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cuni bellissimi , della stessa specie, nella

Sala V II. Ritorniamo al nostro intarsiatore.

Tutti i mobili del Piffetti , come già ho

detto, si rassomigliano per la maniera del

lavoro, ma non per questo sono essi meno

degni di osservazione. Guarda questo cofa­

netto, contenente quattro vasi di porcellana

bianca di V inovo ('?), come è elegante nella

forma ed accurato nella esecuzione. Osserva

(n. 27) questa « Scrivania

istoriata

» di

noce d’India, con tarsie di avorio figurate,

non

istoriate,

che rappresentano caccie, so­

natori ambulanti, ballo campestre e bamboc­

ciate. Il Catalogo non dice che è del Piffetti

ma te lo dico io , e te ne convincerai da te

stesso soltanto che tu ci dia un’occhiata. E

posso anche aggiungere che questo mobile

appartenne alla Casa Savoja Carignano.

Ora vieni ad inginocchiarti su questo bel

Prega-Dio,

e...

Prega- Dio !?

E se volessi pregare la

Madonna o il mio Santo protettore?

— In tal caso ti serviresti di un

Inginoc-

chiaiojo

come fanno tutti g l’italiani.

— Dà una occhiata al leggìo da coro, di

legno noce, ornato di putti di tutto tondo e

di svariati fogliami , opera d’ intagliatore

chierese del passato secolo. E non lasciare

inosservati i dieci grandi e bellissimi vasi

antichi del Giappone...

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