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A L F O N

ED I L DO

a i • « !!*» s o n o s c n n i

al C u ri l i L i

I3S

C

hi percorra qui in To rino la via Cernaia. là dove

ottanta anni fa sorgevano g li spalti della c itta ­

della. scorge un palazzo che pur oggi conserva

il nome d e ll’uomo illustre che lo costruì: palazzo La

Marmora. La sua storia, non lunga, poiché risale ad

o ltre la metà del secolo scorso, merita di essere qui

richiamata: non é ignota, ma il riaffacciarla, accompa­

gnata dai documenti che ne sono come la carta costi­

tuzionale, non è male oggi che le cose del passato

si gareggia di rievocare alla luce. La guerra di Crimea

era finita, onorevolmente, e le truppe che avevano

tenu to alto il nome italiano stavano per rip o rre il

piede in Italia, guidate da chi in sé quasi raccoglieva

tu ttta la gloria , Alfonso La Marmora. Era la prima

v itto ria italiana, che dava agli Italiani un senso vivo

della loro capacità a diventare nazione e che accen­

deva la lo ro speranza negli anni che dovevano seguire;

quindi non poteva ia cosa restare senza un segno nel

parlamento; poiché se si erano usate parole di rico ­

noscenza — e ciò fu bene — verso l'ese rcito che nel

'49

aveva toccato una sconfitta, o ra che la v itto ria

coronava gli sforzi e i sacrifizi dell'eser­

cito sardo, doveva risonare una parola

alta di lode e di grato animo.

Il 28 maggio 1856, so ttosc ritta da 125

depu ta ti, fu presentata una proposta di

legge, in un a rtico lo unico, con la quale

si offrivano al generale A . La Marmora

50 are di te rreno sugli spalti della citta­

della, dichiarati alienabili e sui quali do­

veva aprirsi la via Cernaia: e questo a

tito lo di riconoscenza nazionale. La pro­

posta, che su 109 presenti ebbe 97 voti

favorevoli, 9 con tra ri e ? astensioni, ebbe

l ’approvazione il 29 maggio, e poiché in

quella seduta fu ietta dal presidente Bon-

compagni una le ttera del generale Gari­

baldi, nella quale questi chiedeva che il

p rop rio nome apparisse fra i firmatari

della proposta, così fu possibile al depu­

ta to Cavalli avanzare l'op in ione che si

dovessero accomunare gli eroismi della

guerra di Crimea alla sfortuna della prima

guerra d e ll’ indipendenza o , per lo meno,

non passar so tto silenzio questa mentre

si esaltavano que lli. A rispondere alia

generosa proposta de ll'on . Cavalli sorse

il Cavour in persona che, dopo aver ricor­

da to che il debito del paese ai p rodi era

già stab ilito in quel monumento che si

augurava veder presto sorgere davanti

all'aula del parlamento al Re che ogni

civismo e sacrificio impersonava, Carlo A lbe rto . di-J

chiarava di non ritene re necessario associare l ’un

rico rdo a ll‘a ltro .

La Camera — dichiaratosi soddisfatto dalle parole

del presidente del Consiglio, l'on . Cavalli — racco­

mandava che l ’um ile foglio contenente la proposta;

ed i nomi dei firma tari fosse conservato negli archivi, ! ]

fra le cose me ritevo li d'essere conservate; e noi q u i|

pubblichiamo — non sappiamo se per la prima v o lta :

— il curioso documento.

Ed insieme alla riproduzione del semplice docu -|

mento — umilissimo foglio coperto da tanti nomi nei I

quali si ccftnpendiano e si raccolgono gli avvenimenti

fausti e tris ti di un ventennio — ci piace richiamare '

al ricordo tu tti gli sviluppi della proposta.

Naturalmente il progetto di legge ebbe una rela­

zione illa Camera ed una al Senato; ma fu rapido

l’esame — né d ’altra parte ci voleva molta discus­

sione intorno a cosa che riscuoteva l’assenso di

tu tti —: in sei giorni era legge il breve articolo atte-

ì

stante la riconoscenza nazionale per il La

Marmora.