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Quest'opera assumerà altresì un carattere turistico in quanto

dall'esposizione e dall'illustrazione dell'attività agricola non andrà

disgiunta — nè lo potrebbe essere — la presentazione del pae­

saggio in cui l'attività stessa si svolge e si inquadra: in tal modo,

dato il carattere assolutamente nazionale della produzione agraria

italiana, tutta la Penisola potrà svelarsi all'occhio del lettore, attra­

verso le moltissime illustrazioni di cui il volume sarà adornato.

Caput Mundi:

Quattro carte rappresentanti le quattro tappe del

cammino espansionistico di Roma. — I» carta:

Roma

e

le civiltà

mediterranee, verso il

753

a. C. -

2• Carta:

Roma dopo le guerre

puniche

(146 a. C.). - 3» Carta:

L'impero romano alla morte di

Augusto

(14 d. C.). -4» Carta

L'impero romano al tempo di Traiano

(98-117 d. C.). Torino, G. B. Paravia, editore. Ciascuna carta

è del formato di m. 1,15 X 0,92, Scala I : 6.000.000. L. 55 le

quattro carte.

Posta nel centro del Mediterraneo, Roma, piccolo ed umile

villaggio, nel 753 a. C., sorgeva quando nel mondo settentrionale

ed occidentale c'era soltanto barbarie e nel mondo orientale la

massima potenza politica era l'Assira e la Grecia aveva già dato

Omero.

Piccola Roma, grande il mondo che la circondava. Un punto

solo nella immensità dello spazio. E la prima carta, quella che porta

il titolo

Roma

e

le civiltà mediterranee ce

ne dà la sensazione perfetta.

Osservando la seconda carta

(Roma dopo le guerre

puniche -

Anno 146 a. C.) si vede che Roma allarga gli orizzonti della sua poli­

tica. Risoluta, conscia della propria forza, brucerà poi le tappe delle

conquiste con una velocità impressionante.

Il

« Delenda Cartnago » di Catone il Censore ha avuto la sua

attuazione. Scipione Emiliano, emulando le gesta dell'altro Scipione,

l'Africano, il vincitore di Annibale, distrugge e per sempre la po­

tenza cartaginese. Si raccolgono le fila di tanti anni di sacrifici, di

lotte e di guerre.

Arriviamo nell'ultimo secolo avanti Cristo e l'impero di Roma,

nelle sue linee fondamentali, è già formato.

Si estenderà ancora: ma già con Giulio Cesare ed Ottaviano,

i veri fondatori dell’impero, ha raggiunto i limiti ideali della sua

espansione.

I

primi secoli dell'impero sono stati certo il periodo più felice

di tutta la romanità. Questo periodo ha il suo culmine in Traiano.

(Carta

L'impero romano al tempo di Traiano -

98-117 d. C.). Sotto i

suoi segni l'impero raggiunge la massima espansione.

Le armi romane si spingono dalla Britannia al Caspio, dalla

Spagna aH'Egitto, dalla Numanzia alla Dacia e le provincìe vivono

una vita fattiva e operosa.

Le quattro carte storiche « Paravia», nella loro semplice espres­

sione grafica, tolta dai marmi che il Duce ha fatto porre sui muri

esterni della basilica di Massenzio, lungo la via deU'Impero, val­

gono, a guardarle, più di un trattato ottimo di storia romana. L'os­

servatore ha ad un tratto, nella quadruplice visione che rapida

si sussegue (e non tutti possono recarsi a Roma a riguardare quei

marmi) la sensazione della sublime ascesa di un popolo che alimentò

nella disciplina la forza per portare i segni della propria civiltà in

tre continenti.

Quattro carte cfie non sono visione statica. Il dinamico sviluppo

di Roma è bene accentuato dai segni e dai colori, che l'occhio afferri

in uno sguardo solo.

A.

Tortoli»:

Liriche per canto e piano.

Il

maestro torinese Angelo Tortone, noto per compositori

di delicata e nobile ispirazione, ha inviato ai Principi di Piemonte,

dedicandola alla Principessina Maria Pia, una

Ninna-nanna.

Gli Augiati

Sposi hanno fatto pervenire all'autore il loro ringraziamento perii

gentile omaggio, con espressioni di vivo compiacimento. La Ninno-

nanna

è stata eseguita in pubblico ed ha avuto pieno successoper

la sua gentile e patetica melodia.

Il

maestro Tortone ha testé dato anche alla stampa dodici liridt

per voce e pianoforte sotto gli auspici dell'« Augusta » (SoÓBà

Editrice Musicale Torino). L'A. ha tratto l'ispirazione da poeti

dei secoli XIII e XIV e dei nostri tempi. Egli che fu colpito m»

or sono da un dolore atroce al quale non ha ancora trovato con­

forto se non in parte nell'arte sua, amata con serietà e con fer­

vore che posson essere d'esempio a molti, predilige evidentemente

l'intonazione malinconica; il che non gli toglie di sentire la sereniti

e la gioia gentile, com'è, per esempio, nel Mentre tu conti del fi*

zacchi.

Ci manca tempo e spazio per parlare di qualche sua lirica, perdiè

cose firn e graziose, dolci e ispirate s'incontrano in ognuna.

Q i

ama il genere, si procuri queste liriche, e avrà la grata sorprta

di pagine tecnicamente moderne, di beM’effetto e originali coni*

non è troppo facile trovare.

P.

DmcIuumI:

Gambetta.

Milano. Edizioni Corbaccio. L.

5.

Questa biografia dell'illustre parlamentare e statista franco*

uscì subito dopo la fine dell'ultima guerra mondiale. Essa dove*

essere e fu un atto di omaggio e di riconoscenza a chi nei terrib#

giorni del 1870-1871 salvò la Francia dall'invasione tedesca. Il Gam­

betta incuorò il popolo alla resistenza e per meglio ottenere il

suo intento lasciò, in pallone, Parigi assediata, e da Tours organizzò

la leva in massa per ingaggiare la nobile battaglia che doveva con­

durre alla salvezza della nazione e alla instaurazione della repubblica.

L'Autor® dichiara nella prefazione all'edizione originale che nd

suo lavoro ha avuto per guida la verità; non panegirici, non libelli,

ma esposizione calorosa ed esatta degli avvenimenti.

Bene ha fatto l'editore milanese a procurarci la traduzione ita­

liana di un libro cosi vivo e pieno d'interesse. Unica pecca, ptr

noi, è il silenzio quasi totale dell'aiuto prestato dagli italiani alti

Francia, per opera di Garibaldi, che colla sua immensa generosità,

dimentico di Mentana, accorse in difesa della nascente repubblio

latina.

Nizza M orto!li:

La leggendadi domani.

Edizioni Corbaccio. Milano*

Lire l&

%

Come la leggenda si impadronì un giorno di Garibaldi, cori

essa si impadronirà in un tempo non lontano di Mussolini. Il fascino

da cui furono rapite le generazioni passate per l'eroe dei due mondi

conquisterà i nostri nipoti e pronipoti per il nostro Duce.

In questo libro scritto per i piccoli, ma che interessa e coflh

muove anche i grandi, sono narrate con semplicità toccante alcum

scene di contadini, di ragazzi, di bambini, di marinai, che hanno

avuto la rara fortuna di incontrare il Duce e di potergli parlar*.

Nelle belle pagine del ricco volume risaltano le nobili ed ecceht

doti di cuore di Mussolini, dcll'amico dei bambini, del

dell'agricoltura e di tutti i lavoratori della nazione.

Numerosi artistici disegni accrescono pregio all'opera.