Ma Fides è un cuore generoso e leale e si ribella: caritatevolmente
rivolge i suoi sforzi alla riconciliazione dei coniugi perchè essi con
un duplicato affetto possano riguadagnare gli anni perduti.
Il Wassermann ha scritto un romanzo che fa pensare e che si
legge con viva attenzione e con simpatia: nulla vi è di artificioso:
tutti gli elementi si fondono armoniosamente e rendono il volume
sommamente piacevole ed attraente.
C. Aprato: Guida pratica per la conoscenza degli stili nell'arte.
G. B. Paravia & C. I* e 2* Parte. L. 22 al volume.
L'opera consta di tre parti: il 1° volume comprende l'arte egi
ziana, assiro-caldaica, persiana, -ndiana, fenicia, ebraica, greca,
italo-greca, etrusca e romana con 800 illustrazioni; il 2° volume
l'arte paleo-cristiana, latina, bizantina, arabo-moresca, romanica,
gotica, con 900 illustrazioni; il 3° volume va dall'arte del Rinasci
mento fino a quella contemporanea.
La I* edizione essendosi esaurita in poco tempo, l'A . ha riela
borato ed ampliato l'opera, arricchendola di molte illustrazioni.
Sono gii uscite in seconda edizione le prime due parti; il terzovolume
uscirà fra poco e saràanch'esso adorno di numerosissime illustrazioni.
In questi volumi gli stili non solo sono considerati sotto l'aspetto
artistico, ma specialmente come espressione di idee e di sentimenti
dei vari popoli. Secondo il concetto dell’A. lo stile è cioè l'espres
sione di una data cultura.
L'opera, destinata sopratutto ad uso dei Licei, evita un sovrac
carico di erudizione: ma nei suoi limiti è ricca di confronti ed è
condotta con chiarezza e competenza.
C a ri. C. D. N inoratt i, Arcivescovo di Genova: Omelie -Discorsi -
Panegirici. Due volumi di complessive pagine 860. Elegante
edizione. Società Editrice Internazionale, Torino. L. 30.
È bene un pezzo che non si legge il nome dell'antico professor
Minoretti sul frontespizio di un volume. Da quando ha lasciato la
Cattedra del Seminario Teologico di Milano - e vi insegnava ad un
piccolo gruppo di studenti più intellettualmente curiosi e avidi di
sapere - non ha più nulla stampato. La cura d'anime lo ha totalmente
incatenato e soppresso dall'elenco degli scrittori.
Ed è anche lontana l'epoca del Trattato di Sociologia del Minoretti
uscito durante il fermento delle feconde esperienze sulle lettere
encicliche di Papa Leone, in cui si avvertiva il sorgere di verità nuove,
per le quali occorreva esser pronti all'azione.
Ci sono echi di quegli studi anche in queste pagine. Echi, non
appena di parole, ma di stati d'animo. Dinamismo e vigore di affer
mazioni, visioni larghe delle condizioni del pensiero, e palpito di
verità e di vita.
Se la predicazione ha da essere di senso immediato delle verità
vissute, qui ad ogni pagina l'Autore parla e agisce con schiettezza
assoluta, senza sottintesi, aperto e privo di attenuazioni, che non
vengano dalla cristiana misura.
La sua fede è illuminata, è fede di un Maestro nella Chiesa ed egli
si studia di irraggiarla sul suo popolo. Questo compito nel suo spa
rito è sentito come vita e fervore.
In tutta la presente opera ii rivela una spiccata indole dottrinale
e dogmatica, piuttosto che psicologica e affettiva. La stessa scelta
dei temi rivela l'indole dottrinale della predicazione dell'eminen
tissimo Autore.
Parola dunque colta e vivace, robusta e personale; la dottrina
qui non è ripetizione di scuola, bensì espressione di vita.
Giuseppe De Libero: Satana: L'Essere -L'Azione - Il Dominio. Bel
volume di pagine 576. Società Editrice Internazionale, Torino.
L. 20.
Dal tempo del Graf, di Carducci, d. Rapisardi, da circa mezzo
secolo insomma, in Italia, non si scrisse più nulla su questo soggetto,
cosi ampiamente ed esaurientemente.
La grande maggioranza degli uomini hanno, tutt'al più, di Sa
tana, una nozione come di essere malvagio, ma una tale nozione è
tanto larga, vaga, che non dà neppure i più tenui contorni di un
disegno, ed i più lontani termini di una definizione e quella di Satana
resta cosi una forma evanescente, cangiante, come le bizzarrie del
sogno e della fantasia, e di concreto non resta che un nome: Satana
i Satana.
Esso rappresenta invece il male in tutte le sue manifestazioni, le
cattive tendenze, le malvagie aspirazioni, l'odio e l'egoismo.
Giuseppe De Libero ha trattato U difficile argomento, senza
nulla tralasciare di ciò che è indagine scientifica e informazione sto
rica, rapporti lontani e vicini tra la figura del demonio, considerato
nel suo essere, nella sua azione e nel suo dominio, e la vita degli
uomini.
Ne è uscito un libro dotto e dilettevole insieme; una polemica
viva e ardente tra un'anima ricca di Vangelo e il tenebroso spirito
del male.
Tutto il libro è un’acuta indagine dei mali del mondo, che l'A .
vede come opera di Satana, anche quando, a nostro avviso, lo spi
rito del male ne è assente. I due capitoli sullo spiritismo e la teosofia
non ci paiono, ad esempio, esatti tanto nella esposizione, quanto
nelle conclusioni. Ma l'A . è un animo assetato dell'amore di Cristo
e scorge i pericoli ovunque.
Dante D inii Vita in fiore. Elegante volume con numerose illustrazioni
a colori. Società Editrice Internazion*1' 1
Pochi libri per ragazzi, tra queili apparsi in questi ultimi anni,
si offrono con seduzioni maggiori di questo, tanto nella forma ele
gantissima, quanto nella sostanza e nel sentimento profondo che lo
anima.
Qui l'incanto della fanciullezza è vario e multiforme e il cuore
vi gode la libertà di esprimersi passando attraverso ombre e luci
e facendosi tuttavia, per le cose che tocca, per l’aria che respira,
per le creature che avvicina, per la scuola che frequenta, per una
partecipazione generosa ai giorni della Patria, adulto e consapevole.
Poesia, fiaba, apologo, vita famigliare, vita di scuola, affetti e ami
cizie, Pàtria e Fede, senso e amore della natura, splendore di ideali,
tutto è versato con spontaneità in questo libro e nulla va oltre l’ar
monia d'una persuadente purezza di intenti e di insieme. Nessuna
violenza di pensiero e di espressione, nessuna urtante declamazione
di principi: ma fatti e vicende portati a una conclusione sempre
logica e consolante, una pittura magri di colore e profonda di
disegno.
Taluno potrà dire che il toscano non ha saputo completamente
rinunciare a se stesso; che qualche sonorità poteva essere evitata,
qualche forma italiana si. ma d’uso meno consueto poteva essere
sostituita con un'altra di più facile comprensione; che l'andamento
del racconto poteva essere più incalzante e più unito. Ma senti
rebbe rispondere che la conoscenza di nuovi vocaboli è un aiuto
alla fentasia dei ragazzi, che il libro non volevaavere nelle intenzioni,
l'andamento di un racconto, ma bensì quello di un'antologia le cui
parti fossero tra loro unite da un elevato senso ideale. Qualcosa,
insomma, come un testo molto adatto ad una classe elementare.