NUOVI LAVORI NEL CASTELLO E BORGO MEDIOEVALE
L
a Commissione di Storia e dell'Arte che,
seguendo le direttive segnate da Alfredo
c'Andrade. dotò la città di Torino del gioiello
formato dal Castello e dal sottostante Borgo
Medioevale, quando fra il 1882 e il 1884 li innal
zava, dovette superare oltre a quelle artistiche,
notevolissime difficoltà finanziarie. Tantoché, mal
grado i miracoli che essa seppe fare e che sono
documentati dalla somma di sole L. 550.000 spese
per la costruzione e l'arredamento del Castello
e del Borgo, si trovò a chiudere il suo bilancio
con un deficit di circa L. 100.000 al cui pagamento
provvide il Municipio di Torino assumendo in
compenso la proprietà di tutta l'opera.
Ciò spiega come non tutto quanto era stato
progettato abbia potuto essere eseguito, e che
fino ad una diecina di anni fa abbiano potuto
•sussistere tanto nel Castello che nel Borgo pa
recchie lacune. Appena ebbi l'onore di essere
chiamato dalla fiducia deH'Amministrazione Civica
di Torino a prendere la successione del Marchese
Fernando di Villanova come Sopraintendente al
Castello e al Borgo, ho dato tutta la mia opera per
cercare di colmarne almeno le principali, e nello
stesso tempo di compleure l'opera alla cui costru
zione io aveno avuto la fortuna di collaborare.
Nel Castello l'altare della Cappella era rimasto
privo del grandioso Trittico fiammingo che aveva
figurato nel 1884 grazie al grazioso prestito della
nobile famiglia Pensa di Marsaglia, il quale trittico
in questi ultimi anni é purtroppo emigrato a
Bruxelles. Per togliere all'altare quel senso di
nudità che tale mancanza generava ho provveduto
nef
1927.
d'accordo col Dott. Rovere, allora
Direttore dei Musei Civici, a farvi trasportare
dal Museo d'Arte antica un Trittico scolpito in
legno, di scuola probabilmente borgognona, che
colà non aveva trovato posto adeguato.
Senonché per la nuova sistemazione del Museo
Civico nel Palazzo Madama é risultato necessario
ii ritorno del detto Trittico originale al Museo,
per cui ho ottenuto di fame eseguire copia che
è riuscita egregiamente come appare dalla foto
grafia qui riprodotta.
Al Museo Civico d'Arte antica giaceva inope
rosa. fin dall'anno 1911, la riproduzione della
Pianta di melograno in ferro battuto del Castello
d'Issogne che era stata eseguita pel Padiglione
Piemontese dell'Esposizione di Roma di tale anno
e che era di là tornata a Torino. Hd pensato
che essa avrebbe trovato più propizia sede nella
Piazza del Borgo, ed a ciò autorizzato, ho fatto
eseguire in pietra la vasca per l'acqua copiandola
esattamente da quella del Castello d'Issogne, ed
ho collocato il tutto nella predetta Piazza. E che
esso si trovi al suo poeto panni possa provarlo
quanto ebbe a rispondermi un amico compstente
in materia, il quale interrogato da me se trovava
che la fontana stesse bene colà, mi rispose: « Ma
non vi è sempre stata?».
Nell'Osteria di S. Giorgio si vedeva fino a
pochi anni sono un tettuccio di lamiera ondulato
sostenuto da pochi legni ed addossato al muro
dal Cortile di AvigUana, sotto il quale il garante
dall‘Osteria ara sotto d estate a prendervi
cada
famiglia la sua refezioni.
Ho chiatto al Pbdestà Conto « Revel ii par-
• fetta costruire, taghendons gli
* * *
.........
un portico in
muratura
nel
cui interno ho fatto
riprodurre due delle
scene caratteristiche dipinte
sulle pareti del
porticato del Castello d'Issogne,
quelle cioè che
rappresentano il Corpo di Guardia
ed una Bottega da
fruttivendolo e da pizzicagnolo.
Ho scelto tali soggetti perché mi parvero
specialmente adatti al luogo e perché i visitatori
potessero godere cosi di una nota che nel Borgo
mancava.
La grande sala delt'Osteria di S. Giorgio, che
sta al pianterreno della casa detta di Ozegna,
per
le rag'-
"addette era rimasta fin qui
colle pareti
nuue e
coperta da un moderno sof
fitto piano. Essa aveva nel frattempo servito a
parecchi e svariati usi a partire da quello di magaz
zino, per diventare piccolo Museo di Architettura
e poi tornare a quello per cui era stata costrutta,
cioè a ritrovo di commensali. Ed in essa si tenevano
infatti banchetti anche ufficiali, durante i quali
più stridente appariva il contrasto sorgente tra
l'aspetto suo e quello dell'ambiente circostante.
Perciò ho chiesto alla Civica Amministrazione
l'autorizzazione di curarne una adeguata decora
zione, ed ho quindi progettata e fetta eseguire
quella che è riprodotta nelle fotografie che accom
pagnano questo scritto.
Trattandosi di una casa i cui elementi costrut
tivi e decorativi furono tolti dal Castello di Ozegna
e da altre fabbriche Canavesane, ho rifatto il sof
fitto in legno a somiglianza di altri di tale regione,
nel quale ricorrono gli stemmi delle principali
famiglie del Piemonte e dai Signori dei Caitolli
riprodotti nella Sala, alternati da metti
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