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Per un archivio della memoria

Vera COMOLI

Non queste brevi note ma l'intera ricerca sui

beni culturali ambientali nel Comune di Torino po-

trebbe forse avere come sottotitolo «per un archi-

vio della memoria». Anche ai nostri lettori, ed a

coloro a cui capiterà di spigolare tra le pagine dei

due volumi, apparirà chiaro soprattutto il carat-

tere di documento di una situazione, propria di

una precisa sezione storica della città, che questo

studio è venuto assumendo nei suoi elaborati

conclusivi.

Ci piace presumere che non si tratti soltanto

di una descrizione statica, ma anche di una anali-

si in proiezione, che sia in grado di confrontarsi

con i processi di trasformazione in atto e in dive-

nire nella città e nel suo territorio storico. Se ciò

può apparire ambizioso, non va dimenticato il fi-

ne della ricerca di costituire uno degli elementi di

sostegno per i programmi pianificatori e proget-

tuali di una città, come Torino, sul punto di at-

traversare una decisiva fase della sua storia, an-

che urbanistica.

La fisicità di una città costituisce, a nostro pa-

rere, un elemento fondamentale — e dunque non

un elemento al seguito di altri — tra i fenomeni

e le realtà costitutive della sua struttura. La con-

sapevolezza e la conoscenza di questa fisicità, nei

suoi connotati storici e tipologici, nei suoi carat-

teri tipizzanti, nelle connessioni reali e virtuali, pas-

sa certamente attraverso la coscienza storica e l'in-

telligenza critica del contesto urbano. Il dibattito

sull'argomento ha del resto da tempo fatto chia-

rezza sul taglio interpretativo del termine «fisico»,

da non circoscrivere entro i limiti riduttivi di una

lettura esclusivamente morfologica, ma da cari-

care di un più complesso significato problemati-

co che inglobi i segni della storia nella più vasta

accezione, le sue ideologie, le sue prospettive. In

una civiltà come la nostra che è per definizione

civiltà urbana, il «materiale» costituisce dunque

una parte essenziale anche della nostra identità an-

tropologica e culturale.

Tra gli spazi di confronto aperti da questa ri-

cerca, un elemento decisivo riguarda la sua mira

a costituire un punto di riferimento storico-critico

e una memoria fedele, utile per le decisioni urba-

nistiche e per gli interventi operativi a cui sarà sog-

getta in futuro questa «patria particolare». La vi-

cenda della storia specifica della città, anche se in-

teressata in un giro di più ampie dimensioni, do-

vrà pur sempre fare i conti con la specificità del

luogo. In questo senso si può ancora sottolineare

come l'analisi storica si possa intendere come stru-

mento di continuità critica per il progetto.

Per Torino, la ricerca prodotta dal Politecni-

co sui beni culturali ambientali costituisce una uni-

forme radiografia della sua struttura, colta e in-

terpretata in un preciso momento della vita della

città; dunque con la pregnanza di dati confronta-

bili sull'intera estensione del territorio comunale,

di interpretazioni riconducibili alla dimensione di

una nuova fonte conoscitiva generale, di un au-

tentico strumento di consultazione.

Per scontornare meglio il senso delle scelte criti-

che operate sui contesti indagati al fine della indi-

viduazione e della valutazione del patrimonio cul-

turale ambientale, pare di qualche chiarimento ri-

percorrere storicamente alcune fasi essenziali del

processo di costruzione di questo specifico spazio

costruito e antropizzato, con adesione convinta al

concetto della «città come archivio» (e rimando

alla accezione introdotta da Giovanni Maria Lu-

po e da Luciano Re nel 1978).

Uno dei caratteri riconosciuti spesso come pe-

culiari della città di Torino — la conclamata uni-

formità morfologica dell'impianto urbanistico ad

isolato — in realtà costituisce soltanto un aspet-

to, neppure il più significativo, di una struttura

che si regge invece su una precisa ossatura di assi

e direttrici, la quale ha sostenuto i processi di

espansione dell'abitato nelle fasi nodali della sua

strutturazione.

Se esiste infatti una effettiva uniformità di pla-

nimetria e di immagine derivata dalla rigida rego-

lamentazione attiva già a partire dal Seicento, ap-

pare tuttavia contestuale e prevalente la rigorosa,

cartesiana, configurazione dei molteplici assi ret-

tori del tessuto urbanistico, organizzata secondo

una griglia che attraversa e sostiene fisicamente e

funzionalmente le parti, anche separate, della

struttura della città.

Questa presenza è in effetti l'elemento di più

decisiva connotazione urbanistica di Torino e ne

costituisce un carattere tipizzante essenziale. Ben

oltre quindi l'ambito riduttivo proprio delle let-

ture morfologiche e delle proposte urbanistiche di

espansione «ad isolato», si potrà cogliere il senso

autentico della conformazione fisica, ma anche

funzionale, della città soltanto confrontandola con

la forte polarizzazione che è implicita in una strut-

tura costruita storicamente «per assi» e con le lo-

ro connessioni territoriali.

A questo aspetto si collega, come fenomeno

preciso e altrettanto peculiare della città, una lu-

cida organizzazione della griglia stradale che con-

creta una città fortemente gerarchizzata, proget-

tata con attenzione costante alla dimensione ur-

banistica. Sull'elemento architettonico e sugli stessi

insiemi microurbani è sempre risultato prevalen-

te infatti, fino al tardo Ottocento, il progetto corn-

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