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RASSEGNA IH POLITICA INTERNA

N U M E R O E A U T A R C H I A

Kilmo accelerato in lutti i settori ha caratterizzato,

come al solito, anche il passaggio da un anno al­

l'altro. Attività che, concludendo in modo soddisfa­

cente un lungo periodo di lavoro, ne prepara un

altro nel quale è facile prevedere che ancor mag­

giori saranno i risultati che si raggiungeranno.

Ancor viva è sulla stampa e nei convegni sindacali

la eco delle importanti deliberazioni approvate dal

Comitato Corporativo Centrale in materia di prezzi,

collocamento (affidato ora ai singoli uffici sindacali),

cottimi (regolati, a datare dal 15 gennaio, da un

nuovo fascistissimo contratto) oltre alle altre norme

inerenti all'inquadramento unitario dei professio­

nali ed a quello delle imprese pubbliche.

Accanto a questa attività d'ordine strettamente eco­

nomico ed organizzativo, si è avuta, come al solito,

la solenne celebrazione in tutta Italia della Giornata

della Madre e del Fanciullo e la premiazione, in

Homa, delle 94 madri più prolifiche del Regno.

Non si può guardare con sicurezza al futuro se non

si è

certi di essere continuati nella nostra fatica,

non si può lottare con tutta la fede e la disciplina

necessarie se non si ha la visione delle giovanissime

generazioni che domani dovranno beneficiare del

nostro travaglio e dovranno aumentare l'eredità spi­

rituale e materiale che loro lasceremo. Per questo il

Regime persegue incessantemente la sua politica de­

mografica. Provvidenze d'ogni genere sono intensi­

ficate : estensione a sempre maggiori categorie di la*

voratori degli assegni familiari, attuazione — con

ottimi risultati riguardo all'aumento della nuzialità

— dei prestiti familiari. Un leggero miglioramento

>i è

pure notato nel campo della nascite, ove l'indice

(Ifll'eccedenza dei nati vivi sui morti è aumentato,

nel 1937, dall'8,6 all'8,7 per mille.

Purtroppo occorre notare che se nella maggior parte

delle provincie italiane l'andamento demografico è

risultato confortevole, le provincie piemontesi sono

in coda. Torino si trova all'88° posto con un livello

di natalità del 14,5 per mille, mentre la media na­

zionale si aggira sul 22,5 per mille. La città segna

un leggero miglioramento nel suo movimento demo­

grafico, ma non basta a colmare il

deficit

della prò-

vincia. L'imperativo demografico è ancora uno di

quelli ai quali Torino dovrà guardare con la più

ferma volontà di riuscire, anche in questo campo,

vittoriosa.

Sulle

direttive dettate dal Duce,

l'azione

autarchica

si è

decisamente avviata

a

combattere le sue più

grandi e pio beile battaglie. Tutta Pacione nostra

economica deve essere ed è improntata al principio

di contribuire alle finalità dell’economia naaiowale

corporativa. Finalità che costituiscono una vastis­

sima scala gerarchica ove ogni gradino diviene stru­

mento e complemento del gradino superiore, culmi­

nando alla fine nelle altissime finalità della potenza

nazionale e del benessere dei singoli, che sono poi

le mète additate dalla Carta del Lavoro.

Una rapida occhiata al lavoro compiuto ci dirà i ri­

sultati raggiunti e le mète che ancora ci attendono.

L'autarchia agricola è un problema di accresci­

mento produttivo e di orientamento delle coltiva­

zioni e degli allevamenti. I due più importanti set­

tori deficitari in questo campo sono quelli zootecnico

ed oleario.

Vasta e serrata allo stesso tempo deve essere la bat­

taglia autarchica nel settore agricolo, come è stato

rilevato nell'adunata dei rurali che si svolse a Roma

durante la celebrazione della Giornata della Fede.

Per quanto concerne il nostro fabbisogno alimen­

tare, basti accennare all'importante settore zi.

nico. Annualmente in media importiamo ancora

140 milioni di capi di bestiame e 440 milioni di

quintali di carne fresca e macellata. D'altra parte

(sproporzionatamente all'aumento della popola­

zione) i nostri capi bovini dai 7.094.000 del 1930

sono solo aumentati a 7.235.000. Bisogna, al mo­

mento presente, lottare innanzitutto contro le ma­

lattie del bestiame, che in questi tempi preoccupano

i tecnici e gli enti interessati. Bisogna dare speciali

mangimi, curare che le stalle siano ampie e razio­

nali, e — come sta già facendo il Governo — si con­

cedano sempre maggiori agevolazioni ai contadini.

In Roma si è svolto recentemente il primo Con­

vegno nazionale dei pastori che, se da un lato ha

dimostrato ancora una volta quanto il Fascismo

ab­

bia saputo operare in questo campo che era stato dai

precedenti governi trascurato e sovente ostacolato,

d'altro canto ha assunto una importanza autarchica

nel settore delPovinicoltura perchè

ha

significato

come si miri ad inserire la pecora nella forma più

progredita di economia.

Dal 1913-26 al 1937 abbiamo avuto una riduzione

del 25 % del patrimonio annentizio, e ciò princi­

palmente a causa della diminuzione dei prezzi dei

prodotti armentari, della riduzione delle zone desti*

nate a pascoli e di una assurda lotta contro gli ovini.

Questo allevamento invece è conciliabile con i si*

stemi di agricoltura intensiva: però deve essere ra­

zionale. In questo senso deve appunto orientarsi la

nostra battaglia per l'ovinicoltura affinchè si posta

arrivare dagli 8.862.470 capi di oggi ai 14 milioni

necessari.

Nel settore oleario grande importanza a n n u a li,

specie ai fini di nn alleviamento della nostra in far-