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rica. Trovo in esso segnati, con cenni biografici, data di condanna
e pena inflitta, ben oltre 750 nomi. A poco più di forse due cen–
tinaia salgono le assolutorie, non sempre disgiunte però dalla sor–
veglianza della polizia.
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Il fatto di San Salvario, comunque voglia giudicarsi, fu tale che
traccia imperitura di' lui rimase nella storia. Non era perciò fuor
di luogo che un ricordo per modesto che fosse rimanesse a testi–
monio di quel primo impulso dato da generosi cittadini alle li–
bertà italiane; tanto
più
che il nobile quanto arrischiato tentativo
non era rimasto senza frutti.
È
dovere di cronista il registrare tuttavia che l'idea di perpe–
tuare quel fatto con adeguato monumento non ebbe appoggio ma–
teriale che da pochi, forse temendo i più che col porgere le loro
offerte per la sua erezione vi si annettesse una tacita dichiarazione
ad altro ordine d'idee politiche non unissone a quelle universal–
mente dagli italiani condivise.
L'errore era evidente, ma non si arrivò cosi presto a correg–
gerlo si che gli amanti dell'ordine ad ogni costo c perciò contrari
ad ogni manifestazione di piazza, potessero con cuor tranquillo por–
gere anch'essi il loro tributo all'erezione di quel solenne ricordo
dei primi fremiti di libertà nella capitale del Piemonte.
Il Comitato dei veterani del rSz r, che ne promosse l'erezione,
composto dei signori: Generale Avezzana, presidente, cav. Garda,
conte Michelini, dotto Anfossi, cav. Sorisio, segretario, e dei pro–
fessori Tonso c Patrucchi, poco si curò di quell'indifferenza od
apatia che dir si voglia, camminò imperterrito alla meta, e
la
rag–
giunse.
Con le proprie e poche altre volontarie oblazioni mise assieme
un duemila lire e chiese al Municipio la concessione del sito ave
erigerlo, sul piazzale di S. Salvario, esprimendo in pari tempo fi–
ducia che il Municipio prestasse pure il suo patriottico concorso.
Nella seduta del r8 novembre r872 il Consiglio Comunale vo–
tava infatti un concorso di lire 3000, onde l'
obelisco
che s'intendeva
erigere potesse essere eseguito sul disegno modificato, a meno mo–
deste proporzioni, dall'ing. Gabetti, capo dell'Ufficio Edilizio mu–
nicipale.