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e letteraria del Piemonte, e forse la maggior gloria del Brofferio ed
il
maggior prestigio del nome suo sta in questo appunto di aver
saputo compilare un giornale politico, accennante a liberali pro–
positi, in tempi in cui regnava sovrano l'assolutismo e che si vie–
tava non solo
la
libertà del parlare, ma s'inquisiva contro quella
intangibile del pensare. Il Brofferio con arte finissima seppe per
molti e molti anni sfidare tutte le ire poliziesche e tutti i rigori della
censura facendo sott'intendere nelle sue polemiche col Romani (pole–
miche che arieggiavano a semplici discussioni letterarie) i desideri, le
aspirazioni del partito che intendeva romperla col passato e rovi–
nare non
il
classicismo, come dall'apparenza poteva sembrare, ma
mandar a monte tutti i vecchi sistemi di governo e di sociale
orgamento.
Il Romani, direttore della
Gazzetta Piemontese,
era
il
rappresen–
tante dei classici in letteratura ed in politica. Uomo rettissimo, con–
vinto, aveva dal canto suo la nobiltà ed
il
clero, che da questa
lotta tra conservatori e novatori pur presagivano dover emergere
conseguenze dilatantesi in più ampio e più pericoloso campo.
Il Brofferio teneva per sè i giovani, i pensatori,
il
nucleo del li–
beralismo che s'andava formando, o piuttosto riformando, sulle me–
morie de' tempi dell'andata repubblica portataci da ]ourdan coi
francesi e col conforto di quanto il liberalismo avea ottenuto in
in Francia anche dopo
la
restaurazione borbonica.
Le polemiche tra i due giornali non correvano di solito cortesi
e corrette; anzi ciò accadeva assai di rado: si facevano aspre, irri–
tanti ad ogni tratto. Il giornaletto del Brofferio divenne ricercatis–
simo: la censura nulla scopriva che potesse impedire la pubblica–
zione di scritti che pareano affatto innocui e senza conclusione. L'o–
pinione pubblica che si andava formando - e grazie al
Messaggiere,
è debito
il
constatarlo - sapeva però scorgere le amare e pungen–
tissime allusioni che il Brofferio sapeva immaginare e nascondere
sotto
il
velo finissimo di ironia
«
che ascondeva
il
recondito disegno
del giovane scrittore, che scopri alti pensieri e concetti liberalis-
simi
l>.
.
Re Carlo Alberto, ricusando i consigli de' cortigiani che lo spin–
gevano a punir severamente l'arditissimo scrittore, ne ammirava la
libera energia e non solo. lo lasciò impunito, ma lo confortò a pro–
seguire la sua via. Il
Messaggiere,
ampiamente diffuso, trovò sempre
una parola di simpatia e di affetto per quanto era grande e ge-