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« Alti «lei Gran Consiglio nei primi «piindici anni ».

Partic«ilarmente interessante. per questa Rassegna.

Mimi,

nella Prefazi«ine. le parole che richiamano an­

cora una \olta l'attenzione e la preoccupazione di

tutti gli Italiani consapevoli sili « problema dei prò-

lilemi » : la difesa della razza, la continuazione della

stirpe. Iu sviluppi! del potenziale demografico, l'au ­

mento «Ielle famiglie munente.

In questo primo semestre sono diminuiti il umilerò

dei matrimoni e (|iiello «lei unirti, e sono aumentate

le nascite che hanno segnato un indice del 21.2 per

mille. Il ri-nltato, benché

m o d e s t o .

è defilo di ri­

lievo. considerato anche in relazione al complesso

generale del fenoinemi. per cui l'Italia. nonostante

l'imperversare della

c r i s i

economica, è riuscita a

moderare il minaccio'o ritmo discendente della pro­

pria natalità sostenendosi ad un livello nettamente

superiore a quello della natalità della maggior parte

dei Paesi «lelIFumpa nord-occidentale.

A dare imo\«i potenziamento alla politica demogra­

fica «lei Redime è \enuto in questo me»e il « Mani­

festo ». compilato da dieci docenti universitari sotto

l epida del Ministero della Cultura Popolare, clic

precisa iu modo inequivocabile la posizione assunta

dal Fascismo nei confronti dei problemi della razza.

Con l'affermare che è tempo che gli Italiani si pro­

clamino francamente razzisti

e

con le dicci dichia­

razioni esaltanti i caratteri e la purezza della razza

italiana ed i -noi rapporti con le altre razze, si è

venuto a coronare

con una conclusione logica e

forte

tutta la politica sociale e coloniale attuata

in sedici anni, e si

s o n o

piote le basi per il rafftir-

zameiito «li quella che «lev

e e s s e r e

I azione «lello Stat«i

nei riguardi della tutela dell'integrità fisica e morale

«Iella razza che. con l'attuazione ed il raggiungi-

mento «li una politica, di una realtà e di una dignità

imperiali, ha maggiormente bisogno di precise diret­

tive alle «piali uniformarsi per c«iiiser\are intatte,

nei contatti con pontili e razze differenti, «pielle che

‘ «ilio

le «uperbe virtù «Iella stirpe.

Tali direttive trovami un chiaro riflesso

tenuto

presente che e«*e non si accodano a nessuna teoria

straniera ma s«»n«i schiettamente italiane e fasciste

neU'azi<iue «ira in cors«i di volgimento perchè la

Rivoluzione abbia ad incidere sempre più profon-

damentc «ul cu«tume. Abolizione integrale «lei « lei ».

i'tituzitine «li una speciale <livi*a per il personale

civile dell*Amministrazione dello Slatti, prove spor­

tive dei Gerarchi «lei Partito, intensificazione del-

l'uso del passo romano, programma di attività det­

tato «lai Duce per l'istituto Nazionale di Cultura

Fa«ci»ta. *ono tutti aspetti di questa f«irte politica

fascista volta a trasformare profondamente il co­

stume «legli Italiani. Di «piegli Italiani, cioè, che

hanno >aput«i riconqui'tare l'impero e che sa­

pranno. ora e sempre — come dii'hiararono i 4000

volontari di guerra adunati ad .Aosta — marciare

disciplinatamente verso tutte quelle mète che sa­

ranno indicate dal Dure.

R A F F A E L L O R O M A N O

f t __________________

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Due agitatori e un'idea

D illo e degno ili un ninnile popolo il remine tributa

ili omaggio — min regione ilopo l'ultra — ai pre-

cursori, ni martiri, agli agitatori ili nn'iilcn che, realiz-

zntn, hn lenito lo unzione ni suoi ulti fastigi, e l'ho

futili constiperole ili sempre maggiori ilestini.

Quest'anno è In roltn dei Liguri chi illustrarono in

ogni campo — col pensiero c l'azione — I « Italia

dalle molte riti ».

Son è <iniinii fuor ili luogo chi qui si ricrochino ilne

l'iminose ligure ili ugitntori — ini ligure c un picmon-

tese — chi ebbero comuni il sogno e In febbre ile l'azione:

ma u/fntto diremo il temperamento, e i mezzi per realiz­

zarli: Mazzini e (ìioberti.

Soturu nciitnmente il dentili che gli artefici del-

I'

iiii

itn itnlinnn, ormimi fissati nella coscienza nazio­

nale, furono " tutti concordi e tutti discordi •>: e si tro-

rnrono — roltn n roltn — o tutti o in parte, uniti

n ello

stesso progrummn e nello .'•tesso sentire orrero dirisi

e più o meno fieramente orrasi ».

Uni è ureinoto che il Mozzini e il (ìioberti, concordi

nel rolcn l'Italia una • indipendente dallo straniero.

furono discordi {• quanto!) cimi i modi per raggiun­

gere l'altissimo scopo.

Ebbero entrambi fede incrollabile nella propria riten­

zione: se non chi il Mazzini areni l'ardenza e il fare

di un antico profeta, l'altro, pure agitato e ngitnnti

ern più — come dire* — tempista e snpern meglio

cogliere le opportunità contingenti.

Il

/torio che, come

è

pure

n o to ,

fu l'ultimo — i

ordine di tempo — dei discepoli e dirulgntori del

« creilo " mazziniano, in uno ili quei dialoghi coi qual>

il filosofo napolitano umnra concretare il suo pensiero

(dialoghi che hanno la soli unità e l'andatura di quelli

platonici si parva lieet... con quel che segue) mette di

fronte il piemontese e il genorese: chiarendo la posi

zinne mentale e fattila di ognuno dei due interlocutori

Mazzini: « Se tu, (ìioberti, ti risolressi a rite­

nere patrie indipendenti la costituzione delle inizio

nalità e repubblica il gorerno dei migliori per pensieri

e rirtù, riusciresti a coniprendere esserri una sola

sulrezza: la repubblica sociale e un solo corollarii

possibile: /'('inanità liliera •.

(ìiofierti: » Te, Mazzini, chiameranno retrogrado

gli uomini nuoci: e ti remi ingiuria, non da me, s)

piuttosto da chi ti aranza «^-//'utopia.

" Questo, perché! Perchè ti manca il segreto degli

uomini politici: il metoibi in cui consiste tutta In

politica. La politica non è tanto nei tini quanto nella

opportunità e coerenza. Tu nei tuoi scritti rai gri

dando: preparazione! preparazione! Ora il pensiero

rostro, o puritani, è dialettico, la rostro azione e

sofistica, lo mi stringo alla sostanza, tu alla appa­

renza. Tu mi opponi il fine: io i mezzi; tu /'ideale:

io la |Militica. Sarà tra di noi giudice... un rentennio ».

Quelito dialogo

a dire il rero

è

ancora oggi

« incompiuto • come il ritmanti™ lieti nehubertiano o

a ime il non meno famoso dialogo platonico Kutifrone.

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