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— F. la

s ii

gestione dei ricordi che fa parer bello

(indio che è lontano ma anche lei riconoscerà che

sebbene oppi non si manpi più il pelato in vettura,

la pente dispone di tante comodità, ha acquistato

un tono di vita così elevato quale non poteva cono­

scere nell'HI.

— Certo, certit — borbotta il dott. Ferrerò. —

Se ritornassero al mondo certi miei amici di gio­

ventù non riconoscerebbero più la litro Torino,

tanto è abbellita. Chissà che faccia farebbero /tas­

sando per via Ritma, specialmente nel secondo

tratto che sembra uno scenario. Chissà cosa direb­

bero nel sentire che vi è della pente che si lamenta

se nelle ore di punta deve asfaltare cinque o dieci

minuti la venuta di un tram, loro che in via La-

pranpe. ora solcala ila vetture che sembrano basti­

menti. dovevano aspettare un'ora \ter montare su

ili un carrozzone trainato da un solo cavallo che

faticava come un asino e fu dovuto piubilare for­

che non ce la faceva più. Pensino che in quei tram

il fattorino stava in piedi sulla pretlella di fuori,

qualunque tempo facesse, anche se pioveva a cati­

nelle o nevicava. Fpli doveva prillare, /ter il ser­

vizio dei itassepperi. il nome della via /

ut

cui il

veicolo passava come farebbe un capotreno a tutte

le stazioni del /tercorso.

— F la prima automobile l’Iia vista aneli essa dalla

finestra del caffè?

— Altro che vista. Quellit — e il dott. Ferrerò in­

dica un sipnore non molto distante ila noi — ha

puidata a Torino la prima marchimi, e naturalmente

Itoirhè era della bripata ilei « Nazionale » ri ha

portato a s/tasso tutti: ad uno ad uno si intende.

Veramente non era un'auto come quelle d'oppi —

rorreppe il vecchietto — era un trincio a motore

De Dion Itolituli a cui aveva fatto fare una carroz­

zeria. !\on aveva al certo la rapidità del fulmine

col suo motore di un cavallo e tre ipiarti. ma /ter

chi non conosceva che la velocità delle vetture a

cavallo, camminava abbastanza velocemente.

Il rav. Dana, che è appunto il sipnore torinese in-

dicato dal Ferrerò, sentito che si /tarlava di lui. si

è avvicinato e ha detto:

— Sa chi è miche salito su quella vettura? !

m

prima

sulla quale /

h

inesse piede? Glielo dò in mille ad

indovinare. — F (lofio una /tansa di prammatica

/ter acuire la curiosità, ha prosepuito: — I n pio­

vane ufficiale della srtutla di Cavalleria di Pine-

rolo: quello che ora è il senatore Giovanni Alineili.

il creatore della pramle industria automobilistitt

italiana. Quel triciclo-automobile ha suscitato vil is­

simo interesse. Quando si fermava ipii. davanti al

caffè, tutti i clienti usrivan fuori a puardarlo rim

se fosse ruttava meraviplia ilei mondo.

— Chissà quanti carnevali ha ammiralo da questi

vetriata! — diciamo al cav. Ferrerò fter riportarla

al ruolo ili protaponista e sul binario dei ricordi,

dopo l'intermezzo del cav. Dana.

— I\e ho visti di splendidi. Allora c'era una /tas­

siane iMirtimlare /ter le maschere, fter i carri alle-

parici, per le carrozze infiorate. Ricordo come fosst

ora il Duca Amedeo d'Aosta vestito da ('.onte t enie,

che su di una vettura mutata in una aiuola, tenera

davanti a sè un sacro ripieno ili pianiluiotti. con­

fetti e caramelle, e ne buttava a piene mani. E

quanti fiori, e quante belle donne. Di queste, a dire

il vero, a Torino più non ne sono mai mancate, in

tutti i tempi. Da questa vetriata, e qui nel caffè,

dove piunpeva l'eco ili tutto ciò che avveniva di

fuori — continua l'arzillo verrliietto — ne ho vis­

suti depli avvenimenti e s/tero ili interne aurora.

Il rinnovamento dell'Italia, le squadre dazione

della Rivoluzione ron i loro papliariletti: pii inter­

minabili cortei ili tante e tante manifestazioni pa-

triottirlie. Di altri avvenimenti, di un anror più

lontano /tassato. lui sentito invere /tarlare nel raffè,

nei primi anni che lo frequentavo, da clienti più

anziani di me. Mi è rimasto impresso ad esempio

il racconto ili quando nel '66. finita la puerra. una

deputazione si recò all'allterpo d'F.uro/ia in piazza

(.astello a portare il plebiscito della Venezia. Ad

arroplierli era il senatore Terrhio. Anrhe la prò-

rlamazione di Roma rapitale è stata vista di qui.

('.'era un bersagliere rhe suonava la tromba /ter av­

visare i ritladini. Aveva a fianco una puardia mu-

nici/iale e dall'altro lato un attacchino col secchio

della colla e un fascio di manifesti. Do/to pii squilli

l'attacchino s/talmò di colla, con un /tennello. quella

colonna di fronte, lì sotto il /tortini, [n i vi appic­

cicò il manifesto. Tutti pii avventori corsero fuori

a leppere, come pure leppevano i /tassanti che si

erano fermati. La stessa scena si svolgeva contem•

fHtraneamenle in tutta Torino. Immagini con che

emozione quella pente apprese la praiule notizia:

l'Italia aveva /ter capitale Roma immortale. Roma

a cui il Dure doveva ri/tartare l'im/tero.

UGO PAVIA

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