FRA I LIBRI
Luigi Tannili, Tasso. Collana «Storia e Pensiero». G. B. Paravia.
Torino. 1935. L. 12.
Siamo ormai avvezzi ad ammirare i lavori geniali e profondi di
L. Tonelli, di cui il lettore conosce fra altro le monografie sul Man
zoni e sul Petrarca. L'opera che oggi egli ci offre su T. Tasso, con
dotta con vigoria d'indagine e con soda cultura, ci conferma la
serietà dei suoi studi, e la coscienza con cui tratta i suoi soggetti.
Finora il poeta della Gerusalemme Liberata e dell'Ammto non aveva
avuto una buona stampa, sopratutto come uomo. I maggiori critici
nostri e d’oltralpe distinguevano anzitutto l'uomo dallo scrittore
e lo consideravano avulso dal secolo in cui visse. L'uomo era rite
nuto piccolo e meschino, come se fosse possibile ad una persona
di cosi poca levatura creare immagini, scene, personaggi di alto
eroismo come il Tasso creò nei suoi Poemi. Nè è possibile apprez
zare e giudicare nel giusto limite la figura del Tasso se non la si
inquadra nell'ambiente in cui visse ed operò.
Il
Tonelli, dopo aver nel primo capitolo che serve di imposta
zione a tutto il libro, spiegato il carattere del Rinascimento, di
stingue nettamente la seconda metà del Cinquecento, caratteriz
zata dalla Controriforma, dal Seicento vero e proprio. Mentre
questo è un secolo ormai esausto e finito, il periodo che lo precede
è invece ancora creativo, tanto in filosofia,
quanto
in arte ed in
letteratura e nella parte etico-religiosa. Il nostro appartiene al
secondo periodo del Cinquecento; il
suo
spirito tende
alla
perfe
zione e lottando vive la sua tragedia quotidiana, per cercare di
elevarsi e raggiungere i fantasmi del
suo
genio. Il Tonelli analizza
quindi tutu l'opera del
poeU,
che egli non esito a classificare come
uomo moderno, concludendo con la sua riabilitazione morale e
religiosa, pur fra le fragilità della carne che è di tutti gli uomini.
Con
quesU
nobile fatica egli ci ha
dato un
libro degno della
nuova
Italia, poiché è sua decisa volonU di ridonare ai nostri Grandi la
loro vera fisionomia e il reale valore.
• • •
Molto a proposito la stessa Casa Paravia ha nel contempo pub
blicato la Gerusalemme Liberata del Tasso, con una suicinu chiara
introduzione e con un copioso commento di G. Ziccardi. L'edizione,
adorna di 14 illustrazioni fuori testo, è un degno complemento del
bellissimo studio del Tonelli.
coi
L. A riana, Le Satire. Introduzione e commenti di Arturo di Vita.
Biblioteca di « Classici Italiani ». G. B. Paravia. L. 3,50.
A. Di V iu d dà una chiara e sufficiente notizia sulla vita e le
opere dell'Ariosto. Egli mette in rilievo l’importanza dalle Satire,
in cui il lettore trova i casi esteriori e l'anima del poeta. Questa
ci è mostrato limpida e splendente come un prisma di cristallo alla
luce del sole. Il Foscolo le classificò lavori modello. Esse sono Matti
di un'assoluto sincerità, quale non si ritrova in nessun altro scrit
tore del 500, non escluso il Tasso. La loro bonarietàè di gran lungi
piò efficace delle sferzate di altri poeti satirici latini e italiani.
Mmm» Ofcnappa
Don
Davide Albertario
,
campione del
giornalismo cuiioitco»
joctcu coivncc inxcrniiiunéic, ■ orino*
pagine 3t6. L. 12.
che lo travagliava fra tomisti e rosminiani o - meglio - fra intransi
genti e conciliatoristi, delle sue figure di primo e di secondo piano,
dell'azione svolto dal Governo nell'ambiente difficilissimo: nel
quadro campeggia Don Davide, lottatore instancabile e violento,
che non sempre ha moderato i suoi colpi (lo riconosce anche il
Vercesi) né ha avuto timore di mettersi contro a figure di statura
eccezionale come l'abate Stoppani o il Vescovo Bonomelli.
Può forse parere non sempre sereno il giudizio dell'autore:
il Vescovo piemontese Nazari di Calabiana, ad esempio, non mi
pare trattato con eccessiva serenità, e neppure il Bonomelli di cui
sono troppo messi in evidenza gli aspetti meno simpatici. La pre
sentazione delle persone - e tanto più delle persone di tanto nome
e di tanto rilievo - deve essere compleU: a volte un'ombra lievis
sima può essere compensaU da vivide luci, e di vivide luci per
bontà, per spirito di sacrificio e rettitudine di carattere, la viu del
Vescovo di Cremona certamente non manca.
Lo stesso può dirsi di Don Albertario che con la sua prosa pu
gnace non sempre si è cattivate le simpatie di tutti, ma che, se ha
errato, ha errato par generosità ed esuberanza di carattere, mai
per meditato volontà di male. Basterebbe a provarlo la stima che
ha avuto di lui il santo patriarca di Venezia Giuseppe Sarto, e la
nobiltà con la quale ha saputo comportarsi durante la tempesto
del 1896e la prigionia nel Reclusorio di FinaJ
borgo.
Anche il Valeri e il Romuni, suoi compagni Hi prigionia e testi
non sospettabili, ne hanno scritto con revereru
irrorazione.
La biografia di Mons. Pecora giunge quindi opportuni come un
doveroso omiggio e uni necessaria chiarificazione: certo li migliore
che si potesse avere, dito li figuri di Don Albertario. diti i pochi
anni che d separano da Lui e dai suoi tempi, dati i legami che lo
congiungono all'Autore: legami che se - per una parte - spiegano
l'aperto intendimento apologetico del libro, hanno - per l'altro -
posto a sua disposizione una quantità di documenti di primo ordine
di cui altri forse non avrebbe mai potuto valersi.
L i figura del sacerdote integerrimo, del giornalista vigoroso,
deH'uomo di parte pugnace, dell'uomo privato disinteressato e
onestissimo, era degna di essere ricordato agli italiani d'oggi come
uni fin le espressioni piò ciratteristiche di quel periododi incom
prensioni e di lotte appassionate che la Conaliazione attuato dal
Regime haormai chiuso per sempre e che fri la miseria delle inevi
tabili piccinerie e dei bassi pettegolezzi e - purtroppo - anche delle
cattive azioni, ha espresse dal suo seno personalità d’ordine indub
biamente superiore.
PAOLO RAMELLO
é Diritto Penale Tributario. Con
prefazione del Prof. Eugenio Florian. G. Giappichelli, Torino,
1933. L. 40.