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vennero in pensiero di costituire un Comitato per eternarne la me–

moria con un pubblico monumento.

L'avvocato Giuriati.femigrato veneto, che aveva iniziato nel suo

giornale

La Verità,

una pubblica sottoscrizione allo stesso scopo)

si unì tosto al Comitato, costituito dai signori Galvagno, Bersezio,

Bottero, Ferraris, Garberoglio, Garda, Garelli, Genero, Gili, Man–

cini) Martini, Pasquali, Pietracqua, Roggeri, Spantigati, Sineo e

Tecchio.

Diramate circolari e moduli di sottoscrizione ai membri più in–

fluenti delle due Camere) ai collegi degli avvocati e dei causidici,

alle

Università

del Regno, ai letterati più insigni ed alla stampa

periodica) la sottoscrizione ebbe lento e tutt'altro che splendido

risultato, causa forse la guerra dapprima, le lunghe vacanze del

Parlamento e la crisi monetaria

sopratutto,

Trascorsero ben tre anni prima che si riunisse un capitale ap–

pena sufficiente all'erezione del più modesto monumento.

La Commissione affidò ad un giovine scultore,

il

Pierotti, l'esecu–

zione del monumento previa presentazione del relativo bozzetto.

Messosi al lavoro l'artista, quando fu a circa due terzi del la–

voro) s'accorse dell'infelicissima riuscita dell'opera sua. Vergognoso

forse di aver così male corrisposto alla fiducia in lui riposta) ab–

bandonò segretamente Torino per recarsi in America, quando già

aveva percepito buona parte del prezzo convenuto, e la statua era

già tanto sformata da rendere impossibile una radicale correzione

nell'atteggiamento o nel concetto generale del monumento.

Il Comitato affidò allora ad un allievo del Vela) l'intelligente e

studioso scultore cav. Gabriele Ambrosio, l'incarico di condurre a

termine l'opera

il

meglio che fosse possibile. Lavorò questi con

sommo amore attorno

il

marmo già sbozzato, ma

il

carattere so–

stanziale della statua gli fu naturalmente impossibile mutarlo.

Tuttavia le maschie sembianze del Brofferio riuscirono con suf–

ficiente verità ritratte, e il monumento fu finalmente eretto nel

giardino detto della

Cittadella,

nell' angolo tra la via omonima c

Fabro.

L'inaugurazione ufficiale ebbe luogo il

28

maggio

187

I.

Si pro–

nunciarono vari discorsi, fra i quali furono applauditi quelli dei de–

putati Mancini e Chiaves, che ricordavano le doti dell'ingegno e le

gesta patriottiche dell'illustre trapassato. La cerimonia si compì con

quell' ordine grave e solenne che la circostanza richiedeva, e fu