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-- I45 -

ziali nell'esercito) che s'erano posti a capo di circa un

200

gio–

vani, quasi tutti studenti, fra i quali notavansi josti, Beolchi (che

poi del moto del

182 I

scrisse una troppo breve ed appassionata

storia), Gioachino Simondi, Carta, Fechi ni, ecc. Con essi stavano

non

più

di

80

soldati quando il Ferrero inalberò la bandiera pro–

clamando la Costituzione di Spagna) guerra all' Austria, indipen–

denza d'Italia.

Fu ardimento sublime: meno di

300

generosi) i più de' quali

quasi inermi affrontavano

4000

soldati chiamandoli ad insorgere

in nome della patria, della libertà. Lusingavansi essi, a quanto mi

è dato conghietturare, sovra una sommossa popolare suscitata dal–

l'audace impresa: fallirono nei calcoli loro: non trovarono -che

apatie e paure: nessuno si mostrò sdegnato da quello slancio di

amor patrio ma nessuno ardi farvi plauso e darvi aiuto.

Tentò il colonnello Raimondi di ridurre ad obbedienza il co–

raggioso Ferrero, senza riuscirvi,

a preghiere,

a minaccie. Il

Re intendeva porsi a capo del presidio e presentarsi agli insorti,

ma ne fu dissuaso dai ministri.

Il reggimento delle Guardie e Piemonte Reale, accorrevano,

d'ordine del Revel, a S. Salvario, e schieravansi di fronte ai sol–

levati, ma con un contegno che dimostrava chiaramente non esser

intenzione loro di combattere contro quelli. Per lo contrario im–

perversava uno squadrone di carabinieri comandato da un Carava–

dossi) il quale inutilmente esortava il Ferrero ad accettare l'amnistia

offerta a lui ed ai suoi.

Stette saldo, imperterrito e nemmanco accondiscese alle istanze

del cav. Radicati di Brozolo) il quale) a nome del Re, offeriva la

promulgazione della Costituzione bavara invece della spagnuola.

Da sette ore le due schiere stavano di fronte e Ferrero vedendo

non muoversi la cittadinanza, nè arrivare di cittadella gli aiuti

sperati e promessi, onde evitare il pericolo di venir circondato da

truppe, varcava il Po al Valentino e dopo aver per breve sostato

sul colle quasi in atto di sfida, recavasi a Chieri e quindi ad A–

lessandria ove giungeva il giorno

13

del mese.

L'arditissima impresa era sventata e giustizia vuole che dando

ai generosi che, per amor di patria, la tentarono, le maggiori lodi,

non si dissimuli che grandemente lodevole fu la moderazione del

Governo) per la benigna natura del Re, abborrente dal sangue e

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