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in qualità di Professore ordinario ; prese quivi a riordinare

quell’ istituto arricchendolo di libri, di strumenti e di mate­

riale didattico, e cominciava una serie di lezioni rimaste

classiche, nelle quali egli andava svolgendo programmi che

compendiavano tutto il progresso della scienza dei vegetali,

entrata in quell’epoca in un nuovo indirizzo, massimamente

per quanto ha riguardo Coll’Anatomia e colla Morfo-biologia.

Fin dal 1866 egli aveva incominciata, in unione col Pas­

serini e col Cesati, purtroppo già rapiti anch’Essi alla Scienza,

il

Compendio della F lo ra italiana,

oggi compiuto, o quasi.

N ell’ Istituto Botanico di Torino appunto, Egli portava al

termine quest’opera pregevolissima, ricca di ben 137 tavole

dovute al solito alla sua mano d ’artista (1).

Col dott. Ferrero , assistente volontario e valentissimo mi­

crografo del R. Istituto Botanico di Torino, il

G

i b e l l i

pub­

blicò un lodatissimo lavoro sullo sviluppo e sull’anatomia

della

Trapa natans

o

castagna d'acqua

e collo scrivente

imprese a trattare la

Monografia delle specie di Trifolium

italiane paragonate con quelle straniere.

Anche di que­

st’opera, di lunga lena, sono sue le tavole magistrali.

Venne incaricato ultimamente di nuovo dal Ministero di

Agricoltura di riprendere lo studio sulla malattia del Castagno,

pur troppo dilagante in diverse plaghe italiane. Quantunque

innanzi negli anni e già tormentato dalle prime avvisaglie

del male che lo trasse al sepolcro, il

G

ib e l l i

non si ritrasse

dall’incarico, riunì le sue forze e si rimise al lavoro, aiu­

tato nella bisogna dal suo assistente, dott. Ubaldo Vaibusa.

Gli scarsi mezzi fornitigli dal Ministero non gli permet­

tevano di tentare il problema con apparati classici, nè di

risolverlo in breve ed a fondo, per quanto si trattasse di que­

stione vitale pel paese. Ciò non di meno Egli instituí una

(1) L e ultime tavole non ancora pubblicate di quest’opera debbono

il loro ritardo a contestazioni sorte Coll’Editore.