DIFESA CIVILE ANTIAEREA
La protezione collettiva contro gli aggressivi
batterici
si può così sintetizzare:
a
) Pulizia delle case, spinta negli angoli più
riposti, e disinfezione dei locali per loro natura
infetti.
b)
Lotta senza quartiere contro gli insetti e
gli animali parassiti: mosche, pulci e topi in ispecie.
c) Pronta denunzia dei colpiti, degli spacci di
viveri malsani o non mantenuti nelle condizioni
d’igiene prescritte, ecc.
La protezione collettiva contro gli aggressivi
chi
mici
riproduce, in grande scala, i mezzi di prote
zione individuale: in altri termini, alla «maschera
antigas » subentra il « ricovero antigas ».
Ne consegue un'immediata corrispondente clas
sificazione in:
1°)
Ricoveri a tenuta d'aria,
nei quali gli indi
vidui restano isolati dall’aria esterna e respirano
sempre la stessa aria inizialmente contenuta nel locale.
2°)
Ricoveri a filtrazione d’aria,
nei quali gli
individui respirano l’aria esterna fatta passare attra
verso un apparecchio filtrante che la sbarazza dalle
sostanze chimiche in essa eventualmente esistenti.
3°)
Ricoveri a rigenerazione d'aria,
nei quali gli
individui restano isolati dall’aria esterna e respirano
l’aria inizialmente contenuta nel ricovero: ma questa
viene fatta continuamente passare attraverso un ap
parecchio rigeneratore che la arricchisce dell’ossi
geno d’aspirazione e la depura dall’anidride carbo
nica e dal vapore acqua d’espirazione.
4°) Ricoveri misti, cioè a filtrazione ed a rige
nerazione d’aria, separati od abbinati, secondo le
esigenze contingenti.
Il
ricovero, considerato dal solo punto di vista
della protezione agli aggressivi chimici, deve rispon
dere ad un primo essenziale requisito: la
ermeticità.
Una famigliola che si raccolga durante un'aggressione
aerea, in un ambiente di m. 3 x
A
x 3= 36 me., vi
potrà vivere ben
nove ore
senza disturbi fisiologici,
purché l’ambiente abbia un grado di ermeticità suf
ficiente. Purché cioè siano perfettamente serrate
tutte le aperture, tappate tutte le fessure, smaltate
tutte le pareti, ecc.
La realizzazione pratica della ermeticità è assai
difficile e le aggressioni aeree possono durare, o
ripetersi o. far sentire i propri effetti assai a lungo.
Ne consegue la necessità di creare, entro il locale
adibito a ricovero:
a) una sovrapressione sufficiente ad impedire
le infiltrazioni dell’aria esterna:
b)
un condizionamento sufficiente a rendere
l’aria interna respirabile nel tempo.
Ne conseguono i tipi di ricovero a circolazione
d'aria interna od esterna rapidamente descritti.
La protezione collettiva contro gli incendi in
genere e contro gii aggressivi Incendiari in ispecie
si basa su una nota massima: « Parva favilla gran
fiamma diventa». Se ciascun inquilino sarà pronto
a soffocare la bombetta incendiaria che vedrà cadere
sul proprio tetto o sul proprio balcone, le «gran
fiamme» non vi saranno, o saranno assai poche, ed
i pompieri, volontari o effettivi, basteranno per
spegnerle.
Diamo qui le norme essenziali:
a) Soffitte:
sgomberarle dai materiali combusti-
bili, spandere sul suolo uno strato di pochi centimetri
di sabbia asciutta, possibilmente pitturare le trava
ture con le vernici ignifughe esistenti in commercio,
spalancare le porte, ecc.
b) Pianerottoli, corridoi, ecc.:
predisporre casse
ripiene di sabbia e munite di pala, vasche ripiene
d’acqua e munite di secchio e di ramazza ravvolta
di stracci, possibilmente estintori di qualsiasi ge
nere, ecc.
c)
Alloggi:
predisporre un tubo convogliatore
dell’acqua potabile dal rubinetto più vicino fino alle
varie camere, eliminare i tendaggi ed i tappeti, to
gliere la valvola al contatore elettrico e chiudere
il contatore del gas, ecc.
d) Lucernari, balconi, scantinati, ecc.:
barricarli
con sacchetti o mucchi di sabbia in modo da impedire
l'entrata Hi bombette incendiarie.
e)
Bombetta incendiaria:
soffocarla con sabbia,
oppure rotolarla su d’una tegola, una pietra, ecc.,
e lasciarla bruciare. L’uso dell’acqua o dei comuni
estintori è dannoso, oppure inutile.
f ) Paratie parafuoco:
avvalersene quanto più
possibile ed ove più conveniente, siano esse fìsse o
mobili, metalliche o in muratura.
La protezione collettiva contro gli aggressivi
di
struttivi
si basa su un’altra nota massima: «In tempo
di tempesta ogni pertugio è porto ». Grave errore
sarebbe quello di perdersi in inutili quisquilie su
formule fìsse! Valga ad esempio il nostro fante il
quale si aggrappava con le unghie e con i denti sulla
posizione conquistata, vi faceva una nicchia che di
ventava man mano trincea, vi praticava una «tana
da volpe» che diventava man mano caverna, e giù
giù sino a scendere nelle viscere della terra e minare
le montagne.
Certo, contro le bombe da 2000 Kg. non vi è pro
tezione possibile; certo altresì che, contro le bombe
da 200 Kg., occorre già una protezione che non è
da tutte le borse. Ma è ovvio pensare che la bomba
da 2000 Kg. non sarà impiegata contro un fabbricato
comune ed è umano pensare che. nel mare di case
che formano una città, la bomba da 200
Kg.
non
centrerà il ricovero nel quale ci siamo riparati pro
prio
noi.
Sopratutto sarebbe
assurdo
rinunciare
ad
ogni ricovero semplicemente perchè non lo si
può
fare ih modo che resista alle bombe: siano esse
2000 o da 200 Kg.t
Occorre dunque provvedere
subito,
fare quanto
è possibile oggi; quindi completare, perfezionare,
rafforzare giorno per giorno. Tutti gli edifici
avere un «pertugio» di riparo durante la «
pesta » e per crearle diamo qui le norme essenziali