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cenno; molti e sommi storiografi ne trattarono con dovizia di

dottrina c ricca copia di documenti senza che la difficile questione

siasi sciolta ancora.

Attorno a quest' elettissima schiera vennero a rannodarsi poi

molti membri dell'aristocrazia e tutti i vecchi soldati napoleonici,

offesi

dallo sprezzo in cui erano tenuti in Corte e dal Governo.

Michele Regis, colonnello del reggimento di Savoìa, Ansaldi, te–

ncnte-colonnello,

T'arella, maggiore, Pacchiarotti, Ceppi, Garelli,

Palma, Enrico, Radice, Rossi, tutti ufficiali nell'esercito, furono tra

i

più

caldi fautori di novità. A costoro accostavansi poi il mar–

chesc di Priero e que' due sommi che furono Emanuele Dalpozzo

Della Cisterna ed Ettore Perronc, illustre soldato napoleonico,

Le masse, checchè siasene detto, senza tener buon conto dei

fatti, desideravano di certo miglioramento politico, ma non idea–

vano rivoluzione: affezionate da secoli ai loro Principi, non pote–

vallo volere Costituzione ottenuta a dispetto della volontà del Re.

I savoiardi tendevano a reazione, i genovesi sospiravano ancora il

restauro della repubblica loro e quanto venisse dal Piemonte era

per essi il mal capitato.

I primi moti eruppero in Torino ed i costituzionali ebbero ad

affermare che furono estranei ai disegni loro: con tuttociò prova–

rono quanto fosse potente il turbinare delle idee nuove ed accen–

navano a turbolenze più gravi.

La sera dell'

I I

gennaio, essendo in tempo di carnevale in cui

eran permesse le mascherate, alcuni giovani comparvero al Teatro

D'Angennes col berretto frigio in capo . Pare accertato che nes–

suno di essi volesse far altro che importare in Torino un'antica

usanza popolare del carnevale, ma

la

polizia, irritata ed esacerbata

dallo stato di peritanze e di paure in cui trovavasi, vide in quella

comparsa una manifestazione delle idee rivoluzionarie del

179

I

e

con grande violenza si arrestarono que' giovanotti. Non

è

qui

luogo di narrare come contro gli studenti insorti a difesa de' com–

pagni il governatore torinese improvvisamente mandasse truppe,

onde ne succedette uno scontro in cui troppo sangue di giovani

inermi fu versato. E peggio sarebbe accaduto se Angelo Olivieri,

capitano di cavalleria, Cesare Balbo, Guglielmo Moffa di Lisio ed

il colonnello Ciravegna non avessero impedito maggiori orrori.

Queste sevizie rendevano più odioso il Governo, più popolare

il Principe di Carignano che avealc disapprovate, e che generosa-