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Nel 1820 entrò nell' Accademia Militare di Torino: a sedici anni
ne usci come sottotenente del Genio e paggio di Corte. Questo
ultimo uffizio che implicava funzioni servili, non gli andò a versi
e lo dichiarò con parole così vivaci che tosto fu mandato a tener
guarnigione a Ventimiglia, poi al forte di Lesseillon ed infine a
Genova, dove gli giunse la notizia della rivoluzione parigina del
luglio 1830. Egli non seppe celare la sua approvazione, anzi
la
sua ammirazione per i rivoluzionari, ed in compenso d'una schiet–
tezza che i tempi non consentivano fu relegato a Bard in presidio
di punizione.
Obbedì ,
ma si dismise dal grado, rinunziò alla carriera ·mili–
tare ed intraprese frequenti viaggi all'estero, segnatamente in Isviz–
zera,ove aveva parenti dal lato materno, in Francia ed in Inghil–
terra. I suoi sentimenti liberali erano appieno conosciuti e non
dissimulava punto le sue aspirazioni al risorgimento italiano, ma
non ebbe parte in alcuna cospirazione. Si consacrò principalmente
a studi di economia politica e di scienza agraria, come i più con–
facenti all'indole del suo ingegno, poco propenso ad astrazioni.
Su queste materie pubblicò notevolissimi scritti nella
Bibliothèque
uniuerselle
di Ginevra, rivista delle più accreditate e più diffuse. Uno
di questi scritti pubblicato nel 1844 e trattante l'allora ardentis–
.sima questione irlandese, gli procacciò grande fama in Inghilterra.
Anni prima, trovandosi con Pietro di Santa Rosa a Bruxelles,
vi aveva conosciuto Vincenzo Gioberti col quale tenne carteggio.
La vita politica del Conte di Cavour cominciò nell'epoca in cui
s'iniziò
il
moto nazionale italiano. Nel 1847 con Balbo, Azeglio,
Boncompagni ed altri scriveva nel periodico mensile l'
«Antologia,
liberalissimo pei tempi: quando Re Carlo Alberto deliberò di con–
cedere riforme,
il
Cavour fondò il
'l{isorgimento
che fu il primo
c~mpo
delle lotte politiche da lui sostenute, ed in cui con predi–
lezione speciale trattava interessi economici e commerciali.
All'ufficio di giornalista annetteva importanza grandissima, con–
siderandolo come necessario avviamento a diventare uomo politico .
. Il 7 gennaio 1848, in una riunione colla deputazione venuta da
Genova per ottenere lo sfratto de'Gesuiti, il Conte Cavour, rifiu–
tando di dar appoggio a proposte di mezze misure a poco od a
nulla conchiudenti, apertamente suggeriva che si chiedesse al Re
Carlo Alberto la promulgazione d'una Costituzione che, imposta
dalla prepotenza degli eventi, venne poi bandita il
a
marzo successivo.