Table of Contents Table of Contents
Previous Page  69 / 336 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 69 / 336 Next Page
Page Background

- 45 -

e in più occasioni seppe dare luminosissime prove de'suoi talenti

militari, del suo sangue freddo, dell'individuale coraggio, della pron–

tezza d'avviso e di giudizio, in pari tempo che si mostrava att en–

tissimo ad ogni bisogno de'suoi soldati, amorosissimo cogl'ufficiali.

Mercè il suo saggio proced ere la fort ezza di Peschiera s'arrese, il

giorno stesso che s'otteneva

la

bella vittoria di Goito. Al Duca

Ferdinando in premio del suo felicissimo ed onorevole distinguersi

venn e affidato il comando della quarta Divi sione. E a capo di quella,

che fu una delle più valenti divisioni del piccolo ma valorosissimo

esercito piemontese, il Duca di Genova combattè egregiamente a

Sommacampagna il

23

luglio , e

il

dì dopo in quella funesta"di Cu–

stoza, ove

60

mila austriaci dovettero lottare un giorno int ero per

vincere

25

mila piemontesi, stremati di forze per aver combattuto

due giorn i contro un nemico sempre rinnovant esi, estenuati dalla

fame, dal caldo, dalla set e.

A Milano combattè pure con pari ardire, e fu miracolo se potè

salvare lui e il padre suo dal furore di quella plebe che nella sfor–

tuna non riconobbe l' ardito valore e gridò al tradimento.

Ferdinando uscì l'ultimo da quella città e fu lui che agli au–

striaci ricons egnò Milano, vinta ma non doma.

Rifiutò la corona di

Re delle Sicilie

che un'eletta Deputazione

di quelle terre gli era venuta offrire fin da quand o le nostre armi

erari

vittoriose sul Mincio. Parve a Ferdinando, e giustamente, che

più

utile riuscisse alla sua patria servirla eflìcamente condottiero di

esercito che amarla da Re lontano.

Concluso coll'Austria l'armistizio del 9 agosto 1848) di proposito

si pose all'opera di riformare l'esercito per quanto a lui fosse pos–

sibile, riparando a quei difetti che aveva potuto notare nell'o rdi–

namento e nell'istru zione del soldato. E la sua Divisione già ec–

cellent e fu ancor a delle esemplari ; quella che, forse meglio d'o gni

altra, osservò più severa la disciplina, fonte indubbia di buon esito

nelle più arrischiate imprese.

Durante quella tregua scrisse memorie su quanto aveva operato

o veduto operar e dall'esercito piemontese in quel primo periodo

di guerra ; e nel secondo che scoppiò nel marzo 1849, non meno

brillantemente si distin se, sì che non gli fu immeritato premio,

l'aurea medaglia al vale r mil itare che col plauso dell' esercit o, te–

stimon io delle sue prodezze, gli venne concessa .

Ed invero, nella memorabile quanto infausta giorna ta di Novara,