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spesero nell 'apporvi attorno una cancellata ed in altre
più
minute
occorrenze.
L'inaugurazione si fece 1'8 luglio 1856, alle 9 del mattino, pre–
senti
la
seconda moglie dell'illustre defunto, figlia del conte Napione,
i figli ed altri parenti, alcuni ministri, senatori e deputati, ed altre
onorevoli persone.
Il conte Sclopis recito un breve discorso analogo alla circo–
stanza, e la commovente dimostrazione al benemerito italiano, che
tanto fece in pro della patria comune, si chiuse col dono del mo–
numento stesso alla città di Torino.
La statua di Cesare Balbo era stata eretta in cima al declivio
che dalla via detta della Madonna degli Angeli conduceva al giardino
pubblico detto dei
Ripari;
quando avvenne l'abbattimento di questo
il
monumento fu rimosso e quindi ricollocato poco lungi dal luogo
ave già era stato innalzato, in mezzo a verde aiuola alla quale
diede nome.
.
La statua, grande al vero, rappresenta il Balbo seduto, con un
libro sul ginocchio destro e con l'occhiaie nella mano destra in
atto di meditazione,
Sul piedestallo di granito, di modesto disegno,
è
la seguente
iscrizione :
A
CESAHE BALBO
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La franchezza di scalpello, la naturalezza del panneggiamento,
la
felice e caratteristica espressione della statua, danno pregio al mo–
destissimo monumento, disegnato, come si suoi dire, secondo la
prima maniera
del distinto scultore, che non
è
però la più bella.