

- 223 -
vennero in pensiero di costituire un Comitato per eternarne la me–
moria con un pubblico monumento.
L'avvocato Giuriati.femigrato veneto, che aveva iniziato nel suo
giornale
La Verità,
una pubblica sottoscrizione allo stesso scopo)
si unì tosto al Comitato, costituito dai signori Galvagno, Bersezio,
Bottero, Ferraris, Garberoglio, Garda, Garelli, Genero, Gili, Man–
cini) Martini, Pasquali, Pietracqua, Roggeri, Spantigati, Sineo e
Tecchio.
Diramate circolari e moduli di sottoscrizione ai membri più in–
fluenti delle due Camere) ai collegi degli avvocati e dei causidici,
alle
Università
del Regno, ai letterati più insigni ed alla stampa
periodica) la sottoscrizione ebbe lento e tutt'altro che splendido
risultato, causa forse la guerra dapprima, le lunghe vacanze del
Parlamento e la crisi monetaria
sopratutto,
Trascorsero ben tre anni prima che si riunisse un capitale ap–
pena sufficiente all'erezione del più modesto monumento.
La Commissione affidò ad un giovine scultore,
il
Pierotti, l'esecu–
zione del monumento previa presentazione del relativo bozzetto.
Messosi al lavoro l'artista, quando fu a circa due terzi del la–
voro) s'accorse dell'infelicissima riuscita dell'opera sua. Vergognoso
forse di aver così male corrisposto alla fiducia in lui riposta) ab–
bandonò segretamente Torino per recarsi in America, quando già
aveva percepito buona parte del prezzo convenuto, e la statua era
già tanto sformata da rendere impossibile una radicale correzione
nell'atteggiamento o nel concetto generale del monumento.
Il Comitato affidò allora ad un allievo del Vela) l'intelligente e
studioso scultore cav. Gabriele Ambrosio, l'incarico di condurre a
termine l'opera
il
meglio che fosse possibile. Lavorò questi con
sommo amore attorno
il
marmo già sbozzato, ma
il
carattere so–
stanziale della statua gli fu naturalmente impossibile mutarlo.
Tuttavia le maschie sembianze del Brofferio riuscirono con suf–
ficiente verità ritratte, e il monumento fu finalmente eretto nel
giardino detto della
Cittadella,
nell' angolo tra la via omonima c
Fabro.
L'inaugurazione ufficiale ebbe luogo il
28
maggio
187
I.
Si pro–
nunciarono vari discorsi, fra i quali furono applauditi quelli dei de–
putati Mancini e Chiaves, che ricordavano le doti dell'ingegno e le
gesta patriottiche dell'illustre trapassato. La cerimonia si compì con
quell' ordine grave e solenne che la circostanza richiedeva, e fu