

città, essa spinga più altre il suo
sguardo e le sue aspirazioni e
rivolga la sua cura al territorio
circostante, alla Provincia, alla
Regione
,
ed ha soggiunto:
« f
Ur
banistica non tanto disciplina le
vie. le case, i quartieri, le città
,
ma gli uomini stessi, curandone
la distribuzione, soddisfacendone
i bisogni, creando l'ambiente so
ciale.tecnico, economico più adatto
allo sviluppo di ogni attività.
><
Ampliare la sua sfera di azio
ne non significa quindi già esten
dere nella campagna i fasti ed i
nefasti dell'urbanesimo, ma al
contrario studiare e prendere alle
loro radici i fenomeni demografici
nelle loro manifestazioni più tip i
camente moderne, determinarne la
causa, valutarne la natura e l'in
tensità. apprestare i correttivi ed
i rimedi.
>
L'espressione incriminata più
che un'antitesi rappresenta allora
una precisazione: necessaria pre
cisazione sopratutto in un paese
come il nostro e nel clima politico
e storico nel quale viviamo, che
del problema della valorizzazione
agricola ha fatto uno dei cardini
di quel potenziamento delle forze
morali e fisiche della Nazione che
è l'essenza stessa della autarchia.
« Bisogna sfruttare al massimo
ogni zolla di terra » proclama il
Capo del Governo
,
ma
«
la terra
vale ciò che vale l'uomo
»>
e
«
solo
un ambiente moralmente e fisica-
mente sano è adatto alla massima
produzione •<.
«Queste fra s i si seguono e si
completano colla serrata logica di
un sillogismo per arrivare alla
conclusione finale che può essere
assunta come lo scopo stesso del
l'urbanistica:
“
riscattare la terra
,
e con la terra gli uomini e con gli
uomini la Nazione
<•
Non parliamo quindi di
a n ti
tesi,
non parliamo nemmeno più
di
precisazione,
parliamo quasi
piuttosto di
inversione
di termini.
«
Il vero problema urbanistico
inteso in senso nazionale ha le sue
radici proprio nella campagna
,
in
questo grande serbatoio nazionale
di mezzi e di uomini.
«
Questa è la conclusione
—
solo apparentemente paradossale
—
alla quale
,
pur partendo da