Table of Contents Table of Contents
Previous Page  40 / 342 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 40 / 342 Next Page
Page Background

vivente innalzò a sè stesso il più grande e

durevole monumento — opera e premio — ,

il

Regno d ’Italia.

Incominciamo la rassegna delle anticaglie,

e prima osserviamo i due cannoni di bronzo

da 36 (k. 11,43) della Repubblica di Genova.

Ognuno di essi porta lo stemma dei D’Oria

sul corpo, e sulla volata il motto :

Spe et vir-

tute omnia.

Ambidue hanno per finimento

della culatta una bellissima protoma virile

galeata. L’anno del getto e il nome del get­

tatore sono incisi sulla fascia alta di culatta

— JACOBUS ROCCA — FECIT — GENUAE MDCCX.

Non accade che entri in minute descrizioni

tecniche su queste artiglierie nè che ti dica

la lunghezza (3m,395) e il peso (k. 2,770);

ma voglio farti noto che questo maestro di

getti nel 1698 fu chiamato dal Duca Vittorio

Amedeo II, per colare artiglierie, qui a Torino

e che vi stette 8 mesi; nel qual tempo fece

d 12 mezzi cannoni da 32, 2 quarti da 21,

5 quarti da 16 », e che gli furono pagate,

per prezzo di fattura, L. 14431,18,8.

Continuiamo ancora con l’artiglieria. Ecco

qui il frammento di un

mezzo cannone

dei

Gonzaga, la culatta. Non ha finimento, ma

un piano normale all’asse su cui è una

Ma­

nopola

, o guanto di ferro, a basso rilievo, col

motto in lingua spagnuola — buena fe no

— 4 —