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Tutta la statua, cavallo e cavaliere, venne fusa in due soli pezzi
nelle officine del Soyer a Londra, che dicesi, infuse il metallo dopo
aver rovesciato il modello, dai piedi. Il piedestallo invece venne
apprestato dai signori Pirovano e Guglielminotti, su disegno del cav.
Bonsignore.
Il modello del monumento era stato approvato dal re Carlo Al–
berto fin dal dicembre 183
I ,
e per determinarne e coordinarne le
dimensioni coll'area della piazza sulla quale intendevasi poi effet–
tuarlo, si eresse sul luogo stesso un simulacro che non era però
precisamente del disegno attuale, poichè ai quattro fianchi di esso
erano altrettante statue diversamente atteggiate rappresentanti la
Savoia,
la
Val d'Aosta,
il
Piemonte,
e la
Contea di Nizza,
quali già
formavano gli Stati soggetti ad Emanuele Filiberto.
Dalla base dovevano pure scaturire quattro fontane, che in de–
finitiva si soppressero, come si ommisero le figure allegoriche, la–
sciando il monumento nella semplicità attuale che assai concorre
a farlo ritenere
il
più bello che nel nostro secolo siasi eretto.
Alle
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e mezza pomeridiane del 4 novembre 1838 ed all'augusta
presenza -del Re Carlo Alberto e dei Duchi di Savoia e di Genova,
scoprivasi l'imponente colosso che
la
folla salutò con frenetica ova–
zione, quasi tardo omaggio al vincitore di S. Quintino.