

17t
serie di ricerche rigorose e minute, ed impiantò delle espe
rienze sul vivo, con quella sicurezza e quel metodo che gli
erano abituali. Ma, pur troppo, Egli non potè condurre a
termine questo suo ultimo lavoro, mentre accorgendosi non
essere lontana la fine de’ suoi giorni, si accorava di non
poter dare a sè ed al suo paese quest’ ultima e legittima
soddisfazione.
Dalla storia della vita scientifica brevemente abbozzata
di
G
iu s e p p e
G
ib e l l i
,
emergono senz’altro quali fossero le
principali doti del suo ingegno e della sua volontà. Que-
st’ultima soprattutto ebbe addirittura di bronzo; non lo sgo
minarono le difficoltà della vita, come non si arretrò mai
dinnanzi alla difficoltà della mèta nei lavori scientifici. Era
lentissimo nel prendere un partito, ma una volta preso, la
sua volontà incrollabile entrava in campo e non mutava più.
L ’aver scelto una carriera non del tutto confacentesi coi
desiderii paterni, non gli fruttò grandi aiuti, e dovette af
frontare solo e con scarsi mezzi di fortuna il problema della
vita. Non per questo Egli si sgomentò o mutò lo scopo delle
sue aspirazioni. E poiché le necessità materiali eranglisi ac
cresciute colla nascita di un figlio, trovò mezzo anche col
l ’esercizio dell’Arte Veterinaria di aumentare le sue risorse.
Ho citato questo incidente della sua carriera per dare un
esempio della tenacia dei suoi propositi.
G
i b e
LL
i
non fu oratore nello stretto senso della parola,
ma preferiva al facile plauso ottenuto col periodo tornito
ed eloquente, la chiara, ordinata, piana ed esatta esposi
zione delle sue idee, fino ad avere la certezza in sè, di aver
comunicato all’uditorio quanto voleva insegnare. Nella vita
di laboratorio si mostrò coi subalterni piuttosto padre che
superiore: era buono di cuore, caro agli amici, affabile, pre
muroso, e non negò mai il suo aiuto a chi a Lui si volse
per consiglio od insegnamento.