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MOTT I STORICI SABAUDI COMMENTATI ED ILLUSTRATI

-

1914-1932

Motti biblici, tratti dal Salmo 10 di Davide, g ii

usati da Amedeo IX e da Carlo I, ed ora ripetati da

Carlo I I I nelle tristi vicende della sua vita. Egli che

Principe piissimo, paziente nelle avversità, pacifico,

più sollecito di dare che di avere, pietoso, liberale coi

sudditi, era troppo franco e non sapeva dissimulare:

perplesso nel decidersi, fiacco nell’eseguire, grande di

cuore ma piccolo di ardimenti, fu infelice di vivere in

un secolo di ferro dove le virtù erano stimate nei

soli monasteri. Fu spogliato di quasi tutti i suoi Stati

e quando la fortuna gli fu così matrigna, egli allora,

dopo il 1536, assunse una nuova impresa colle parole:

4)

SPOUAUS ARMA SUPERSUNT

-

Agli

*/*>-

gliati rimangono le ormi,

(Braccio arm ato di ipada).

che fu il motto più efficace, poi, del figlio Emanuele

Filiberto.

5)

SALUTI PATRIAE ET AD PERPETUAI! REI

MEMORIA!!

«

Per la salute patria e per memoria

del fausto evento.

Medaglia coniata per la nascita di Emanuele Fili*

berto (1528) per la quale gli animi u aprirono alla

speranxa di migliori condizioni nel Ducato.

6)

FIDE ET CONSOJO

-

Calla fede e eoi consiglio.

(Lo Zodiaco aoatenato da due mani).

Medaglia battesimale del 1528 per Emanuele

Filiberto.

7)

ADIUTORIO ET PROTECTIONE DEI ODDEN-

TISOPERANTESINIQUITATEM

(D

a v

.,

Salmo 70)

»

Con raiuto e la protezione di Dio che odia coloro che

commettono iniquità.

(Scodo d i Savoja, casco, cim iero, ali).

Su medaglia del 1536. Carlo I I I restò attaccato

alla Francia fino al 1516, quando ottenne da papa

Leone X la erezione dei due vescovati a Chambéry

e a Bourg; ma Francesco I di Francia si oppose alle

bolle di erezione ed indusse il Pontefice a revocarle

con grande scissura fra i due Sovrani. Nel 1534 poi

gli abitanti di Ginevra, avendo scacciato il loro ve*

scovo per accogliere la Riforma di Calvino, vennero

appoggiati da Francesco I; Carlo non potè più ridurre

Ginevra alla sua obbedienza e nel 1536 perdeva pure

Torino che si arrendeva al Re di Francia. Il Duca

allora ritiratosi in Vercelli colla Corte e col Senato,

chiamava in suo aiuto Carlo V di Spagna sperando

grandi cose e coniando per l’occasione questa medaglia

che è indubbiamente una delle migliori uscite dal*

l’officina vercellese del Ferraris.

BEATRICE DI PORTOGALLO

M O G L IE D I CARLO I I D I SAVOJA

( t 1538)

CON ESTAS

-

Con queste!

(Leone con tre fiaccole accese).

Il 26 marzo 1521 Cario I I I di Savoja spoeavasi

a Beatrice figlia di Emanuele il Grande, Re di Porto­

gallo, e di Maria di Castiglia. Le nozze ebbero luogo

a Lisbona per procura e furono celebrate con grande

sfarzo e giubilo di popolo. La nuova Duchessa, dicias­

settenne appena, dotata di 150.000 ducati d’oro,

giunse per mare a Nizza ove ebbe degno ricevimento.

L ’umaniata Pier Leone da Vercelli, canonico di Santa

Maria della Scala di Milano, preparò per l’occonenza

un discorso latino con versi epitalamici. Fu Princi­

pessa accorta e saggia, ma altera; mori in Nizza nel

1538 per parto. L ’impresa del Leone con le tre fiaccole

ed il motto castigbano significano che la Duchessa

Beatrice confidava di fugare i nemici suoi e del ma­

rito con le fiaccole delle tre virtù: Fede, Speranza,

Cariti.

(Cmrinaa)

RICCARDO A. MARINI