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hanno ora reso necessario un notevole ulteriore

ampliamento defili auditori torinesi. Completa­

mente «attirato lo spazio del Teatro di Torino.

l'E ia r ha progettato e senz'altro iniziato la costru­

zione di un nuovo palazzo, il «piale sta sorbendo di

fronte al Teatro di Torino, ai piedi della Mole

Autonelliana.

Il nuo\o palazzo a\rà un'altezza corrispondente a

quattro piani, e conterrà ben sei auditori principali.

Il più firaude di es«i a\rà quattordici metri di al­

tezza. ventisette metri di lunghezza e quindici metri

di larghezza. Le dimensioni dell'auditorio per la

radio\ isione saranno rispettivamente di 9 x 23 x 12

metri. È interessante notare clic mi sottopassaggio

unirà il Teatro di Torino al nuovo palazzo, cosi che

i due edifici costituiranno elTettivamente. dal punto

di vista dell'esercizio, un unico \asto edifìcio. Si

prevede che il palazzo in costruzione potrà essere

inaugurato nella ricorrenza del Natale di Roma del-

I *Anno X V II. Non appena esso entrerà ili funzione

sarà dato mano a notevoli ampliamenti e modifica­

zioni edilizie del Teatro di Torino, che migliore­

ranno l'aspetto esterno dell'edifìcio e consentiranno

di usufruire con maggior efficienza dell'area e dello

spazio disponibile.

I grandi moderni auditori del nuovo palazzo, in ­

sieme a quelli del Teatro di Torino rinnovato e con­

venientemente ampliato, costituiranno uu complesso

di auditori e di serv izi tecnici capace di fare fronte

a qualunque esigenza dei programmi multipli pura­

mente sonori o contemporaneamente «onori e visivi.

* * *

Anche fili impianti di tra«mi«sioiie dell'Kremo. ove

vendono «generate ed irradiate le onde elettromagne­

tiche. sono attualmente in uu periodo di intenso

•\ iluppo.

II primo trasmettitore che fu installato nel 1928 al-

I*Eremo funziona da circa 10 anni «u 260 metri di

lunghezza d'onda con una potenza di 7 kW . Negli

ultimi anni furono in esso attuati notevoli perfe­

zionamenti per mantenerlo all'altezza dei prò*

}ire«*i tecnici e delle e«igenze autarchiche nazionali

(stabilizzazione a quarzo della frequenza, modula­

zione del cento per cento, circuiti neutralizzati, sin­

cronizzazione con le stazioni di Genova e Trieste,

sostituzione delle \al\ole estere con \alvole nazio­

nali. ecc.): ma la potenza rimase sempre immutata

a 7 k\X . Tale potenza viene ora aumentata da 7

a 30 kW . Si tratta in realtà di un trasmettitore in ­

teramente nuovo che rappresenta quanto di più

moderno la tecnica radioelettrica può oggi produrre.

I.a fotografìa riproduce la sala degli amplificatori;

in primo piano, a sinistra, è il hancu di manovra e

trasmittente di 30 k ^ . Nel fondo sono le due ap-

parecchiature di sincronizzazione che permettono

di mantenere la luiifiliezza d'onda delle Stazioni di

Genova e di Trieste in perfetto sincronismo con la

luiifghezza d ’onda della Stazione di Torino, con la

precisione di una parte su un miliardo.

l Tn secondo trasmettitore di 3 k\\ è in corso di in­

stallazione ali*Eremo. Esso sostituirà l'attuale tra­

smettitore Torino II di 200 W att installato ed in

funzione dal 1933 nel Teatro di Torino per permet­

tere asili ascoltatori torinesi la ricezione di un se­

condo profgramma. Pu r essendo la sua potenza a«sai

modesta, il piccolo trasmettitore secondo di 200 Vi att

è ottimamente ricevuto in tutti i punti della città, il

che si deve ili parte attribuire all'cHicienza del­

l'antenna di trasmissione sostenuta, com'è noto,

dalla Mole Autonelliana. Motivi di spazio e di pra­

ticità hanno consigliato il trasferimento di questo

trasmettitore all*Eremo il che ha per necessaria

conseguenza, data la mafifiiore distanza dalla città,

un aumento della potenza del trasmettitore stesso.

I n terzo nuovo trasmettitore Torino I I I . anch'esso

di 5 kW . viene inoltre installato all'Erem o per la

trasmissione di un terzo profgramma.

Per aumentare il numero delle antenne è stata esco-

fgitata una fgeniale soluzione, la quale consiste nel-

l'utilizzare ciascuno dei due piloni di sostegno del­

l'aereo di trasmissione di Torino I come antenna

irradiante.

La radio dell*Eremo si trasforma quindi da semplice

Stazione in un importante dentro di trasmissione

dotato di tre trasmettitori, uno di 30 kW e due di

3 k W che consentono la facile ricezione di tutti

i tre profgrammi prodotti nefgli auditori italiani afili

ascoltatori torinesi muniti di apparecchi anche mo­

desti. e la ottima ricezione in tutto il Piemonte per

lo meno del profgramma principale. I tre nuovi tra­

smettitori inizieranno le trasmissioni nell'ottobre di

quest'anno. Si noti che i trasmettitori, i complessi

radioelettrici accessori, le nuove costruzioni e (gli

ampliamenti edili che si sono resi necessari, ed in

genere tutto quanto si riferisce al nuovo centro di

trasmissioni dell'Erenio ed al nuovo palazzo di

Torino, è stato progettato e costruito dai reparti

tecnici d e ll'E ia r. seguendo un rigoroso indirizzo

autarchico.

A ll'in izio d ell'Anno X V II gli impianti radiofonici

di Torino, auditori e trasmettitori, saranno nel loro

complesso, dopo quelli di Koma. i più importanti

d 'Italia e, sotto alcuni aspetti, tali da potere esser*

vantaggiosamente confrontati con i maggiori centri

turopei di radiodiffusione.

RAOUL CHIOD ILO

In una nazione moderna il numero di chilowattora

prodotti in un anno può senz'altro considerarsi un

indire del livello di civiltà raggiunto e soprattutto

una precisa indicazione della sua potenzialità indu­

striale.

Dall'esame della fìg. 1. nella quale sono riportati in

linea intera i diagrammi dell'energia elettrica pro­

dotta in Italia e rispettivamente nel gruppo S .I.P .

dal 1910 al 1937. si vede che l'andamento della pro­

duzione di energia elettrica segue con perfetta r i­

spondenza i fenomeni politico-economici della vita

nazionale. Nel periodo 1910-1913. che corrisponde

all'inizio in Italia delle prime intraprese industriali

a carattere moderno, la curva presenta rapida

ascesa; da un miliardo e mezzo circa di chilowattora

«i passa quasi al doppio. Il periodo 1915-1921 r i­

sente dei grandi avvenimenti politici verificatisi: la

jiuerra europea e le incertezze di politica interna,

immediatamente susseguenti alla conclusione della

pace.

L ’avvento del Fascismo segna invece, con l'afferma­

zione d e ll’ordine e della disciplina, la ripresa del

movimento ascensionale di tutte le potenzialità della

Nazione.

In particolare l'impulso all'operosità industriale

data dal Regime, produce automaticamente un in ­

cremento assai notevole nella produzione italiana

dell'energia elettrica. Il ritmo ascendente trova un

breve periodo di stasi attorno al 1927; infatti a que­

st’epoca la producibilità degli impianti esistenti

aveva ormai raggiunto il limite estremo e le nuove

centrali in costruzione non erano ancora completate.

Si lia quindi di nuovo un periodo di graduale in ­

cremento fino al 1929: dal 1929 al 1932, in corri­

spondenza e per effetto della crisi economica mon­

diale. si rileva anche nella produzione di energia

elettrica un notevole rilassamento: l'aumento di

chilowattora è in Italia in questo quadriennio ap­

pena del 4.3 % , mentre nel quadriennio precedente

era «tato ben del 32

% .

La rapida e sicura marcia verso la industrializza­

zione del Paese, proseguita dopo il 1932, porta con

sè. come automatica e logica conseguenza, una no­

tevole ripresa nella prefazione di energia elettrica

che dai 10 miliardi di chilowattora del 1932 passa

ai 13 miliardi nel 1937.

Dopo che la battaglia per l'autarchia, bandita dal

Governo come difesa della Nazione, ha suscitato un

ri«\eglio di tutte le capacità produttive, anche l'in-

du«tria elettrica ha immediatamente dato il suo con­

tributo a fianco di tutte le altre industrie.

La produzione della

Società Id ro elettrica Piem o n te

,

S .I.P ., come indicato nella stessa figura 1 con linea

tratteggiata, ha subito aneli'essa 1 influenza degli

avvenimenti politici ed economici della Nazione.

Il Gruppo S .I.P . ha sempre tenuto il campo a lato

degli altri G ruppi Elettrici Italiani, in maniera r i­

spondente alla propria importanza.

Si noti infatti che la produzione ilei Gruppo S .I.P .

si mantiene circa sul 1-1 % dell intera produzione

italiana, mentre se la rapportiamo al numero degli

abitanti «Ielle zone serv ite dalle Società del Gruppo,

si arriva al parametro di ben 703 chilowattora per

abitante.

Per rendersi conto dell'alto valore di questo quo­

ziente basta confrontarlo con i valori riportati nella

tabella I pei principali Stati europei.

T

vbei

.

i

.

a

I.

k\X h (*rr abitante

B e lg i o ......................................"05

Danimarca................................. 283

Fra n cia......................................

G e rm a n ia .................................

. »»

Gran B r e ta g n a ........................702

I t a l i a ......................................352

( M anda......................................374

Po lo n ia......................................107

S v e z i a ......................................1301

S v iz z e r a ................................. 1595

Il contributo che la S .I.P . ha dato, dà e si appresta

a dare alla battaglia per l'autarchia può essere sche­

matizzato nei 4 punti seguenti:

1) rendere integrale lo sfruttamento dei corsi d 'ac­

qua in concessione, con la costruzione di nuove cen­

trali e di bacini di compenso;

2) eliminare la produzione di energia termica e fare

fronte unicamente con le risorse idriche alle richie­

ste continuamente crescenti dell’industria;

3) utilizzare per quanto possibile i metalli ed i ma­

teriali nazionali nella costruzione dei nuovi impianti

e nella rimodernazzione dei vecchi;

4) economizzare il più possibile materiali e metalli

di provenienza estera nelle nuove costruzioni.

1. - M

ig lio r a m en t o

d e l l e

u t iliz z a z io n i

id r a u

­

l ic h e

.

G li impianti del Gruppo S .I.P . sfruttano prevalen­

temente torrenti o corsi d ’acqua a carattere alpino,

in alcuni casi con centrali ad acqua fluente, nella

maggioranza con l ’aiuto di bacini di compenso e di

regolazione stagionale o settimanale.

Solo alcune piccole centrali utilizzano 1 acqua di

torrenti con caratteristiche appenniniche.

Lo scopo ultimo di migliorare lo sfruttamento idrau­

lico in modo da ricavare globalmente dalle vallate