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masse che unanimi lo acclamano loro capo, assale l'arsenale, distrugge
l'armeria, fuga i batta glioni croati sbalorditi dall'improvvise e mi–
nacciose turbe, arresta a sua volta Gov ernatore e Comandante te–
deschi, libera Venezia, vi proclama la Repubblica. Il
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mar zo fu
l'epopea della sua vita.
Ma se per principio o per altre insinuazioni, se il ricordo di quat–
tordici secoli di gloria lo fece decidere pel momento a quella form a
di governo , non scordò che Venezia era terra d' Italia, e che per
questa gi;\ lottava il Piemonte. Da Presidente scese a Dittatore c
venne volenteroso a porsi suddito di Casa Savoia) che già presagiva
sarebbe
concorsa lealmente a fare l'Italia) a renderla una ed indipen–
dente.
L' esult anza. di cui s' animava il Bel Pa ese all' idea che la traco–
tanza austriaca stava per finire durò sventuratamente poco ;
il
Pie–
monte, scon fitto a Milano , dovette restituire le terr e lombarde e con
esse la Venezia. La notizia dolorosa corse veloce a ridestare l'alato
leone di di San Marco, e quel popo lo di nuovo in tumulto ricon –
fida il comando supremo a Manin; sprezza col nemico ogni imbelle
sommessione, preparasi risoluto a disperata resistenza, sicuro che il
senno, l'energia, il corag gio dell'eletto duce ben cara avrebbe fatta
costare
la
vittoria al baldanzoso ted esco.
È
una città contro un impero,
è
la libertà contro
la
tirannide,
è
una lotta troppo impari quella cui cimenta si Venezia) ma nè fa–
tiche, nè pericoli, nè avversità d'ogni fatta disperano quel popolo
che col proprio sacrificio, col proprio eroismo tesse un manto di
gloria alla patria.
Ma venne finalmente il giorno in cui più non si trovò uno scudo,
più non s'ebbe pane, più non rimase una carica di polvere , e la
peste,
la
fame, l'incendio stremò quell a fort e città. S'arrese allora
Venezia, ma non la vinse l'Austria.
Manin, col cuore straziato da tanti disinganni, prese con
la
fa–
miglia la via dell'esiglio. Si recò in Fr ancia cercando colà, al sole
caden te d'un'altra repubblica, un'ultimo raggio di quella libertà tanto
agognata.
L'attendevano su quella terra di rifugio nuove e più dolorose scia–
gure; a Marsiglia , la moglie sua amati ssima, da tanti anni fedele
compagna alle glorie ed ai rischi del consorte, moriva di colèra ; a
Parigi, dove Manin traeva modesta esistenza insegnando l'italiano,
il greco, l'inglese, il ted esco, perdeva la prim ogenita e diletta fi-