O M A G G I O Al SANI TAR I DI G U E R R A
C
ompiendosi il ventesimo anniversario (1915-
1935) della Grande Guerra, il periodico
sanitario torinese « Minerva Medica », diretto
dai professori universitari sen.
Micheli, Ceconi
e
Uffreduzzi
e dal dott.
Oliaro,
rese patriottico
omaggio al Corpo sanitario italiano per l'opera
umanitaria prestata durante l'ornai storico periodo
guerriero provocatodall'ambizione di persone che,
tuttavia, ne subiscono la giusta pena col sopravvi
vere ai milioni di morti, di feriti, di danneggiati.
L'omaggio è compendiato nel numero del
periodico, pubblicato il 26 maggio u. s., il quale,
oltre alcune pagine di cronistoria, riporta una
sene di ricordi di Medici militari, di carriera e
d'occasione, che onorano il Corpo sanitario mili
tare italiano e la memoria dei Caduti, cui l'Italia
deve il compimento della propria uniti geografìa,
politica, demografica.
Il numero dei Medici che parteciparono alla
guerra ascese a circa 18 mila, e, di essi, ben 642
vi morirono, di cui 370 avendo dovuto parteci
pare a combattimenti.
L'eroismo del Corpo sanitario militare fu ono
rato con circa 1500 medaglie al valor militare e
circa 2000 croci di guerra, oltre numerosi encomi
solenni.
Attestazione delle benemerenze del Corpo
sanitario
è
contenuta nelle seguenti parole scritte
da Benito
Mussolini:
« Ho visto i Medici italiani in un momento
nel quale si rivelarono non solo le qualità profes
sionali, ma le qualiti più profonde e umane.
« I Medici, durante la guerra hanno bene
meritato della Nazione.
« Centinaia di migliaia di feriti, di mutilati,
di combattenti, hanno, verso i Medici italiani,
un debito di gratitudine eterna ».
Altra giusta attestazione dei meriti del Corpo
sanitario militare è il monumento che venne
eretto ai Caduti, nella Scuola di Firenze; autore
Arrigo Minerbi, il quale la illustrò con queste
parole: « il Medico che, fra le raffiche di morte,
riaccende la vita».
• • •
Il
numero speciale
della «
Minerva Medica »,
riccamente illustrato con fotografìe dal vero, si
apre
con una serie di scritti cronistorici sulle
guerre
trascorse, sull‘ultima, suite aeree deU'av-
venire
e sui relativi mezzi di distruzione, pur
troppo, in via di perfezionamento.
Seguono le interessanti impressioni di nume
rosi Ufficiali medici che sarebbe doveroso per
tutti
il legtere, onde rendere omaggio ai valorosi
scienziati che, deposte le armi, ritornarono ai
lavoro, dall'atto dette Cattedre universitarie, nette
corsie ospitaliere, nei pubblici uffici, fra le popo
lazioni comunali.
Ne apre la serie il prof. Raffaele Poolucci.
oggi Direttore della Clinica universitaria di Bo
logna, ieri l’eroe dell'austriaco Viribus un# t/s.
Egli predò servizio marinaro, pur desiderando
ritornare fra i compagni bersaglieri; ma il suo
Contendente, il quale rfhrmò che e la Patria si
serve dovunque>, glielo unpadi: qgfi compì egual
mente il propno dovere ad q p rese omaggw ai
nomi dei prodi Medici di marina ed alle cifre
relative al servizio sanitario; feriti della R. Marina
635 mila con 4.887.016 giornate di degenza sulle
navi e negli ospedali marittimi, cifre che valgono
più di molte parole.
• • *
Segue una vasta memoria del Ten. Colonnello
medico dott.
Arturo Casorini
sui servizi sanitari
dell’Esercito. medici, chirurgici, specializzati, pro
filattici: questi ultimi comprendenti stazioni di
sgombero, di disinfezione, di bonifica, di ricupero,
di osservazione, laboratori batteriologici, ospedali
di isolamento, convalescenziari per infettivi, se
zioni per depurazioni di acque potabili, campi
contumaciali, vaccinazioni e profilassi speciali (ma
laria, tubercolosi, malattie veneree, antigas, con
gelamenti).
Come si vede, tutti i servizi profilattici furon
messi in pratica e la loro efficacia fu riconosciuta
e premiata da S. M., il quale concedette, con
apposito Decreto (17 ottobre 1920), il labaro sul
quale brillano due medaglie al valor militare per
la Campagna libica (1911-12) e la guerra italo-
austriaca (1915-18), oltre due medaglie d'oro di
benemerenze per l'opera prestata nel terremoto
calabro-siculo (1906) e nelle diverse epidemie
coleriche.
Il bianco vessillo, oggi, i degnamente custo
dito dalla « Scuola di applicazione di Saniti Mili
tare » in Firenze.
• • •
Seguono le « impressioni e considerazioni »
del dott. E.
Signori
s di Torino, Capitano medico,
il quale espose sinceramente e praticamente le
diverse situazioni del servizio sanitario di guerra
con relativi vantaggi, inconvenienti e migliora
menti apportati.
Cosi pure egli illustrò i servizi delle sezioni
di saniti, gli ospedali e ospedaletti da campo
someggiati, ciò che concorrerà a migliorarne il
funzionamento per l'eventuale avvenire.
• • •
Il chiarissimo prof. 0. Uffreduzzi. Direttore
detta Clinica chirurgica di Torino, nella sua con
dizione di Ten. Colonnello medico di comple
mento, espose« come furono trattate tefratture »,
descrivendo fati e particolari tecnici che i sanitari
in genere, e i militari in ispecie. apprenderanno
con soddisfazione della loro coltura e della loro
pratica professionale.
• • •
p*
01
•
K*
Mi*>icnorini, yirciiO i * ociic \»nnici
chirurgica di Roma, pur egli Ten. Colonnello
medico di complemento* espose il funzionamento
generale della <iccondi autoambulanza chirur
gica», che fu sciolta nell'aprila 1919.
Egli ammette che, nonostante tale buon fun*
nocumento dei servizi, parecchi di essi,
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tuafte tortura guerra, dovranno S M ft stabilizzati,
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ven dai feriti» specialmente par ciò cha riguarda
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m amounrn* cncrwgiciie.
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La « neuropsichiatria » fu oggetto di studio da
parte del Ten. Colonnello medico prof.
S.
terrier
di Torino, poiché l'impianto del servizio relativo
costituì una noviti non comune e assai complessa
per le lesioni cerebrali e del midollo spinale con
relative « forme psichiche ».
Conclusione della sua interessante, e pressoché
nuova, relazione i: il numero delle forme psico-
neurotiche, nelle future guerre, sari in aumento,
donde la necessiti della cernita dei tarati e deboli
di mente e relativa loro sottrazione dalle prime
file, mediante servizi neuropsichiatrici di depura
zione, a vantaggio degli individui singoli e degli
eserciti
• • •
li Ten. Colonnello prof. C. Sesto, Direttore
della Clinica delle malattie nervose di Milano,
diresse il «Centro neurochirurgico della Gua
stalla», appositamente creato in Milano.
Nei relativi
450
letti furono ricoverati nume
rosi lesionati, divisi in tre categorie di feriti:
nel sistema nervoso periferico, nel midollo spi
nale e nei cranio-cefalici, cui furono applicate
cure chirurgiche, radioterapiche, fisioterapiche
rieducative.
Questo istituto, dopo la guerra, venne stabi
lizzato nell'attuale « Istituto neurologico Vittorio
Emanuele Iti », e servirà anche di scuola per l'even
tuale avvenire guerriero.
• • •
La «radiologia in guerra»fu oggetto di studio
del prof.
M.
Ponzio, primario dell'Ospedale Mau-
riziano di Torino e Capitano di complemento, il
quale affermò che essa diede larga, indiscusso
contributo di volontà e di sapere, e che è orgoglio
indiscutibile dei radiologi italiani l'avere, mediante
opera di scienza e di sacrificio, degnamente ser
vita, con fedeltà ed onore, la Patria.
Il prof. Ponzio rese giustamente onora alla
memoria del Tenente Generale medico Luigi fer
rerò di Covallerleone. recentemente scomparso, il
quale fu un pioniere della radiologia di guerra,
fino dall'epoca dalla guerra libica.
• • •
Ampio contributo alla e profilami dette ma
lattie infettive e contagiose » diede il Maggiora
— — ?—— n r
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ft.
roeoico prof* *, rV w V i wrcnorc oeiia wiwtca
delle malattie stesse in Roma.
Interessanti sono i canni stono delle prece
denti guerre (Crimea. Franco-prussiana, Kiaio*
turca. Russo-giapponese, Balcanica) che larghi
tributi pagarono alla malattia infettive di guerra,
superando i numeri dalia attuali vittima.
Interessantissimi som gli afeaaanti
riguardanti la diverse maftattoa infettiva
fra la truppe date nazioni in guerra: di
amam re il tifo e i paratifi, ia d u im
n a c fliRM a. ■ iraarv, mmwngni
spinale, a tifo — «tematico, l'ancefei»
micae si rtaaro noae awfettia più o