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Purtroppo. essendo la città rim isi in un cerchio di

fortilica/ioui rii»* le impe«livano ogni espansione, i

va»ti cortili andarono a poco a poco scomparendo

por le sopraggiunte necessità edilizie che causarono

iit'irinleruo degli isolati un intrico «li edifici dispa­

rati. ai quali *i aggiunsero numerose scuderie con i

relativi annes*i. riducendo cosi il vecchio nucleo iu

condizioni assolutamente dclicienti.

Solamente qualche chiostro di convento ha resistito

alla invasione edilizia e pure con le inevitabili mu­

tilazioni ci appare ancora oggi come un oasi tli pace

e di luce: sorpresa assolutamente inaspettata per

d ii si aggira negli antichi rioni.

Possiamo farci una chiara idea dell'aspetto di To ­

rino nei secoli \\ e \vt osservando alcuni centri

del Piemonte che con l'evolversi degli avvenimenti

politici m ilitari ed economici, hanno perduto la

primitiva importanza e. per mutate vicende e mi­

nori esigenze della popolazione, hanno mantenuto

quasi intatto l'insieme urbanistico primitivo.

Monostante gli inevitabili rifacimenti di alcuni edi­

fici. la sopraelevazione di altri nonché l'apporto di

nuove costruzioni, -i rivela in tutta la sua efficienza

il nucleo medioevale che ci appare ancor oggi con

la semplicità leggiadra ed accogliente che aveva cin­

que secoli fa. In

essi

vive tuttora la «ana popola­

zione del Piemonte rurale fortemente attaccata alle

tradizioni «Iella sita terra, che ha «latti in tutti i

tempi s«d«lati e condottieri alla Patria.

In Piemonte, come ili altre regioni d 'Italia e «l'Eu ­

ropa. vi fu nell'età di mezzo uno sf«»rzo edilizio

veramente notevide egli abitati «i svilupparono non

«olo «in preesistenti nuclei romani (Torino, Aosta)

«i -il «pielli sorti per formazione spontanea iu loca­

lità di particolare importanza, ma anche, nel caso

«li città o paesi «li nuova fondazione,

mi

piani pre-

ordinati che. come avremo occasione di esaminare.