

che ra alla tosta e portava un enorme bandierone
trireiore. ride sulla porta del ('affé /’allora proprie
tari> I ittorio Vassallo. e dietro tutta la folla pluu-
ilenir drilli avventori, allora si fermò e battendo
sulla spalla del padrone fili disse: « Da oppi questo
si il:iamerà "Caffi* Nazionale ». Arriamazioni vi
branti arrolsero quel battesimo. Il dott. rav. Zest.
clic fu poi insegnante di fisica del Primi/te Um
berto. qurlltt che /tassò alla storia eoi nome di « He
binino m. era assistente del titolare della Cattedra
I nirrrsitaria prof, Gilberto Covi. il nonno dell'at
tuale popolare attore genovese rlie a Torino in
contra tantit favore.
— Cran mutamenti avrà veduto in questo Caffè
—osserviamo al nostro interlitrulore /ter stimolarlo
a /tarlare.
— Certo. Prima rosa, il raffè nel 1 fìtti lo ftagavo
venti ventesimi ed ora lo ftago tre tutlte di
più.Mu-
lainento di non grande rilievo, mentre più impor
tante è stato il mutamento della romftagnia. Il lo
cali' invere conservava e conserva intatta la sua lus
suosa impronta. Cosa vuole, c'è della gente che non
sa abbastanza affezionarsi, abbarbicarsi alla vita,
t*i/uella muore lasciando dei vuoti. É vero che que
sti vuoti sono prontamente colmati con gente gio
vane (forse accenna al suo amico settantenne) ma
con questa è difficile /tarlare /tercltè non ha visto
quel che ho visto io.
— I)a questa invetriata infatti lei ha visto scorrere
mezzo secolo di vita cittadina.
— Ad esempio soli sicunt che nessuno dei pre
senti può ricordare il primo tram a cavalli che è
{tassato /ter via Po. Che avvenimento! « Il pro
gresso è in marcia » dicevamo noi, qui in questo
caffè, noi che fino al giorno prima eravamo abi
tuati a vedere solamente gli omnibus o le vetture
Itatironali e da piazza. Infatti l'abbiamo visto mar
ciare così rapidamente il progresso che un bel
giorno, ma molti e molti anni dopo, ci ha portato
ben altra novità: un tram senza cavalli. La prima
vettura elettrica della « Belga ». K come ci pareva
bella, benché la trovassimo un po' monca davanti
per la mancanza dei cavalli.
— Ai passeggeri d'oggi sembrerebbe un obbrobrio.
— Anrlie a me. anche a me, oggi che conosco i
nuovi tipi, ma allora non potevo far jtaragoni: non
r'era rlie quella! Anrlie rerti spettacoli di minor
importanza, visti di qui. ri sembrat ali pittoreschi.
Pensi, quando l'illuminazione era a gas. vedevamo,
non ap/tena scenilevan l'ombre della sera. /tassare
correndo i lampisti armati di una /tertica con in
cima una fiammella; sembrat ati uno sciame di lue-
ciole. Poi ai tempi della mia gioventù c'eran co
stumi che è proprio stato un peccato mettere nel di
menticatoio. Potrebbero sussistere ancor ogei.
— l iuti parlare della Moda?
— !\o. delle usanze, l eda ad esempio: d’estate le
belle signore dell’aristoerazia e dell'alta borghesia,
quando nel /mmeriggio andavano a fare la con
sueta ftasseggiata in tiro da quattro, da due o da
un cavallo, ftasseggiata che aveva sempre per mèla
il Valentino, si fermavano davanti ai caffè e si
facevano servire il gelato in vettura. Ora da qual
che anno anche le signore tipo '900 mordicchiano
fter la strada i coni di gelali, ma qiumto trovavo
più signorile l'antica usanza!