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da bimbo, e al seggiolone (N. 30 e 31); fi­

nalmente agli strumenti musicali da corda

(N. 33 e 36); e ritorniamo alle armi.

Ecco (N. 32) una pregevole Armatura in­

tera, ma incompiuta, chè mancano le scarpe,

appartenente al marchese di Vilianova. E

tutta ornata di bande brunite, alternate da

altre con fogliami, e dì fregi, nei contorni,

incisi all’acqua forte, su fondi dorati. Ha il

brocchiere con lo stesso lavoro, e lo stemma

degli Scarampi. È, forse, opera di armajuoli

milanesi della fine del secolo XVI.

Con i N. 38 e 39, 61 e 64, sono segnati

quattro archibugi sardi da caccia, con accia­

rini alla spagnuola. L ’ archibugio lungo a

ruota, tedesco (N. 40), ha la canna quadra,

e la cassa di pero, scolpita con cacce. Al

n. 42 è un « Tagliacollo (?!?!) (fine XV se­

tt colo) ».

Tagliacollo

?! 0 dove, diamine, han

trovato questa vociaccia? Se è un

Taglia-

collo,

potrebbe, anche, essere un

Tagliabrac-

cio,

un

Tagliagambe,

e che so io. E la

man­

naia

del carnefice quando usava, si sarebbe

dovuta chiamare

Tagliatesta o Tagliamano,

secondo che si adoperava per l ’ una o per

l ’altra

funzione

? Ma tu come chiameresti

quest’arme d’asta?

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