Meridiana. Versi di Ilio Ir a vetta. Torino, Tipografia Damiano.
Poesia di un giovane, ricco e vibrante di quella giovinezza che,
oltre ad essere consacrata dallo stato civile, è una irradiazione del
l'anima, un impeto di fede, una letizia di vivere.
Per gustare appieno i versi di Elio Bravetta occorrerebbe sen
tirli declamare dall'autore; la voce, l'occhio, il gesto aggiungono
slancio alla parola brillante, e si ha l'esatta concezione che non la
retorica, ma l'intimo fuoco hanno guidato il pensiero e la penna
di questo entusiasta goliardo della letteratura.
La raccolta di versi ha avuto una immediata consacrazione uffi
ciale; il premio di 300 lire, massimo fra i modesti assegnati, nel
l’esame prelittoriale, compiuto in sede di G. U. F. da un consesso
di chiari letterati torinesi.
Ma questo titolo di benemerenza non sarebbe di per sè sufficiente
per provocare la nostra affettuosa e cosciente approvazione (troppe
volte è accaduto che poeti vincitori di concorsi ci sono apparsi oscuri,
contorti e bislacchi) se la lettura non ci avesse largito un godimento
spirituale ed una emozione reale.
L'amore, soggetto obbligato di tutti i versificatori «d'antan»
non tiene molto posto nella raccolta. Noi, ancora infetti, e lieti
di esserlo, del bacillo romantico novecentista, abbiamo notato con
una certa sorpresa ed un certo disagio un consiglio come questo:
« Non dedicare a donne che mezz'ora ».
Ma perdoniamo al giovane poeta la sua innocente spavalderìa,
perchè sappiamo che alle gentili creature che, per quanto si cerchino
altri temi, costituiscono e costituiranno sempre il soggetto precipuo
per l'ispirazione poetica, egli dedica assai più tempo, almeno con
il pensiero che vagheggia e con il cuore che batte.
In una breve prefazione, piena di autoriti e di affettuoso con
senso. S. E. de Vecchi di Val Cismon presenta « questi versi che hanno
profumo
di vent'anni; calice che già gonfia per diventare frutto, mentre
la
corolla regge ancora i petali ed il polline profuma».
E scorriamo dunque rapidamente il volumetto, arricchito pure
di pregevoli incisioni originali di Bruna Pagani.
Ha il primo posto, preludio nobilitato da un patriottismo non
retorico, una «Elegia Fiumana», premiata al concorso nazionale
di poesia indetto dalla Confederazione Fascista professionisti e artisti
per una lirica celebrativa sull'epopea di Fiume. Brevi scorci di
forte potenza evocatrice i quali, senza tentare neppure di voler
dare quadri episodici o sintesi di avvenimenti, scagliano nel cielo
della poesia la concitata emozione di ribelle disciplina ai destini
della Patria, che ardeva nello spìrito dei volontari.
L'imperativo ideile affidato alla generazione dei nostri giovani
è cantato nella trinità: «
Comminare - Costruire
-
Combattere
» a cui il
poeta, con il vaticinio della fede, aggiunge « Vincere».
E questo senso della gloria italica è sempre vigile; sia che emani
fervore bellicoso (Rivista dei Duce), che dalla descrizione di un
intemazionale calcistico
(Tifo alla
Rodio).
'insofferenza alla vita abitudinaria trova accenti originalmente
dfcW’impwf ott); ed il palpito della giovinezza
Gaudeamus
rgitur e negl
i
i beati vent anni dell'autore.
Versi di C lelia GugHelm lnettl.
Poiché siamo tra i goliardi poeti del G. U. F „ tratteniamoci
pure con una gentile poetessa, anch'essa premiata, Clelia Gugliel-
minetti, studentessa del secondo anno di lettere. È stata una precoce
verseggiatrice attratta, in epoca in cui le fanciulle hanno da poco
lasciato la bambola, dalla poesia della maternità.
È oggi una fanciulla moderna, ama gli sports, e se la sua fronte
è stata incoronata recentemente dall'alloro della poesia, essa già
recava il serto olimpionico di campionessa universitaria di pat
tinaggio.
È un errato pregiudizio di superficiali osservatori, e special-
mente osservatrici, il ritenere che esista un netto distacco tra la
generazione femminile presente e quella che l'ha preceduta. Sono
indubbiamente mutate le condizioni esterne, ma l'intima essenza
muliebre non muta; l'anelito al sentimento, alla poesia è sempre
vivo in lei, e se talvolta si rinchiude in sè stesso, dando l'impressione
di essere svanito, è per l'incomprensione di noi uomini spesso,
per colpa delle circostanze, refrattari ai richiami sentimentali.
A questi, Clelia Guglielminetti si abbando~-> mr, 0ura elevatezza.
Non lo sappiamo ufficialmente, perchè le poc. ,
tateaIG.U.F.
non abbordavano il tema amoroso; ma una sua delicata ed accorata
recitazione ha sollevato il velo del tempio segreto, ed abbiamo
ritrovato, con grata emozione, le parole che si ripetono da secoli;
ma in veste nuova e con l'impronta inconfondibile del presente.
Fra i versi presentati al G. U. F. notiamo: Mani di mamma.
riboccanti di uno squisito sentimento di tenerezza; due rievocazioni
daun recente viaggio all'Urbe: Locasa delle Vestali e Ostiaal tramonto.
Questa fanciulla che persegue brillantemente gli studi giuridici,
che haottenuto uno dei rari premi della Fondazione « Carlo Alberto »
del Collegio delle Provincie, che, come abbiamo accennato, è trion
falmente sportiva, trova ancora il tempo di lavorare per le opere
assistenziali, e mentre le sue mani indugiano attorno a magliettine
e calzerotti, il suo cuore pensa, con tenerezza materna, ai bimbi
a cui l'opera della sua carità è destinata. Vorrebbe esserne non solo
la benefattrice ma la madre; vorrebbe essere non l’anonima dona
trice all'anonimo derelitto, ma completare il suo dovere civico
con la tenera assistenza materna.
Siamo certi che Clelia Guglielminetti vedrà un giorno questi
sogni tradotti in una luminosa realtà e le auguriamo che la vita
le permetta sempre di congiungere armonicamente fazione e la
poesia.
EDOARDO ROGGERI.
Istituzioni di diritto privato
esposte per
tavole
sinottiche.
Tonno, Giappichelli. 1934, p. 243. L. 25.
Il più efficace e spiccio resoconto di quest'opera, che l'A . dedica
all'IstitutD Superiore di Sdente economiche e commerciali della
noctraCittà, si pub fere riportando qualche parola della prefazione.
Un economista dine un giorno aH’Autore: — Quando vi si sotto
pone un caso, voi giuristi cerate subito la casella nella quale collo
carlo —. Poiché egli aveva ragione, non é illogico presentare il
diritte privato in un'opera che sembra un casellario, perché per tal
materia « le caselli non sono - proeagua l’A. - un artificio • non
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