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Non
è
cer to condotto secondo i precetti dell'arte classica che
tanto sorrise alla serena men te dei Greci, e che ricopiaron o con
precisione i Romani. Uno scultore antico non avrebbe forse fatto
concreto, immobilizzato nel bronzo un movimento cosi vivace, cosi
complesso, cosi rischioso; ma pochi artisti, classici o non, avreb–
bero saputo, come il Balzico, in questo suo cavallo e cavaliere,
cogliere la verità, una
verità
difficile d'un momento, ma eminen–
temente drammatica e quind i artistica.
La materiale esecuzione del monumento fu anch'essa cond otta
con rara maestria;
il
cavallo è un vero capolavoro; quella sua
testa piena di dolore, di terrore, di spasimo, d'agonia basta per
farne dichiarare l'autore un grande artista. La
verità
alla bel–
lezza mcglio non poteva accoppiarsi. Ogni particolarità
è
cu–
rata con un'attenzione, con un amore, con una coscie nza che
davvero si meritavano
la
felice riuscita a cui arr ivaro no. L'occh io
dell'osservatore, quello dell'esperto anatomico deve riconoscere che
cosi gonfiano le vene, cosi inturgidiscono i tendini, così at teggiansi
i muscoli nel cavallo che muore : l'occhio d'ognuno è colpi to istan–
taneamente dal grande effetto dell'insieme e sente quasi stringersi
il cuore all'aspetto delle sofferenze di quel povero animale.
La bellezza così completa, cosi superiore del cavallo fa forse
un po' di danno al cavaliere che
è
pure modellato a perfezi one.
Però posando un po' più particolarmente l'occhio e propriamente
dalla parte a cui il Duca volge la faccia, tutta se ne ammira la
perfetta euritmia,
la
solidità
del modello, la verità e una certa
grazia assai bene acconcia al tipo della figura, con cui
è
trattato
quell'Eroe: animato, spiccante sul fondo del cielo, e quasi irra- .
diato nel volto da uno sguardo lampeggiante, pare si muova, si
slanci innanzi e s'oda il grido di comando ch'esce da que l gene–
roso petto.
E il primo giudizio del popolo torinese che ammirò cosi poten–
temente scolpita l'effigie del Principe da lui pietosamente ricordato,
fu un lungo applauso, un' ovazione che coronò quindici anni di
lavoro d'un coraggioso artista, felicemen te audace e novatore.
L'inaugurazione ufficiale del monumento ha per storico docu–
mento il seguente
atto,
che con le firme del Re, dei RR. Principi
e di tutti
i
personaggi presenti alla funzione, conservasi negli Ar–
chivi della città di Torino.