Table of Contents Table of Contents
Previous Page  375 / 1769 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 375 / 1769 Next Page
Page Background

FRA I LIBRI

Nostalgia della terra nativa che, nell'arte di Carlo Baretti, oltre

a peculiari ragioni di sensibilità personale è dovuta anche a tradi­

zione ereditaria: chè tutti i cultori della nostra poesia ricordano

ungustoso sonetto del padre di lui nel quale si canta la felicità di

chi, lontano dal Piemonte, può conversare in dialetto...

Come il padre, Carlo Baretti è tentato a scrivere dal desiderio

di dimostrare che il vernacolo si presta bene quanto la lingua alla

tecnica del verso e alle superiori esigenze della espressione poe­

tica. Anche se — suprema audacia! — si fanno versi in monregalese

che, fra tutte le parlate del nostro Piemonte, non è certo la più

aggraziata.

Ma la prova è brillantemente superata.

E la vittoria è — a mio parere — determinata da tre fattori.

In primo luogo dalla circostanza che il poeta ha usato il monre­

galese esclusivamente per soggetti monregalesi. La forma dialet­

tale è diventata cosi la necessaria espressione della materia poetica

trattata, elemento coloristico integrativo di essa, e da essa inscin­

dibile notazione di insostituibile e suggestiva evidenza.

Nel « Moro ’d San Pe ». in « Coi dèi Mondvi ». in « Baudétta »,

in «Feu dia Madona», in «La sòtula» non si può distinguere se

l'ambiente sia reso meglio dalla descrizione o dalla forma dialettale,

se la poesio canti e commuova e sorrida più per l’argomento trat­

tatoo per la parlata che lo esprime, chiara, onesta, sincera, frizzante,

colorita, varia, sonora, aderente in modo perfetto alle sfumature

più lievi, ai mutamenti di tono più rapidi, al quadretto più vivace

e insieme alla commozione più delicata.

Vario e ricco strumento espressivo il nostro dialetto, special-

mente nelle sue forme locali che da Mondovì ad Ivrea, dal Cana­

dese al Monferrato, da Saluzzo a Vercelli, dalle Langhe a Torino

cantano un coro di mille timbri diversi e pur simili, e, pur l'una

dall'altra staccandosi per più marcati caratteri di arguta bonomia

campagnola, di ruvidezza tronca, di monelleria civettuola, di arcaismo

scontroso, per toni, accenti, sintassi, tutte concordi si trovano nel

dire i motivi fondamentali della nostra secolare poesia, le lodi della

campagna, la gloria militare, l'amore, il vino, la madre, la gioia del

vivere sereno, le bellezze e le tradizioni della nostra terra, la saggia

accettazione di ogni lieta o avversa fortuna!

Carlo Baretti sente tutte queste possibilità con un senso squi­

sito d'artista e con amore commovente di figlio: e in quest'amore

sta appunto il secondo fattore della sua riuscita, quello per cui

««li sa ammorbidire le asperità, valersi sapientemente delle ruvidezze

per esprimere la forza, trature la materia espressiva con perizia

e insieme con spontaneità in modo da evitare le contorsioni e i

ripieghi, le sforzature, le volgarità e le... licenze comuni a troppi

poeti dialettali privi dei suoi mezzi, usare con disinvoltura il monre­

galese e il torinese, ritentare e rinnovare con senso nuovo e insieme

con rispetto sommo per la tradizione le forme ritmiche care al

Brofferio. cesellare gioielli perfetti come « L'espousission *. « L’Ame-

ncan », « La perla del Piemount ». « Sot la sènner ». « Viva la bo­

leti ». e dare al verso l'andamento spumeggiante di «Quand ch'i

sia milionari » o piegarlo alla dolcezza commovente di « I nostri

cit a canto» o di «Irtocenza».

In queste poesie la tristezza della miseria, lo spirito di avventura

di un finanziere senza scrupoli, la gioia della nuova infanzia italiana

rinnovata dal Regime nel senso della Patria raggiungono espres­

sione efficacissima come opere di poesia e come documenti di pen­

siero sociale.

Poiché Carlo Baretti — ed è questo il terzo fattore della sua

nuscita — è un poeta che ha

qualche cosa da dire,

qualche cosa

che non è soltanto impressione superficiale del suo tempo, ma è

maturata coscienza di esso, delle sue esigenze, dei suoi drammi,

delle sue aspirazioni; egli si esporne in dialetto ma supera contem­

poraneamente i confini del Piemonte, egli ama la sua terra ma fi

di questo amore il primo gradino necessario per assurgere alla

Patria, egli vive in un ambiente di signorile larghezza ma sa com­

prendere chi lotta in condizioni diverse, egli sente il fascino della

tradizione, ma sa contemporaneamente cantare il fermento gene­

roso della vita di oggi e la buona battaglia di Chi addita con genio

possente le vie deH'awemre.

Per queste tre ragioni Carlo Baretti non soltanto ha superata

brillantemente la sua prova, ma ha (atta opera di poesia degna

della sua tarra. de) suo

nome,

a dai

suoi tempi

ideisti.

PAOLO RAMELLO.

Tourinf Club Italiano:

Gli Stati del mondo,

I voi. di pagine 1188

con 494 schizzi. L. 35.

Questo poderoso volume forma il complemento del monumen­

tale Atlante internazionale,

pubblicato dallo stesso Touring alcuni

anni fa, in quanto ne costituisce il commento geografico statistico.

Esso ci offre un repertorio che si può definire un riassunto

geografico-statistico-economico su tutti gli Stati del mondo; non

un trattat

9

di geografia, né una grande geografia descrittiva, nè

un arido annuario statistico, bensì un manuale pratico, che offre

di ciascuno Stato o territorio i dati che sono più frequentemente

ricercati.

Anche questa, come la più parte delle pubblicazioni del Tou­

ring, è dovuta alla cooperazione di numerosi collaboratori, in questo

caso 25 tra i più valenti nostri studiosi di geografia. Il volume è

diviso in 60 capitoli, che, se si eccettuano i primi tre (Emisferi Fisici,

Terre Polari, Comunicazioni mondiali)

e i sei dedicati ad altrettanti

Continenti,

hanno tra di loro una stretta, seppure non rigida, cor­

rispondenza. In ognuno di essi, i primi cinque paragrafi (situazione

geografica, grandezza, rilievo, clima, idrografia)

sono dedicati alla

geografia fisica, esposta sobriamente, in modo da condurre anche i

meno esperti alla rapida visione di un qualsiasi territorio attraverso

l'interpretazione integrale della carta geografica.

La parte demografica ed economica che fa seguito (popolazione,

agricoltura, miniere, industrie, comunicazioni, commercio)

è posta in

istretta relazione con le condizioni fisiche, si che le attività umane

risultano come la logica conseguenza dell'ambiente naturale. È

questa certamente una delle parti più utili e forse quella che sarà

letta e consultata con maggiore interesse. Ma è anche quella più

delicata in un periodo, com- :I —«tro, di assestamenti e di trasfor­

mazioni rapide nella tecnk

bonomia e nelle comunicazioni,

di trapasso verso un nuovo stadio di civiltà che tutti presentono.

Di ogni fatto demografico ed economico è indicato non l'andamento

di un solo anno, bens! spesso quello di una serie di anni; e, nel

fornire le statistiche, ogni collaboratore si è sforzato di facilitarne

l'interpretazione, avviando le menti a giudicare qual i la tendenza

attuale e a prevedere gli orientamenti futuri attraverso la cono­

scenza d'un periodo abbastanza lungo e, dov'era utile, della situa­

zione dell'immediato anteguerra considerata come stabile e normale.

Seguono paragrafi dedicati àll'organizzazione politica

e

amministro-

tiva, alle forzearmate

e

alle notizie pratiche. Vi si parla della religione,

della circoscrizione ecclesiastica, dell'istruzione pubblica, del bilancio

dello Stato, delle misure, dei pesi e della moneta di ogni Paese.

Qui è sempre presente l'Italia, nella sua rappresentanza diploma­

tica e consolare all'estero, nelle istituzioni politiche, patriottiche

e benefiche, nei Fasci italiani all'estero, nelle scuole, nelle eventuali

rappresentanze commerciali, negli uffici turistici, nella stampa ita­

liana, ecc. Una somma di informazioni varie, utili a ogni ceto di

persone e assai spesso frutto di ricerche originali complesse.

Un'opera cosi interessante si raccomanda

ad ogni ceto

di

per­

sone. Infatti il ricco volume si sta diffondendo

largamente e rapi­

damente.

Un'altra serie di opere sta allestendo il Touring Club, fra cui

l'esecuzione deU'Atlante fisico-economico d'Italia di cui il nostro

Paese era tuttora sprovvisto e la cui direzione scientifica

è affidata

all'accademico Giotto Danielli.

L'Atlante sarà un quadro completo delle condizioni naturali ed

umane del nostro Paese, realizzato mediante una raccolta di carte

che di ciascun fenomeno rappresenteranno la distribuzione spaziale

e la varia intensità da luogo a luogo. Cosi da una prima carta alti­

metrica e dal gruppo di carte raffiguranti le condizioni geologiche,

idrografiche, climatiche, di rivestimento vegetale e di popolamento

animale deil'ltalia. si passerà ad un secondo gruppo di carta rappre­

sentanti i vari fotti demografici — dalla densità di popol atone agli

spostamenti della stessa— e ad un terzo gruppo illustrante la varia

forme di attività economiche, agricole, industriali, commerciali, a

alcune fra le principali manifestazioni della vita sodale.

« Il volto agricolo deM'Italia » porrà a sua volta in luce gli ima-

ressanxt$s«mi aspetti igneo*?

racsc. muinvnD *a ram ina omb

___

r'ti presenterà al

M

multiforme a cosi