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le integrali d'un ordine qualunque, analoga a quella di Newton per le

potenze e le radici.

È

questo il solo scritto che dettasse in lingua italiana.

Nell'anno seguente (17 55), non essendo ancora ventenne, inta–

volava carteggio col celebre Eulero per comunicargli i primi saggi

di quel

Metodo delle variazioni

che basterebbe da solo ad immor–

talare il suo nome. L'avea escogitato per rispondere all'Eulero

stesso, che dieci anni addietro avea proposto ai dotti, senza mai

ottenerne soddisfacente risposta, il problema di trovare un metodo

di calcolo libero da qualsiasi considerazione geometrica.

Eulero accolse con sorpresa e con plauso il trovato del giovane

suo rivale, e tanto incoraggiavalo che questi, in nuovo scritto, de–

scriveva l'applicazione del suo sistema ai quesiti di dinamica.

Professore di matematica alla scuola d'artiglieria, a soli 19 anni,

trovossi in relazione col fiore della

gioventù ;

contrasse amicizia

col Cigna e col Saluzzo e con essi due fu poi fondatore dell'Acca–

demia delle Scienze.

Il primo volume degli atti di questa società, comparve nel 1759

ed è quasi interamente composto di lavori del Lagrange sui punti

più difficili di analisi, di meccanica, di acustica, trattati in confronto

alle opinioni, sommamente discrepanti fra loro, dei più grandi geo–

metri di quei tempi, Eulero, D'Alembert e Daniele Bernoulli.

La pubblicazione di queste memorie fece si grande impressione

che Eulero stesso faceva iscrivere fra i soci dell' Accademia di

Berlino

il

Lagrange, il quale si alzava ad essergli emulo in età in

cui si suol essere poco più di scolaro.

Questo accadeva

il

2

ottobre 1759.

Nel 1762 si pubblicò

il

secondo volume degli atti dell'Accademia

Torinese e questo recò nuova fama al Lagrange, che vi sviluppò

il suo metodo sulle variazioni in modo da fare meravigliare i più

dotti. D'Alembert grandemente si congratulava del successo.

L'Accademia Parigina avea intanto proposto un vistoso premio

alla migliore opera sulla librazione della luna; concorsero i più

celebri matematici, ma

il

premio toccò, nel 1764, al Lagrange, che

contava appunto

28

anni d'ed.

Egli fu allora a Parigi, ma presto, in seguito di grave malattia,

dovette tornare a T orino, ove si consacrò a ricerche sul calcolo

integrale, sulle differenze parziali e i movimenti dei fluidi e sopra

i metodi d'approssimazione.