non tenevo per opera della Commissione, ma
anche per la nuova edizione se non si fossero
seguite le norme da me accennate in questa
seconda lettera. Questo, mi sembra che debba
dirsi operare
come suolsi tra gentiluomini.
Intanto il mio giudizio sul Catalogo era in
cominciato, ed il primo numero della ras
segna, fatta in tua compagnia, era uscito
nel giornale IL
R
iso r g im en to
del 29 maggio.
In una adunanza (14 di giugno) successiva,
tenuta per venire alla
definitiva
concreta
-
zio n e
(U )
dell'idea
di rifare o di correggere
il Catalogo, fu letta la mia lettera che in
contrò la generale approvazione. Si discusse
sul modo di attuare l ’idea, e quali volevano
(io ero tra questi) che si rifacesse, quali che
si correggesse soltanto il Catalogo stampato,
e questi, per ragioni di economia, la vinsero
su quelli. Anzi uno de’ primi propose, e cercò
di ottenere che ad un solo si desse il carico
di questo lavoro ; carico che da nessuno si
volle assumere. Perchè si stabili che ognuno
correggesse la sua parte d ’ accordo con i
Colleghi, ciascuno dei quali però avesse di
ritto di fare le osservazioni che credesse op
portune, anche sulle parti degli altri. E su
bito s’ incominciò il paziente lavoro. Ma a
mano a mano si sminuiva il numero dei
Colleghi, che assistevano alla adunanza, e
XXIV