Table of Contents Table of Contents
Previous Page  326-327 / 1981 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 326-327 / 1981 Next Page
Page Background

tiche. militari ed amministrative di Firenze e di ol­

tre duecento congressisti, convenuti da ogni parte

d'Italia, esaltò la ferrea tenacia degli operai ita­

liani, che in pochi mesi, tracciarono in Africa una

rete stradale degna delle più alte tradizioni di Roma

e aggiunse che sia in Africa che in Italia si costrui­

rono e si costruiscono strade che, sia per tecnica co­

struttiva, sia per quanto riguarda le strutture, ap­

plicano i trovati tecnici più moderni, tendendo

con tutti i mezzi a migliorare ed a perfezionare la

tecnica stradale per assecondare il progresso dei

traffici.

Mei primo tema di carattere nazionale : « L'autar­

chia nel campo della tecnica stradale » venne trat­

tato un problema di grande importanza contingente

nel campo della tecnica stradale che molto si va­

leva di prodotti di importazione straniera.

Molto è già stato fatto in questo settore per tendere

verso l'autarchia totale, secondo la consegna che il

Duce ha dato a tutti gli italiani.

Per quanto riguarda le macchine da costruzione stra­

dale, l'industria italiana è ormai in grado di pro­

durne in quantità tale da corrispondere integral­

mente al fabbisogno nazionale, sostenendo degna­

mente il confronto coi migliori prodotti stranieri.

Così per quanto riguarda l'impiego dei metalli per

utensili e per opere d'arte, si rileva come i costrut­

tori stradali si siano adeguati alle necessità dell'ora

presente, limitando l'uso del cemento armato ai soli

casi di indispensabilità, rimettendo in pieno valore

le strutture archivoltate. nelle quali il nostro paese

fu maestro.

Dove il problema autarchico acquista importanza pe­

culiare è nelle pavimentazioni stradali, dove fino a

pochi anni fa imperava un prodotto d'importazione:

il bitume.

Ed è qui che si deve rilevare il contributo notevo­

lissimo dell'AA. SS. alia soluzione del problema,

sperimentando ed impiegando nelle pavimentazioni

le polveri provenienti da macinazione delle rocce

asfaltiche di produzione nazionale di Sicilia e di

Abruzzo.

L'impiego di dette polveri sotto forma di manti com­

pressi a caldo o di mattonelle, sia per il costo e sia

per la grande sdrucciolevolezza, era andato in di­

suso. Fu l'AA . SS. che, con la collaborazione del­

l'istituto Sperimentale Stradale di Milano lanciò

1uso sulle strade di materiale asfaltico in limitati

spessori, in forma quasi equivalente alle comuni bi­

tumature, a freddo e previa oleatura della super­

ficie d'impiego e della graniglia di saturazione.

Si deve pure rilevare l'impiego in sempre più vasta

scala di miscele a caldo a base di catrame, die per*

inette di atitizxare il sottoprodotto di una lavora*

aione che, allo stato attuale, pur risalendo ad un

prodotto in gran parte estero come il carbone, è

S i

indispensabile. Con l'aggiunta al catrame di piccole

quantità di bitume si è pure risolto il problema

della minore stabilità che il prodotto presentava

sotto l'azione degli agenti atmosferici. Dovunque i

trasporti non risultino eccessivi, le polveri asfal­

tiche rappresentano, anche economicamente, un

vantaggio diretto.

D'altro canto anche l'impiego dei bitumi nazionali

si va diffondendo in sostituzione di quelli esteri,

man mano che aumenta la produzione presso gli

stabilimenti italiani di recente costruzione per la

distillazione dei petroli grezzi. Per questi prodotti

è soltanto necessario che si procuri di fornire alla

tecnica stradale materiale meglio corrispondente alle

norme vigenti e paragonabile quindi ai bitumi ame­

ricani di cui è cessata l'importazione.

* ♦ *

In sede di discussione del 2° tema nazionale: «L e

strade nell'Africa Italiana», l'ing. Pini, immediato

collaboratore di S. E. Coltoli» Gigli nella realizza­

zione delle strade dell'impero, ha fatto una parti­

colareggiata descrizione dell'impresa colossale che

il lavoro italiano ha compiuto e sta sviluppando in

A. 0 . I.

Attraverso la descrizione delle difficoltà eccezionali

che si sono incontrate per determinare i tracciati,

per creare i primi cantieri, per concentrare le

grandi masse operaie necessarie alla costruzione di

migliaia di chilometri di strade, mentre le risorse

locali, sia di materiali che di mano d'opera erano

nulle, è risultato in tutta la sua grandezza lo sforzo,

10 zelo, l'entusiasmo di tutto il personale e dei di*

rigenti, sorretti sempre dalla fede, rincuorati dal*

l'appoggio e dalla parola del Duce, il quale aveva

dettato norme precise perchè le arterie fondamen­

tali dell'impero fossero all'altezza dei bisogni e dei

tempi.

• * *

Nella trattazione del primo tema internazionale è

stato posto in rilievo l'incremento subito dalle pa*

vimentazioni in calcestruzzo di cemento in Italia.

Dal 1933 al 1937 si è verificato un aumento di circa

500.000 mq. di tale tipo di pavimentazione posti

in opera dall'AA. SS., dalle Provincie e dai Co*

muni e sulla camionale Genova*Valle Po.

11 patrimonio nazionale di pavimentazioni stradali

in calcestruzzo di cemento si può oggi quindi valu*

tare a 4,8 milioni di mq. con risultati ottimi, anche

per pavimentazioni in opera da cinque e più anni

e sottoposte a traffici intensissimi, sia gommati, sia

a trazione animale con cerchioni di ferro.

Con il diffondersi della coatraaione delle pavimeo*

ad una graduale maggior fiducia dei tecnici nel com­

portamento di tali pavimentazioni, ciò che porta

progressi e semplificazioni nella loro tecnica, con

sensibilissimi vantaggi economici. Detta pavimenta­

zione si va anche estendendo, come applicazione,

ne^li ambienti urbani, con particolari accorgimenti

per evitarne la manomissione per posa di tubi,

cavi. ecc.

Ne^li ultimi tipi costruiti si ebbero risultati vera­

mente ottimi, con spese di manutenzione annua

molto ridotte.

Qualche inconveniente si verificò per le primis­

sime pavimentazioni in calcestruzzo costruite oltre

10 anni fa sui tronchi delle autostrade Milano-La-

ghi. inconvenienti dovuti in gran parte all'affret­

tata costruzione su rilevati argillosi non sufficiente­

mente assestati. Venne rimediato stendendo su tali

pa\imentazioni un tappeto a base di polvere asfal­

tica e di graniglia oleata, con buoni risultati pratici.

Per estendere ancor più in Italia lo sviluppo delle

pavimentazioni in calcestruzzo di cemento, sarebbe

necessaria una esecuzione sempre più accurata con

presenza nei cantieri di uomini e macchine sempre

meglio specializzati, di costo d'altra parte molto no­

tevole e ammortizzabili solo con un vasto programma

di lavori; questo problema coinvolge riforme di si­

stemi di appalto e provvidenze di carattere econo­

mico che il Convegno non aveva veste per discu­

tere ed approfondire.

1 2° tema internazionale ha illustrato i progressi

compiuti in Italia dopo il Congresso di Monaco del

1934 nella preparazione e nell'utilizzazione nelle

strade del catrame, del bitume, deU'asfalto e delle

emulsioni. Questo tema si ricollega a quanto era

stato esposto riguardo all'autarchia nelle costru*

zioni stradali, poiché si basa in gran parte sui no­

tevolissimi progressi effettuati in Italia nell'appli-

cazione delle polveri asfaltiche della Sicilia e del­

l'Abruzzo. Si è riusciti a trovare procedimenti tec­

nici tali da avere superfici scabre e non sdruccio*

levoli che, a differenza dell'asfalto compresso, si

mantengono tali col passar del tempo anche se sot­

toposte ad intenso traffico.

Di notevole importanza sono pure i buoni risultati

ottenuti anche dal lato economico, nella costruzione

di manti stradali nei quali vennero impiegati ca­

trami mescolati a polveri di roccie asfaltiche con

percentuali diverse variabili dal 20 al 75% del peso

totale di polvere asfaltica.

Il

tema internazionale si riferiva agli incidenti

stradali, per cui in Italia è stata creata dal R .A.C .I.

una statistica nazionale iniziata sul finire del

1933.

Con la collaborazione di tatti gli End aventi go-

tempo mettere a punto l'organizzazione della rile­

vazione statistica. Il rilevamento viene eseguito per

i soli casi di incidenti con danni alle persone, tra­

lasciando quelli con soli danni materiali, che co­

stituiscono elemento perturbatore nelle statistiche,

essendosi constatato che solo saltuariamente essi

possono essere rilevati. Per ogni incidente si cerca

di ricostruire le circostanze di tempo e di luogo e

quelle ambientali, quali le condizioni di luce, me­

teorologiche, lo stato delia strada, ecc. e di risalire

alla causa che ha provocato l'incidente stesso.

Gli studi compiuti in Italia e che hanno portato a

risultati statistici attendibili hanno contribuito in

modo concreto ed utile a dare un indirizzo risolu­

tivo al problema, anche in campo internazionale,

per giungere ad un criterio di unificazione statistica

internazionale.

L'utilizzazione delle statistiche è rappresentata in

primo luogo dalla prevenzione degli incidenti: in­

fatti dall'analisi delle cause accertate degli incidenti

stessi si può trarre norma per agire e provvedere

ad eliminare tali cause, siano esse attribuibili alle

condizioni delle strade e delle segnalazioni, siano

imputabili a difetti di educazione degli utei.

la

strada.

Il 4° tema internazionale poneva in discussione pro­

blemi inerenti al traffico stradale e precisamente

l'opportunità della separazione della strada in di­

verse carreggiate per i diversi mezzi di locomozione,

costruendo marciapiedi o banchine rialzate per i

pedoni, collocando le tramvie in sede propria, co­

struendo piste apposite per i ciclisti, separando,

dove è possibile, i due sensi di marcia con sparti-

traffico centrali.

Nella sistemazione della rete principale delle strade

di grande comunicazione, si tende a costruire va­

rianti di tracciato per eliminare l'interferenza del

flusso dei veicoli da quelli in servizio locale nei pic­

coli centri. Nei grandi e medi centri abitati, il

traffico di passaggio, specie quello degli autotreni,

viene deviato sulle strade di circonvallazione; i

piani regolatori delle grandi Città prevedono nuove

vie di cintura per questo transito speciale, adot­

tando per esse grandi ampiezze, suddivise in più

sedi distinte per la circolazione veloce e per il ser­

vizio locale.

La discussione di questo tema ha provocato l'inter­

vento del Podestà di Torino, ing. Sartirana, il quale

fornì un conciso quadro delle provvidenze attuate

nella Città di Torino per agevolare la circolazione

stradale. Attualmente nella nostra città esistono più

di 70 km. di strade a traffico smistato ed a sedi se­

parate; problemi di grande interesae tecnico ha— a

dovuto essere risolti per particolari esigerne, eoaae

t

tazioni in calcestruzzo di cemento, si assiste

verno di strade, nonché di quelli che hanno fun­

zioni di polizia nel Paese, si è potato in brevissimo