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e in più occasioni seppe dare luminosissime prove de'suoi talenti
militari, del suo sangue freddo, dell'individuale coraggio, della pron–
tezza d'avviso e di giudizio, in pari tempo che si mostrava att en–
tissimo ad ogni bisogno de'suoi soldati, amorosissimo cogl'ufficiali.
Mercè il suo saggio proced ere la fort ezza di Peschiera s'arrese, il
giorno stesso che s'otteneva
la
bella vittoria di Goito. Al Duca
Ferdinando in premio del suo felicissimo ed onorevole distinguersi
venn e affidato il comando della quarta Divi sione. E a capo di quella,
che fu una delle più valenti divisioni del piccolo ma valorosissimo
esercito piemontese, il Duca di Genova combattè egregiamente a
Sommacampagna il
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luglio , e
il
dì dopo in quella funesta"di Cu–
stoza, ove
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mila austriaci dovettero lottare un giorno int ero per
vincere
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mila piemontesi, stremati di forze per aver combattuto
due giorn i contro un nemico sempre rinnovant esi, estenuati dalla
fame, dal caldo, dalla set e.
A Milano combattè pure con pari ardire, e fu miracolo se potè
salvare lui e il padre suo dal furore di quella plebe che nella sfor–
tuna non riconobbe l' ardito valore e gridò al tradimento.
Ferdinando uscì l'ultimo da quella città e fu lui che agli au–
striaci ricons egnò Milano, vinta ma non doma.
Rifiutò la corona di
Re delle Sicilie
che un'eletta Deputazione
di quelle terre gli era venuta offrire fin da quand o le nostre armi
erari
vittoriose sul Mincio. Parve a Ferdinando, e giustamente, che
più
utile riuscisse alla sua patria servirla eflìcamente condottiero di
esercito che amarla da Re lontano.
Concluso coll'Austria l'armistizio del 9 agosto 1848) di proposito
si pose all'opera di riformare l'esercito per quanto a lui fosse pos–
sibile, riparando a quei difetti che aveva potuto notare nell'o rdi–
namento e nell'istru zione del soldato. E la sua Divisione già ec–
cellent e fu ancor a delle esemplari ; quella che, forse meglio d'o gni
altra, osservò più severa la disciplina, fonte indubbia di buon esito
nelle più arrischiate imprese.
Durante quella tregua scrisse memorie su quanto aveva operato
o veduto operar e dall'esercito piemontese in quel primo periodo
di guerra ; e nel secondo che scoppiò nel marzo 1849, non meno
brillantemente si distin se, sì che non gli fu immeritato premio,
l'aurea medaglia al vale r mil itare che col plauso dell' esercit o, te–
stimon io delle sue prodezze, gli venne concessa .
Ed invero, nella memorabile quanto infausta giorna ta di Novara,