memoria del valore di suo marito, con quanta
ingenuità gli si scusa di non mandar subito
l '
apparamento,
e come g li fa veder chiaro
la speranza che nell’indugio egli muterà con
siglio ! E si trattava di sua sorella ! Ma sì :
il Marchese aveva già fatto la promessa e
voleva mantenerla. Perchè, pochi dì appresso,
riscrisse alla Marchesa : «
Ill.maConiux no
li stra
amant.ma. Per non mancare alla pro-
« missione facta alla
Ex.ma M.naduchessa
« de Milano uostra sorella, del paramento da
« camera guadagnato deio inimico Re di
« Franza, benche la Ex." sua per gran
« modestia che regna in lei et per non di-
« scompiacerne dica de non uolerlo : ve prego
« che lo uogliate mandare più presto sij pos-
« sibile qua acioche possiamo satisfare alla
« obbligatione de la promessa facta. Ringra-
« tiamone de le perseche (
pesche
) ne hauiti
mandati, le quale se goderemo per amore
uostro, bene valete. Ex castris felicibus
«
Ser.meLige apud Casallogianum die prima
« Augusti 1495 — Coniux
Francis.usMar-
« chio Mantue, 111. D. Ven. A ra . Cap.
Gen.is« etc. »
(Arch.° Gonz.,
F. II, n° 6, D
oc. in.).
A questa lettera, colla quale si dava un
ordine definitivo con un’apparenza di pre
ghiera, la Marchesa rispose questi quattro
versi : «
Ill.moS. mio. Per obedire V. Ex.*
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