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stiamo

al

Con iglio delle Ricerche e per esso allo Stato, ben

valutiamo

il

pe o del tributo che ancora si paga all'e tero, non

solo per materiali, ma anche per idee, cioè per li.::enze di bre–

vetti, per uso di progetti e disegni. Questo è

il

campo della

lotta: è qui che noi ci sforziamo di segnare ogni giorno una

nuova vittoria, frno a giungçre, come vogliamo e dobbiamo,

perchè nel campo dell'elettrotecnica ciò non è affattQ impossi–

bile, ad essere noi as ai più e portatori che importatori di pro–

dotti e di idee.

«

Già nuove macchine, nuovi congegni, nuovi apparecchi

di misura sono' usciti dai nostri laboratori e si affermano in

Italia. e fuori. La strada da percorrere è lunga e difficile. Dob–

biamo lottare con i colo si, intorno a cui, sul mercato interna–

zionale, gravita

~

si concentra tutta l'industria elettrica. Essi

sono pochi e, in un certo senso, costituiscono vere potenze mon-

.diali. Di .

f~onte

ad essi le nostre ditte, anche ·perchè disgraziata–

mente troppo numero e, riescono per ora a mala pena a difen–

dersi nel campo trincerato del mercato interno, e non comple–

tamente, e non enza trappi alla loro indipendenza. Nessuna

di codeste indu trie potrebbe pen are di dotarsi per conto pro–

prio di un istituto di ricerca, quale è e quale sarà l'Istituto che

lo Stato ha creato per il loro e per il comune vantaggio, nuova

affermazione della dottrina corporativa.

«

Le richieste di collaborazione, che ogni giorno ci perven–

gono dall'indu tria, già over hiano le po sihilità dei nostri mezzi

di lavoro. Noi ci sforziamo di moltiplicarli, ma ve n'è uno, il più

importante, che non può e ere forgiato se non gra.dualmente:

gli uomini. La chiera i accre ce di sempre nuove reclute; ma

il

no tro mestiere è duro, e o richiede vocazione ed abnega–

zione. Noi lavoriamo tutti ùniti, animati da un mede imo

ideale, e se per un ver o potremmo forse paragonarci ad una

<:omunità religio a, mi è più spontaneo pensarci come lo stato

.maggiore e l'equipaggio di una nave da guerra, lanciata a com-

piere un'ardua e bella mi ione.

«

Se ci teniamo pronti quando la Patria chiami, a tornare

sotto le bandiere e ad es ere di nuovo anche formalmente sol–

dati~

soldati tuttavia ci sentiamo nella no tra opera quotidiana,

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