il mattino successivo la santa Reliquia fu portat

in Duomo e distesa su di un tavolo in coro. Nel po­

meriggio S. Carlo vi si portò a venerarla. Appen

fu tolto il velo che la ricopriva, il Santo si gettò in

ginocchio a baciarla: la commozione era in tutti ■

presenti nel vedere S. C.arlo pregare e sciogliersi in

lagrime: il P. Adorno, che avrebbe dovuto tener

un discorso, per l'emozione non riuscì a pronun

ciare parola.

m

Intanto da ogni parte giungevano pellegrini, at

tratti daH'annuncio della presenza di S. Carlo

deH'ostensione della S. Sindone. E poiché il Duom

era incapace a contenere tanta folla, fu eretto u

palco in piazza Castello.