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1836. 26 febbraio. — Palazzo con bellis­

sime facciate neoclassiche verso v ia San Fran­

cesco da Paola e via Principe Amedeo. P ro ­

prietà Marchese D 'Angennes; cartella n. 8 del

predetto arch ivio edilizio di Torin o. Due «li-

segni di questo progetto sono rip rodotti nelle

fig. 23. 24 del mio sopraricordato studio. Fo­

tografia angolare di questo palazzo nella fi­

gura 4.

1837. 24 aprile. — Buona e semplice ar­

chitettura neoclassica di grande palazzo al­

l'angolo di via Arsenale e via A lfieri (v ia A l­

fieri 18. già via S. Carlo). P rop rietà del Conte

Carlo \ alperga di Masino. Cartella n. 23.

1838. 16 marzo. — Buona costruzione in

contrada della P rovvid en za (v ia X X Settem ­

bre) in continuazione del palazzo Truchi Le-

valdigi. P roprietà di Anna Maria di Savoia

imperatrice d 'Austria. Cartella n. 16. Ora de­

molita per la ricostruzione di via Roma.

1838. 5 aprile. — Bel fabbricato in con ti­

nuazione del palazzo L eva ld igi in v ia X X Set­

tembre. come il precedente. P rop rietà dell’ Ini-

peratrice d'Austria. Cartella n. 20. Ora demo­

lito per la ricostruzione di via Roma.

1839. 2 maggio. — Bella casa in via della

Rocca. Prop rietà d ell'a v v. Baricalla. Cartella

n. 26. Il p rogetto della facciata è riprodotto

nella fig. 25 del mio sopra ricordato studio.

Questa bellissima costruzione neoclassica ri­

corda il palazzo Concili de* Prosperi in via

della Rocca 33. dell'arch itetto Giuseppe Leoni.

1840 circa. — Disegno degli altari in

marmo dedicati a San t'Anna ed a San Fran­

cesco di Sales in cappelle laterali del Santuario

della Beata Vergine del Pilone in Moretta.

(C fr. F. Lardone.

I l Santuario della B. V. del

Pilone in Moretta.

Saluzzo 1934).

1841. — Grande e bel fabbricato in con­

trada Madonna degli Angeli (tra tto di via Carlo

A lb erto tra v ia Maria V ittoria e via Andrea

Doria). P rop rietà del conte V ittorio Seyssel

d 'A ix . Cartella n. 26.

1842, 1845. — Su disegno del Caronesi e

coll'assistenza dell'arch itetto Leon i venne eret­

ta la parte del Seminario di V ercelli prospi­

ciente la piazza del Duomo coll'attuale Cap­

pella dedicata a S. Carlo, per cura dell'arci-

vescovo di V ercelli Mons. D ’ Angennes. (Orse-

nigo,

Vercelli Sacra,

pag. 57, Vercelli 1909).

a

P rova che la nobile fam iglia d ’ Angennes era

rimasta soddisfatta del suo palazzo in Torino.

1844. — Cappella e altare in stucco, dedi­

cato a S. Nicola da Tolen tino nella parrocchia

di S. Materno di Maccagno Superiore. Da iscri­

zione dipinta sul muro laterale risulta che

l'arch itettu ra fu curata da Ferdinando Caro­

nesi nel 1844. Disegno dell'altare prettamente

neoclassico, semplice ma di ottim e propor­

zion i; due colonne corinzie portanti una tra­

beazione orizzontale su cui due statue di

pu tti sostengono la croce; ma nel 1842 risulta

che il Caronesi era deceduto.

L e m igliori architetture del Caronesi che

specialmente interessano Torino, sono la

facciata della parrocchia di S. Carlo, la co­

lonna della Consolata ed il palazzo D ’ An­

gennes.

N ell'a rch ivio civico di Torin o, al numero

822 d 'in ven tario si conserva un mazzo di docu­

menti relativi alla facciata della chiesa di San

Carlo (1834-35). Nel 1834 il Municipio tori­

nese. col concorso di re Carlo A lberto, del

Corpo Decurionale e dei cittadin i, decise di

dotare la chiesa parrocchiale di S. Carlo, di

una facciata lapidea, di cui era mancante. Si

bandì pertanto un concorso fra architetti, il

cui programma stampato si intitola « Pro­

gramma per la facciata della chiesa di San

Carlo proposto dal Corpo Decurionale di To­

rino.20 maggio 1834 . Precede il testo la ripro­

duzione di una incisione tra tta da un disegno

di Juvara in cui sono rappresentate le fac­

ciate eguali di S. Cristina e di S. Carlo; sui

fabbricati della piazza sono segnati gli attici

a balaustrini che dovevano coronarli; le co­

lonne binate dei portici non vi appaiono an­

cora murate. A l programma di concorso sono

allegati i disegni della facciata di S. Cristina e

della nuda facciata di S. Carlo come si presen­

tava prima della fronte attuale. P rem io al

vincitore del concorso era una medaglia d ’ oro

di L. 800. Molto istru ttive sono le prescrizioni

fissate dai Consiglieri Decurionali per i con*

corren ti; esse giustificano il criterio seguito dal

Caronesi nello svolgimento del suo progetto.

« Si ritenga del progetto di Juvara tu tto ciò

che sia per conferire meglio alla volu ta sim­

metria e si riform i e corregga tu tto ciò che

senza nuocere aU’effetto. si adatti meglio al

gusto presente

».

Ciò significa che si

debba

conservare lo schema della facciata di Santa

Cristina; ma lo si spogli

del

soverchio baroc­

chismo, inclinando invece allo stile

dell’epoca

che

era il neoclassico.

In data 3 ottob re 1834 la Commissione giu ­

dicatrice si raduna, compilando il rela tivo v e r­

bali. Il sig. Marchese Benso di Cavour presenta

16 rotoli di disegni presentati da 16 arch itetti

concorrenti; ogni rotolo è contrassegnato da

una scheda con m otto. Il rotolo n. 13 del Ca­

ronesi contiene ben cinque p rogetti con scritto

spiegativo e calcolo della spesa; sulla sua

scheda è scritto il m otto

Humilitas

, rivelan te

la modestia del nostro autore e spiegante la

dimenticanza in cui fu lasciato per tanto

tempo il suo nome.

In data 20 giugno 1835 il Caronesi stampò

un libretto in testato: « Opere relative alla fac­

ciata di S. Carlo in Torino di Ferdinando

Caronesi arch itetto autore del disegno appro­

vato e prem iato. È una relazione che accom ­

pagna il p rogetto di 4 tavole, p rogetto defi­

nitivo allestito d ietro l’ avviso dell’ Accadem ia

e approvato e prem iato dalla Commissione.

In questa relazione l’architetto illustra d etta ­

gliatamente le 4 tavole, non trascurando alcun

particolare di costruzione, il taglio delle singole

pietre, il loro collegamento con ch iavette di

ferro, la scelta del materiale lapideo, cioè pietra

di Malanaggio, marino bianco di Frabosa e gra ­

nito; la spesa tota le si calcola in L. 219.500.

Come saggio della sua architettura il Caronesi

offre l’ incisione della facciata della Collegiata

di S. V ittore in Cannobio, come già si è detto.

N ell’ archivio torinese si conservano altri d o ­

cumenti relativi alla facciata di S. Carlo; man­

cano però le 4 ta vo le del p rogetto del Caronesi,

le quali sono conservate nel Castello di Go-

vone ora Municipio.

È strano che dagli storici e dagli illustratori

dei monumenti cittad in i il nome dei Caronesi

non sia mai stato fa tto ; dappertutto si legge

che la facciata di S. Carlo si deve all’arch itetto

Grassi. Eppure la stampa periodica d ell’epoca

aveva scritto il vero nome dell’ a rch itetto;

cito solamente il giornale:

I l Magazzino P it ­

torico Universale

(G enova 1837); a pag. 55

si narra del concorso bandito, vin to dal

sig. Caronesi arch itetto di raro m erito; sui

disegni del quale si stava allora completando

il prospetto.

Forse l'attribu zione della facciata a ll’ archi­

tetto Grassi d erivò dal fatto che intorno al

1831 l’ interno del S. Carlo fu restaurato su

disegni dell’arch itetto Grassi e poi negli anni

successivi, per liberalità di Carlo A lb erto e d i

Maria Cristina, la chiesa fu nobilitata con fa c­

ciata di granito roseo di Baveno, come si

legge in G. G a re tta ,

I marmi scritti della

città di Torino

, pag. 29, Torin o 1899.