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Assi rettori della composizione urbanistica e

direttrici storiche di sviluppo

a cura di Vera Comoli, Micaela Viglino

La struttura urbanistica di Torino è connotata

dalla presenza di assi viari e di direttrici di sviluppo

che hanno definito e definiscono — in modo esem-

plare rispetto ad altre città — i caratteri storici e

tipologici del suo impianto urbano e territoriale.

Il fenomeno è antico e ha origine tra la fine del

Cinquecento e gli inizi del Seicento nel momento

della « invenzione » vitozziana della città come capi-

tale dello Stato sabaudo: il modello urbanistico fu

allora definito fisicamente e funzionalmente e ri-

mase retto anche nel futuro, sia sulla continuità,

congruità e uniformità del tessuto edilizio, sia

soprattutto sulla gerarchia del sistema stradale

urbano polarizzato sulla piazza del Castello e sul

Palazzo Reale.

Il modello di accentramento fisico e funzionale

nel cuore della città capitale derivava dalle ragioni

militari che erano alla base della formazione della

città, ed era insieme perfettamente aderente al pro-

gramma dinastico a specchio della concezione

politica dello Stato assoluto voluto, anche per

Torino, come riflesso del ruolo di capitale europea.

Fino alla metà del Cinquecento la città era rima-

sta con caratteri urbanistici ancora prettamente me-

dievali nell'impianto organizzativo delle strade che

mantenevano tuttavia la traccia sensibile della geo-

metria reticolare latente del

castrum

romano e della

sua organizzazione funzionale retta sul

decumanus

maximus

(attuale Via Garibaldi) e sul

cardo

maximus

(attuali tracciati, più incerti, nelle Vie S. Tom-

maso e Porta Palatina).

Su questo modello urbanistico centripeto non

influì la costruzione della cittadella filibertiana

(Francesco Paciotto, 1564), la cui localizzazione in

senso diagonale rispetto alla « città quadrata » roma-

na lasciò comunque aperte in senso ortogonale le

direzioni di crescita della città.

Il

recupero colto del-

la

castrametatio

romana, non dei suoi connotati ti-

pologici, ma dei valori di gerarchia, di ordine, di

segno emblematico del Potere che erano impliciti in

quella configurazione, aveva coinciso dunque con il

modello della trattatistica cinquecentesca per la co-

struzione delle città capitali secondo assi e

viae

militares

attestate sulle porte e sul Palazzo. Già il taglio

vitozziano della Via Nuova (in corrispondenza del-

l'attuale Via Roma) aveva aperto dal 1613 questo

processo, ponendo le basi per l'integrazione struttu-

rale del vecchio tessuto della città quadrata con le

zone delle nuove espansioni, sostenendolo sulla ge-

rarchia di precise assialità; queste ressero struttura e

conformazione della città-fortezza nelle fasi di tre

successivi ampliamenti distinti (1618-1673-1702),

ma all'interno di quell'unico modello pianificato

precedentemente.

L'organizzazione viaria per «assi storici » in

stretta relazione con la storia urbanistica dalle

ristrutturazioni settecentesche del Centro Storico,

alla grande espansione preunitaria della città

ottocentesca si è definita sul filo rigido di una adesio-

ne precisa al concetto di integrazione strutturale dei

nuovi o rinnovati impianti urbanistici con i tessuti

preesistenti, tenendo dunque ancora nella massima

attenzione il criterio della gerarchia funzionale e del-

la polarizzazione, intese anche in senso emblemati-

co; quindi confermando la fortuna di un modello

antico.

In questo quadro di vasta e dichiarata pianifica-

zione si colloca anche il collegamento gerarchico

della città col territorio circostante, realizzato nel

sistema radiocentrico delle

maisons de plaisance

extraurbane (Regio Parco, Valentino, Vigna del

Cardinal Maurizio, Moncalieri, Mirafiori, Stupinigi,

Rivoli, Venaria Reale) collegate alle porte della città

dai vialoni alberati rettilinei, alcuni dei quali, ben

specifici, furono definiti secondo uno stretto rappor-

to biunivoco con l'impianto urbanistico cittadino e

con i suoi principali assi rettori.

Tale struttura, che determinava un riferimento

tangibile del Potere accentrato visto nella prospetti-

va diramata di realtà minori e satelliti, appare ben

evidenziata iconograficamente nel magniloquente

ma sottilmente indicativo repertorio di immagini

del

Theatrum Sabaudiae

(1682, la edizione), ed è

ancora coglibile perfettamente nella iconografia del-

la città e del suo territorio storico della metà e della

fine Settecento.

La « corona di delizie » (secondo l'accezione sei-

centesca) con la vasta estensione dei parchi e dei

giardini, ma soprattutto con le riserve di caccia e con

le strade reali di collegamento, aveva dunque dise-

gnato «con opere » anche il territorio esterno alla

capitale: quel segno resterà a lungo pregnante e inci-

sivo nella morfologia del territorio, decidendo poi

nell'Ottocento, in periodo di forte espansione urba-

nistica, modi e caratteri di uno sviluppo per direttrici

radiali, sostenuto sia sulla preesistenza di strade fo-

ranee più antiche, sia sull'impianto preordinato dei

viali alberati sei-settecenteschi.

Definizione

Alla luce del precedente lineamento sulla forma-

zione dell'impianto viario strutturante la città e in

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