

assumersene la malleveria e la difesa, contro
il membro prosuntuoso che lo criticava. Ma
io, che avevo proveduto a tempo per far ca
dere nel nulla le accuse e per mostrare in
giusto il risentimento, io, sicuro del fatto mio,
continuavo la critica. Sapevo bene di chi è
il Catalogo, perchè porta il nome del Cata
loghista, e credevo, e credo ancora e crederò
sempre di aver compiuto un atto doveroso e
da gentiluomo, togliendo il
merito
della com
pilazione dello spropositato libro alla Com
missione, o sia a tutti quelli fra i ventuno
miei onorevoli Colleghi che lo lessero dopo
messo in vendita.
Ma ora viene la parte tragicomica. Era il
28 di luglio e avevo già pubblicato
venti
appendici, e non ne mancavano che due per
compiere la rassegna. I lamenti per l’addietro
erano fatti, come suol d irsi, in famiglia, a
bassa voce (come nell’Accademia della Crusca) ;
ma a quel punto la tempesta, che rumoreg
giava da lontano, scoppiò improvvisa. Dopo
due mesi che avevo aperto la campagna, non
iscaramucciando, nè traccheggiando, ma com
battendo a visiera alzata, ecco gli onorevoli
avversarj che voltano e vogliono far testa,
non da sè soli, ma chiamando in aiuto i
colleghi. Si convocano i Commissarj per il
giorno 28 (luglio) alle 2 pomeridiane (eccetto
XXVI