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È con vero piacere e con legittimo orgoglio che, come Rettore del Politecnico

di Torino, saluto la nascita di quest'opera sui « Beni culturali ambientali nel

Comune di Torino » , risultato di una ricerca, densa di significati e di grande

impegno, in atto nel Politecnico di Torino sin dal 1979, che si è sviluppata poi in

modo compiuto a partire dal giugno 1981, dopo la firma di un'apposita conven-

zione con il Comune di Torino. I significati, molteplici, conseguono da criteri di

impostazione e contenuti scientifici, ma anche da intenti e finalità socio-culturali.

Circa il primo aspetto, posso anzitutto sottolineare — e lo faccio con vivo

compiacimento — che, grazie alle sostanziali anticipazioni rese pubbliche dalla

Mostra sul tema tenutasi «

in

corso d'opera» (Lucca-Pietrasanta, ottobre 1983)

e, indipendentemente dalla Mostra, dalla diffusione del relativo Catalogo, la

ricerca ha già avuto ampio riconoscimento della sua validità e del suo assoluto

significato metodologico. Personalmente, desidero aggiungere che tale risultato

è stato conseguito, oltreché per il livello e l' impegno dei singoli ricercatori,

anche e soprattutto grazie all'efficacia della collaborazione fra gli stessi, e

all' efficienza dell' organizzazione del lavoro, merito precipuo della Prof. Vera

Comoli Mandracci, responsabile della ricerca. Sono queste infatti le condizioni

che hanno reso possibile, tra l'altro, la raccolta e il coordinamento, in tempi

relativamente brevi, e la consegna in una degna veste editoriale, di un complesso

di dati documentali, analisi e contributi critici di inconsueta varietà e

molteplicità: in coerenza con l'ampia interpretazione del concetto di bene culturale am-

bientale propria della normativa urbanistica che ne ha fornito lo spunto iniziale;

la ricerca ha in effetti affrontato, nell' ottica non solo territoriale, architettonica e

artistica, ma anche archeologica, paleontologica e soprattutto storico-critica,

una vasta tematica che dagli elementi strutturali dell'evoluzione trasformativa

urbanistica della Città (quali gli assi rettori e le direttrici di sviluppo) va ai

contesti ambientali fluviali e collinari, agli insediamenti urbani e minori, ai

singoli edifici e manufatti.

La qualità, l' impegno e le dimensioni del lavoro sono evidenti anche ai « non

addetti », come pure risulta evidente quanto l'approfondimento critico delle ana-

lisi fatte travalichi le esigenze di una documentazione integrativa di P.R.G.C.

Dunque un risultato decisamente brillante, circa il quale un particolare moti-

vo di compiacimento deriva dal fatto che il lavoro, pur avendo fatto capo al

Dipartimento Casa-Città, ha visto la significativa partecipazione anche di ricer-

catori del Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali, oltre ad

alcuni contributi dal Dipartimento di Progettazione architettonica e dall' Univer-

sità di Torino: pertanto, anche se effettivamente è iniziato prima della nascita dei

Dipartimenti, si può considerare come un positivo esempio di collaborazione non

solo interdipartimentale ma anche interfacoltà, e quindi come una prima dimo-

strazione concreta della validità delle scelte organizzative che, con la ristruttura-

zione dipartimentale, il Politecnico di Torino ha fatto, in prima linea tra gli

Atenei italiani.

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