DIFESA CIVILE ANTIAEREA
diata necessità (valori, viveri, ecc.) e si sarà recato
nel «suo
ricovero»,
ben poco avrà da'temere in
caso di aggressione aerea.
Purtroppo però vi sarà sempre chi, per imprevi
denza, per incuria, per sfortuna, o per esigenze di
servizio, si troverà, al momento del pericolo, sprov
visto di mezzi di protezione adeguati o nella impos
sibilità di avvalersene per tempo. Si avranno dunque
dei colpiti e vi sarà, di conseguenza, la necessità di
un
pronto soccorso.
Il
pronto soccorso può costituire la fase più im
portante della cura di un colpito, e, in moltissimi
casi, può costituire anche l'unica possibilità per la
sua salvezza. Da ciò la necessità di norme e di appre
stamenti di cura che non possono essere devoluti
esclusivamente al «posto di soccorso», all'ambula
torio, o all'Ospedale; ma debbono costituire parte
integrante della coscienza chimica di ogni cittadino.
Un pronto soccorso agli effetti di un colpito da
aggressivi
batterici
non ha ragione di essere. La
esperienza del passato, l'opera costante della nostra
Croce Rossa, i bandi che le autorità emaneranno
all'occorrenza, metteranno la cittadinanza sull'av
viso. Di conseguenza, ai primi sintomi sospetti
(febbre, anormalità cutanee, ecc.), l'individuo non
esiterà a ricorrere all'opera tempestiva del sanitario
e qualora per effetti di superstizioni popolari ormai
tramontate venisse meno a questo dovere verso
sè stesso e verso gli altri, è da supporre — date le
conoscenze ormai acquisite dalla nostra gente —che
i suoi stessi famigliari lo indurranno a presentarsi
per tempo.
Il
pronto soccorso agli effetti di un colpito da
aggressivi
chimici
costituirà invece, con tutta proba
bilità, il caso comune. Occorrerà, sempre ed al più
presto possibile:
1°) proteggere il colpito da ogni ulteriore
azione degli aggressivi chimici, sistemando ed inte
grando i mezzi di protezione di cui è munito, oppure
provvedendolo di mezzi di fortuna;
2°) individuare, a colpo d'occhio e per quanto
10permettono le proprie conoscenze, la
natura
degli
aggressivi stessi, onde poter conformare ad essi
l'intervento proprio ed agevolare quello successivo
del sanitario;
3°) allontanare il colpito dal luogo d'infetta-
zione,
trasportandolo
con ogni riguardo se colpito
(anche lievemente,
e anche se apparentemente ri
messo) da aggressivi soffocanti;
accompagnandolo
in
ogni altro caso e se può camminare;
4°) apprestare, durante il percorso ed entro
1 limite del possibile, le prime cure d'urgenza;
5*) togliere al colpito i suoi mezzi di prote
zione. nonché ogni altro impedimento di vestiario,
appena lo si è portato in aria pura, aperta od in
ricovero:
6*) apprestare le prime cure di soccorso in
attesa del sanitario.
Queste
prime cure
consistono essenzialmente:
a)
effetti lagrimogeni:
impedire l'istintivo sof-
fregamento degli occhi, evitare i bendaggi, lavare
con acqua e sale;
b)
effetti starnutatori
:
gargarismi e lavaggi con
acqua e sale, aspirare un pizzico di cloruro di calce;
c)
effetti vescicatori:
assorbire il vescicante sulla
cute
senza spanderlo,
lavare con benzina, o con
« permanganato », o con acqua e sapone abbondante,
oppure spolverare con cloruro di calce. Presentarsi
al « posto sanitario di bonifica » più vicino;
d) effetti soffocanti:
riposo assoluto (niente re
spirazione artificiale!), impedire con qualunque mezzo
che il colpito diventi freddo, provocare il vomito,
somministrare caffè forte (niente sostanze alcooliche!)
ed ossigeno terapeutico (non sotto pressione!);
urge
l'intervento sanitario;
e)
effetti tossici
(svenimento senza tosse con
vulsa): respirazione artificiale urgentissima, inala
zione d’ossigeno, caffè forte;
urge
l'intervento del
sanitario.
Il
pronto soccorso ad un colpito dagli effetti di
un
incendio
si può cosi riassumere:
o) effetti del fumo (asfissia): cure identiche a
quelle per i colpiti da aggressivi tossici;
b)
effetti del fuoco (scottature, bruciature): le
nire il dolore con olio d’oliva, impacchi d'acqua
vegeto-minerale, ecc.;
c) effetti del crollo (lesioni fisiche): cure identiche
a quelle per i colpiti da aggressivi distruttivi.
Il
pronto soccorso ad un colpito da aggressivi
distruttivi
è
argomento assai vario e complesso. Tut
tavia. diamo qui qualche norma essenziale:
a) Svenimento, malore: distendere l'individuo a
testa bassa, slacciare le vesti, spruzzare il viso con
acqua, fare odorare sostanze forti, somministrar|e
un cordiale.
b)
Contusioni: impacchi freddi, preferibilmente
d'acqua vegeto-minerale.
c)
Ferite:
lavare con alcool, acqua ossigenata,
benzina, ecc.; oppure pennellare gli
orli
della ferita
con tintura di iodio, coprire con garza sterile e
bendare.
d)
Emorragia: occorre
subito effettuare la lega
tura al disopra della ferita, se il sangue esce rosso
(lesione arteriosa); al disotto, se invece esce
bruno
(lesione venosa). Un legaccio qualsiasi serve all'oc-
correnza; ma è preferibile che sia elastico e conviene
inserire sotto di esso un oggetto qualunque in modo
da comprimere maggiormente il vaso sanguigno le
sionato.
La protezione collettiva è il risultato deila coope
razione individuale e, come tale, fa leva sui senti
menti che legano l'individuo ai focolaio domestico,
al posto di lavoro, e. quanto meno, alla comunità
fra cui egli viene a trovarsi al momentodel perìcolo.