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Perdona, lettor mio, questa lunga digressione

storica prendendone occasione da un’opera di

oreficeria , e la mescolanza del profano col

sacro. Chi sa che qualche documento , ora

ignorato , non venga a darmi ragione del

sospetto. Ad ogni modo ti avrò provato che

con documenti da me raccolti ho potuto illu­

strare e confermare un fatto storico contro­

verso nelle sue circostanze , e dare alcune

notizie particolareggiate da niuno finora cono­

sciute. Continuiamo la rassegna.

Gli Archeologi fabbricano facilmente ca­

stelli in aria, e qualche volta se li veggono

sparire come nebbia al sole. E se ciò succede

a’ sommi, tu non devi maravigliare se suc­

cede agli archeologi in erba come sono io,

sebbene non abbia più un capello nero, e nè

meno tra il nero e il bianco, in testa.

Vidi nel busto di S.* Genesia lo stemma

da’ fiordalisi, e dissi: questo busto fu donato

alla Chiesa di S. Maria da Carlo V I I I . E

sullo stemma nessuno può dirmi che ho pi­

gliato un granchio ; perchè il campo non ha

alcuno dei segni convenzionali che ne indi­

chino il colore o il metallo, segni non ado­

perati nelle sculture e nelle incisioni prima

dei secolo XV II. Che poi quel Re donnajuolo

volesse parere un

santificetur,

è cosa pro­

vata dalla storia, e su questa il mio sospetto

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