

IHEMATOGRAFO
Densi» bilancia mensile con in preva
rrà film ili produzione media. Scarse le
ovità italiane; e tutte classificabili nel
generi comico.
La
mazurca
di papà di () Mianculi è
la
riduzione per lo schermo di una for-
unata e briosa rivista di Falconi e Bian-
coh. Della rivista però il film conserva
soltanto >>li spunti e i motivi, ricostruita
comò con il lodevole intendimento di
giungere ad una certa continuità ed omo
geneità di struttura che sarebbe stata
compromessa dal frammentarismo d'una
«rie «li quadri avulsi e staccati.
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tema
tssenzi.de, nella cornice ili una vicenda
he dura quarantanni, è il contrasto tra
e forme ed i modi della mentalità otto
centesca, un po’ pantofolaia e conserva
trice e la mentalità novecentesca disin
vita ed avvenirista. K questo tema, va
ngato da situazioni e da episodi non
invi di un gusto tra il sapido od il cari
caturale, e di note sentimentali e roman
iche, è condotto con vivacità e sciol-
ezza di ritmo, soptatutto nella prima
larte liiancoli riconferma in questa nuova
irova le sue qualità di regista scaltro ed
telligente. Puntuale ed abile è la sce-
ieggi.itlira di Debenedetti e Borghesio.
\'ogho
vivere con letizia di C. Mastro-
rnquc è un film che in quanto a vicenda
ion si presenta con eccessiva originalità
impostazione. Tuttavia così ovvio e mo
lesto, e forse appunto per le sua qualità
ii compostezza e di misura, riesce inte-
essantc e divertente. La trama è il so-
ito caso del giovane ricco, a cui i quat-
nm fanno nascere intorno un nugolo di
«tendenti e di corteggiatrici. Egli ad
arto momento si finge povero per
esperimontare quanto disinteresse e ge
nuinità vi sia nei sentimenti che è riu
scito ad ispirare. Trovate, episodi, qui si
inseriscono senza lacune e sfasature, al
loro giusto posto; il che fa di tutto il
lavoro un ingranaggio mobilissimo e l>en
oleato. Battute bene azzeccate, sviluppi
sostenuti da una logica interna neces
saria e sciolta, e situazioni armonica
mente concatenate che non hanno
j k t
nulla il contrassegno del ripiego e del
l'artificio. L ’interpretazione, controllata
e sensibilissima, sopratutto da parte di
1'. Melnati e di Assia Noris che ci danno
in questa occasione una completa ed in
sospettata misura delle loro possibilità,
contribuisce grandemente ad aumentare il
tono facile e sobrio di questo film.
Madama Bovary di G. Lamprecht è
un altro — ed è da credersi non l'ultimo
— tentativo di portare* sullo schermo
l'eroina di Flaubert. Nota come perso
naggio di romanzo, d'un romanzo tipico
e classico, è logico che anche nel caso,
in cui essa servi ad ispirare un film si
ricerchino nella metamorfosi gli adden
tellati con la sua vita integrale ed auto
noma, la fedeltà all'atmosfera, ai tipi,
all'ambiente, yui siamo ad una traspo
sizione accurata e puntuale del tessuto
narrativo; ma manca ancora il miracolo
dell'aifiato creatore. La figura della Bo
vary è perciò come castigata ed amman
sita. molti personaggi sformati e ridotti
alla elementare struttura dello scheletro;
ed il senso stesso della vicenda essenziale,
la sua ragione poetica, trasportata sul
piano del puro fatto di cronaca. E tutto
questo nonostante il concorso di certe
accurate e convincenti ricostruzioni am
bientali e di costumi; e l'abilità della
realizzazione di tutta la complessa mac
china del lavoro.
Nel Fantasma cantante di Sidney Lam-
field, giovanotto timido ed impacciato,
scritturato per alcune trasmissioni di
canto, viene preso in vista del micro
fono da timor panico e non riesce ad
emettere una nota. Rotto il contratto,
piantato in asso dalla bella, il protago
nista diviene guida in uniforme ed accom
pagna i turisti in visita agli stabilimenti
radio.
Un giorno in sala di trasmissione, cre
dendo si tratti di una prova a microfoni
chiusi, accompagna con la voce le note
di una canzone che l’orchestra sta suo
nando. Naturalmente la trasmissione è
ascoltata e gradita da migliaia di radio-
amatori che vogliono conoscere il nome
dell’artista. Egli tace ma una ragazza
scopre incidentalmente il suo segreto e
fingendo di voler guarire la sua timidezza
allevandolo a cantare dinanzi a micro
foni muti gli fa trasmettere canzoni su
canzoni con grande entusiasmo degli
ascoltatori che vogliono conoscere il can
tore fantasma. Alla soluzione il giova
notto scopre di esser lui « Il fantasma
cantante » e, naturalmente, la ricono
scenza tramutata in amore porta al
matrimonio.
Con Milionario su misura, M. Curtiz,
il regista della * Carica dei seicento » se
non toglie non aggiunge un V
” •
sua fama. Un giovane milionario c
afflitto ed angustiato da una nonna piena
di soverchie cure e preoccupazioni per
lui. Lei lo sorveglia e lo comanda a pun
tino; e lui ubbidisce, ossequioso e con
trito. Finché una ragazza vivacissima che
s'introduce nel modo più inopinato nel
recinto della sua prigione, lo conquista e
l'invita a scuotere il giogo. Il giovane
milionario si lascia convincere dagli argo
menti della ragazza ed il giorno dopo
scappa di casa su una macchina avuta
in prestito. Allarme della nonna fanta
stica, a cui nessuno riesce a far credere
che quella perla di nipote non le sia stato
rapito. Ricerche, mobilitazione della po
lizia; e altre varie ed intricate vicende.
Alla fine ritrovamento e ritorno del
giovanemilionarioecelebrazionedi giuste
nozze. Una simile trama con un maggior
rilievo del lato stravagante e farsesco
si sarebbe prestata ad uno sviluppo più
coerente e felice.
L ’ora del supplitio
di R. L. Lee è la
traduzione cinematografica di un dramma
quasi giallo di Frank Vesper. Una giovane
impiegata che si trova in possesso del
biglietto di una vistosa Lotteria apprende
di aver vinto il primo premio. Fuori di
uè
dalla gioia comunica la notizia al fidan
zato. Ma questi, lontano dal condividere
la gioia dell'altra, se ne rattrista ed alla
fine, convinto che la donna ha un tempe
ramento
venale, l’abbandona senza rim
pianti. Un tipo dall’apfNuena
distinta
circuisce «a ragazza, la corteggia ostina
tamentee riescea farti spoaue. I coniugi
si ritirano in campagna in n a villa soli-