dopo che io avevo additato buon numero di
sformati errori filologici, storici e artistici!?
Eh, gli amici compiacenti non mancano mai!
E poi..., ma non voglio malignare. Una cosa
è certissima, cioè, che il Catalogo cosi com’è
fatto, non serve ad altro che a spandere er
rori gravissimi. I
Cataloghi
sono come le
Guide ;
tutti ne citano le notizie, ne ricopiano
gli errori. E la prova l’abbiamo negli articoli
dei signori
G
on se
e
F
r iz z o n i
,
nei quali sono
ripetuti tutti. Salvo che in quello del secondo
sono alcune savie osservazioni (come, per
dirne una, quella sul ritratto del
L
u cch ino
(sic),
ch’Egli ha conosciuto essere, invece, di
un Trivulzio) ; il che mostra l’accuratezza
dell’articolista. Ma, che vuoi, ci sono alcuni
i quali sapendo che
Volere è Potere,
credono
pure che
Avere è Sapere,
e provano, pove
rini, il più amaro disinganno. Se io fossi un
commediografo, scriverei una
fa rsa
col titolo
— L
a
P
r esu n z io n e
pu n it a
— ; ma comuni
cherò l ’argomento ai miei buoni amici cava
lieri Quintino e Valentino Carrera, e la scri
veranno essi in vece mia.
Ho parlato finora di tante cose, e non ho
detto una parola della
Mostra dell'Arte an
tica,
la quale ha dimostrato anche agl’incre
duli che
Volere è Potere.
Io non posso ad
ditare il nome o i nomi di coloro che primi
XXXI