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litare nell' esercito che tanti danni avea portato alla patria sua, "si
ricuso alla lusinghiera chiamata. Si consacrò tutto a servizio della
patria in uffizi civili. Impiegato nel corpo degli ingegneri di acque
e strade in Venezia, fu nel 1820 chiamato come membro della
Giunta del Censimento a Milano ove stette fino al 1829, anno in
cui ritornò a Venezia come ingegnere-capo del Genio Civile . Ispet–
tore idraulico nel 1833, direttore generale delle pubbliche costru–
zioni, riuscì a comporre secolari controversie sulla regolazione del
Brenta e del Bacchiglione, ideò e mise ad esecuzione un piano per
la sistemazione dell' Adige coordinato alla bonificazione di vastissimi
terreni paludosi, ed infine compiè , in mezzo a mille formidabili
ostacoli, le importanti e celebratissime opere dei
-murazzi
di Mala–
mocco e del miglioramento di quel porto.
La grande e bella fama che in questi difficilissimi lavori erasi
acquistata fece sì che il Governo austriaco per ben tre volte lo
chiamasse in Ungheria. Nel 1842 per dar parere sulla regolazione
del canale del Danubio tra Buda e Pesth; nel 1846 sul corso della
Theiss, infine nel 1848 per un miglioramento del porto di Fiume.
Quando, addì 22 marzo 1848, Venezia si proclamò libera e retta a
Governo repubblicano, con Daniele Manin a presidente, il Paleocapa
fu Ministro degli interni e de' lavori pubblici del Governo provvisorio.
Propugnatore dell'unione col Piemonte, si recò al campo di Carlo
Alberto per implorar soccorso, pur non nascondendo nella sua lealtà
che Venezia intendeva mantenersi libera nella scelta di Governo.
Portò a Torino il plebiscito d'unione che fu solennemente accet–
tato colla legge del 27 luglio 1848.
Caduta ogni speranza di salvar Venezia da nuova invasione au–
striaca, nel 1849 Paleocapa ricoverò in Piemonte, ove la fama che
lo avea preceduto gli fece presto stringer relazione con uomini
sommi e gli schiuse la via alle più alte cariche dello Stato.
Nel ministero Casati, detto di fusione, tenne il portafogli dei
lavori pubblici. Caduto il gabinetto egli accettò il grado d'ispettore
del Genio Civile e stette in tal carica fino al novembre 1849, quando
Massimo D'Azeglio chiamava lo a far parte del Consiglio della Co-
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rona come Ministro dei lavori pubblici. Accettò dal D'Azeglio
la
carica"che poc'anzi invano gli aveva offerto il Gioberti.
Per molti anni il Paleocapa tenne il portafogli dei lavori pub–
blici, avvegnacchè il conte Cavour avesse saputo apprezzarne, quanto
il D'Azeglio, i grandissimi pregi d'intelletto e di carattere.