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- 186 -

Nel 1820 entrò nell' Accademia Militare di Torino: a sedici anni

ne usci come sottotenente del Genio e paggio di Corte. Questo

ultimo uffizio che implicava funzioni servili, non gli andò a versi

e lo dichiarò con parole così vivaci che tosto fu mandato a tener

guarnigione a Ventimiglia, poi al forte di Lesseillon ed infine a

Genova, dove gli giunse la notizia della rivoluzione parigina del

luglio 1830. Egli non seppe celare la sua approvazione, anzi

la

sua ammirazione per i rivoluzionari, ed in compenso d'una schiet–

tezza che i tempi non consentivano fu relegato a Bard in presidio

di punizione.

Obbedì ,

ma si dismise dal grado, rinunziò alla carriera ·mili–

tare ed intraprese frequenti viaggi all'estero, segnatamente in Isviz–

zera,ove aveva parenti dal lato materno, in Francia ed in Inghil–

terra. I suoi sentimenti liberali erano appieno conosciuti e non

dissimulava punto le sue aspirazioni al risorgimento italiano, ma

non ebbe parte in alcuna cospirazione. Si consacrò principalmente

a studi di economia politica e di scienza agraria, come i più con–

facenti all'indole del suo ingegno, poco propenso ad astrazioni.

Su queste materie pubblicò notevolissimi scritti nella

Bibliothèque

uniuerselle

di Ginevra, rivista delle più accreditate e più diffuse. Uno

di questi scritti pubblicato nel 1844 e trattante l'allora ardentis–

.sima questione irlandese, gli procacciò grande fama in Inghilterra.

Anni prima, trovandosi con Pietro di Santa Rosa a Bruxelles,

vi aveva conosciuto Vincenzo Gioberti col quale tenne carteggio.

La vita politica del Conte di Cavour cominciò nell'epoca in cui

s'iniziò

il

moto nazionale italiano. Nel 1847 con Balbo, Azeglio,

Boncompagni ed altri scriveva nel periodico mensile l'

«Antologia,

liberalissimo pei tempi: quando Re Carlo Alberto deliberò di con–

cedere riforme,

il

Cavour fondò il

'l{isorgimento

che fu il primo

c~mpo

delle lotte politiche da lui sostenute, ed in cui con predi–

lezione speciale trattava interessi economici e commerciali.

All'ufficio di giornalista annetteva importanza grandissima, con–

siderandolo come necessario avviamento a diventare uomo politico .

. Il 7 gennaio 1848, in una riunione colla deputazione venuta da

Genova per ottenere lo sfratto de'Gesuiti, il Conte Cavour, rifiu–

tando di dar appoggio a proposte di mezze misure a poco od a

nulla conchiudenti, apertamente suggeriva che si chiedesse al Re

Carlo Alberto la promulgazione d'una Costituzione che, imposta

dalla prepotenza degli eventi, venne poi bandita il

a

marzo successivo.