IL V O L E R E DEL D U C E
« Nessuno, nell’Europa contemporanea, vuole de
liberatamente
la guerra. Meno di chiunque l ’Italia;
ciò non di
meno la guerra è nelle possibilità e può
comparire
airimprowiso, da un momento all’altro.
«S tiamo
diventando e diventeremo sempre più,
perchè
lo vogliamo, una nazione
m ilita re .
Poiché
non
abbiamo paura delle parole, aggiungeremo
m ili
tarista.
Per completare
gue rrie ra
».
Con queste parole il Duce segnava, nel Suo
vibrante « discorso del carro d'assalto » alle manovre
dell'anno X II, il compito dell'italiano d ’oggi: essere
guerriero in una nazione guerriera, non per fare la
guerra, ma per scongiurarla, oppure per stroncarla,
nel più breve tempo possibile.
Ai
tremendi mezzi moderni di offesa, la tecnica
militare ha contrapposto, pressoché in tutti i campi,
mezzi
adeguati di difesa. £ dunque da prevedersi
che le
guerre del futuro si baseranno essenzialmente
sulla
sorpresa.
Sorpresa vuol dire concentrazioni for
midabili di masse aggressive scagliate in profondità:
vuol
dire, di conseguenza, guerra di movimento per
le
truppe in linea e guerra di incursione aerea sui
grandi
centri urbani civili.
Ne consegue che le guerre del futuro, con ogni
probabilità, non saranno precedute da scambio di
note diplomatiche, da invocazioni di « casus foederis »,
da « ultimatum » e cosi via; bensì scoppieranno d'im
provviso con tu tto il fragore, materiale e morale,
che viene dalla
p rima
sorpresa: quella che coglie
un avversario ignaro, completamente impreparato,
epperciò vulnerabile e soggetto al panico.
Ne consegue altresì che le espressioni di « imbo
scato» e di «pacifico borghese» non avranno più
senso. La guerra moderna non mira più soltanto
all 'annientamento dell'avversano in arm i, vuole altresì
colpirlo nelle sue più profonde radici di vitalità; ep-
perciò nei grandi centri ferve il lavoro degli ap
prestamenti morali e degli apprestamenti materiali.
D'altro canto i mezzi di offesa moderni, per la loro na
tura e per le caratteristiche stesse dd loro impiego,
non possono più rispettare la casa, il vecchio padre e il
novello poppante del così detto «pacifico borghese».
arma aerea na aooiito le ornarne, nessuno m
grandi
centri itotiani dbta più di
10
minuti di
voto
dalla base aerea più vicina fra quelle oggi esistenti
oltre i nostri confini di te rra e di mare.
Torino, Milano,
Venezia, città di frontiera e grandi centri industriali,
sono anche più esposte.
Occorre dunque prepararsi. Prepararsi
oggi per
domani.
Ed occorrr
Uo
la preparazione sia estesa
a tutto
ed
a tu tti.
Abbiamo detto che ai mezzi moderni di offesa
la tecnica militare ha contrapposto mezzi adeguati
di difesa. Aggiungeremo che il Governo Fascista,
nella sua onniveggenza, ha instaurato servizi speciali
per il loro studio e ne ha voluto l'evoluzione con
tinua attraverso l'addestramento delle forze armate.
II cittadino italiano può oggi disporre di mezzi fra
i più perfetti finora escogitati.
Ma un qualsiasi mezzo materiale di protezione,
di difesa o di offesa, a nulla vale se mancano due fat
tori di importanza vitale: l’allenamento al suo uso
e la « coscienza guerriera » per avvalersene. Fattori
che evidentemente non si improvvisano: da ciò
Cappello del DUCE a ll’italiano d ’oggi.
Lo Stato non può fare tutto. Da un esercito in
dissoluzione, da una marina in abbandono, da un’avia
zione ancora in embrione, ha creato un blocco di
forze armate perfettamente equipaggiate, addestrate
e, quel che più conta, pronte ad ogni olocausto per
la difesa della Patria. Da una massa amorfe di nuove
generazioni, di ogni età e di ogni tendenza, ha saputo
formare organizzazioni premilitari pronte ad assol
vere lo stesso dovere, con la stessa preparazione,
e con la stessa fede.
Restava la grande massa della popolazione civile.
L'inquadramento sindacale corporativo è valso a dare
ad essa una prima disciplina: quella del
tempo ormai di tare un passo avanti:
in una disciplina di guerra. Lo Stato ha perpè
tu ito un Comitato Centrale Interministeriale di
tezione Antiaerea (C . C . I. P. A . A .) con Con
Provinciali presso le singole Prefetture,
Unione Nazionale per la
(U . N . P. A .), con sedi in tu tti i
Nazione; organizzazione di stud
nizaoione di esecuzione l'altra*
O d i* p r f p i r v i o n c v iv ile « H |M I I • w w *